Il primo picchiaduro delle tartarughe, prodotto in formato coin-op dalla Konami stessa l'anno seguente, si rivelò un successo incredibile e aprì la strada a una lunga serie di prodotti simili.
TMNT non solo è l'unico platform game dedicato alle Ninja Turtles, ma è provvisto di diversi tocchi originali che lo rendono diverso anche dalla maggior parte dei platform per NES. Tanto per cominciare, ciascuno dei 6 stage tranne l'ultimo parte con una prospettiva pseudo-isometrica dall'alto, in cui si controlla una tartaruga che deve vagare per complessi residenzali e basi nemiche, cercendo di evitare i ninja del Clan del Piede (un nome che già da bambino trovavo decisamente stupido) e i loro letali veicoli, e di trovare gli ingressi degli edifici o i tipici tombini aperti (segnalati sulla mappa dei livelli come puntini bianchi). Una volta entrati in queste aperture, è tempo di menare le mani: la prospettiva diventa quella laterale standard di tutti i platform del periodo, la tartaruga diventa un personaggio discretamente dettagliato invece che una macchiolina verde, e si mette a saltare, roteare e dispensare morte con le sue armi ninja. Degno di nota il fatto che si possa scegliere in qualsiasi momento una delle quattro tartarughe, semplicemente premendo START per richiamare il sotto-menù: ognuna di esse ha la sua arma personale resa celebre dal cartone. Oltre a ciò è possibile ottenere anche una certa varietà di armi alternative alla principale, tra cui shuriken e boomerang.
Scopo dei livelli è solitamente trovare la strada giusta per il nascondiglio del boss passando di fognatura in fognatura e di edificio in edificio, compito non così facile perchè le zone sono spesso di dimensioni considerevoli, e inoltre in alcuni casi è necessario ottenere degli item particolari per poter procedere: nel terzo stage si dovranno recuperare dei missili che andranno installati sul mitico furgone giallo e verde delle tartarughe per poter distruggere dei blocchi stradali che sbarrano il passaggio nella sezione vista dall'alto. Interessante anche il fatto che in questa fase si possa alternare a piacimento l'esplorazione col furgone con quella a piedi, cosa che può dare l'accesso a zone secondarie ma utili per ritrovare bonus energetici (la pizza, che altro?) e armi.
Ad aggiungere un ulteriore tocco di varietà vi è la missione del secondo stage, che consiste quasi interamente nel disinnescare alcune bombe sott'acqua in un tempo limitato, prima che una diga venga fatta saltare.
Tra un livello e l'altro vi sono poi delle scene d'intermezzo parzialmente animate e disegnate tutto sommato bene (ricordiamoci che si tratta di un titolo NES del 1989), che servono a delineare meglio la trama (praticamente Shredder che fa rapire Splinter e poco altro) e rendere felici tutti i fan. La grafica in generale, considerate tutte le limitazioni del sistema, è comunque decente, sia come livello di dettaglio di personaggi e ambientazioni sia come uso dei colori; l'unico problema sono gli sfarfallii che ad ogni modo si verificano solo quando c'è una miriade di sprites su schermo.
C'è una discreta varietà di melodie non memorabili ma nemmeno particolarmente fastidiose, stranamente però manca una riproduzione del tema musicale della serie (irrinunciabile per ogni versione videoludica di un franchise che si rispetti); gli effetti sonori sono nella media, con alcune chicche come il fatto che le armi delle Turtles facciano ciascuna un rumore differente o l'esilarante "fiiiiii...SBRANG" che si sente quando per errore si vola giù da qualche palazzo nel terzo stage.
Ricapitoliamo: un gioco in cui si possono controllare assieme tutte e quattro le tartarughe, con livelli vasti, non lineari e ampiamente esplorabili; un gioco ricco d'azione ninja in cui eliminare decine di avversari con tante armi differenti; un gioco con una grafica di buon livello che riproduce fedelmente personaggi e ambientazioni della serie TV. Sembrerebbe che Konami al suo primo tentativo abbia già fatto centro...il primo gioco della serie è già anche uno dei migliori?
Be'...no.
Per dirla tutta, il gioco è orrendamente difficile e frustrante. Già il secondo stage, quello delle bombe, mette a dura prova la pazienza di chiunque: si richiede di superare in un tempo minimo un labirinto acquatico con campi di forza intermittenti, alghe elettriche e altre che se toccate uccidono all'istante le povere tartarughe! Se consideriamo che non ci sono "vite" come d'abitudine, ma una volta esaurita l'energia di tutte le tartarughe è subito Game Over, e si può continuare pochissime volte -di password manco a parlarne- capirete quanto possa essere difficile arrivare alla fine... Per di più molti passaggi sono resi incredibilmente fastidiosi dai controlli non sempre precisi e dal modo di saltare roteando delle tartarughe, che se può "fare figo" quando ci si trova in spazi aperti, diventa di fatto parecchio scomodo quando si devono compiere manovre di precisione, col risultato di dover ripetere di continuo le stesse sezioni, mentre la noia e la frustrazione si fanno sentire sempre più. Anche la vastità delle mappe non sempre è un pregio: la parte sul furgone del terzo stage è un labirinto da incubo con edifici tutti simili, che certo non aiutano a capire se si ha già visitato certe zone oppure no, portando il giocatore a impazzire nel ritrovarsi davanti sempre gli stessi nemici (senza contare che spesso capita di incastrarsi negli angoli delle strade col furgone, per la gioia dei vari rulli compressori che passano). La situazione sembra meno critica negli stage successivi ma siccome i nemici pestano più duro, o semplicemente ce ne sono di più, la difficoltà resta sempre alta. E non parliamo dell'ultimo livello, che rasenta l'ingiocabilità!
Ora viene il "bello": è vero che ogni tartaruga ha un'arma diversa dall'altra, ma purtroppo questa è l'unica cosa che le distingue; non sarebbe neanche male se non fosse che il bastone di Donatello è l'arma definitiva, in grado di colpire senza problemi i nemici a distanza e pure sopra e sotto di lui (e persino dietro in certi casi!), mentre quei due sfigati di Michelangelo e Raffaello devono accontentarsi dei loro nunchaku e sai (pugnali) dal raggio d'azione decisamente più corto. Se queste armi fossero più forti del bastone, o anche solo loro fossero più veloci e/o resistenti di Donatello, la situazione sarebbe bilanciata, ma così non è, anzi paradossalmente sembra che il bastone sia pure l'arma più forte! In sostanza se non riuscite a conservare Donatello per gli stage più avanzati siete fregati...Un esempio su tutti: il quarto boss affrontato con Don è una burletta, mentre diventa una discreta sfida con gli altri tre.
Anche per i fan sfegatati, che potrebbero soprassedere ai difetti se gli si dà dosi massicce dei loro eroi, non resta molto: è vero che ci sono parecchie tipologie di nemici, ma il 95% di essi, formato da creature quanto mai bizzarre e strampalate (mitico l'uomo infuocato), non ha nulla a che spartire con la serie TV (magari col fumetto originale, ma ne dubito... e poi, chi l'ha mai letto?). Volti noti come Bebop e Rocksteady vengono eliminati subito al primo stage, mentre per arrivare fino al Tecnodromo (senza contare quel simpaticone di Shredder che ovviamente è il boss finale) occorre una dose di pazienza che probabilmente la maggior parte dei giocatori non ha, a meno che non usino trucchi vari ottenibili col Game Genie o ancor meglio con gli emulatori. Ah, e April è pure disegnata male.
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