Ma torniamo all'oggetto di questa recensione, "Akumajo Special: boku Dracula-kun" (che tradotto significa "Il castello demoniaco Special: io sono Draculino"; da ricordare che "Akumajo Dracula" è il titolo originale della serie Castlevania): il nostro scopo è battere Garamoth, un mostro plurimillenario nemico della famiglia Dracula da tempo immemore. Per qualche motivo babbo Dracula non si fa vedere per tutto il gioco (forse è impegnato con qualche membro della famiglia Belmont...), per cui spetta al figlio Dracula-kun, che in realtà è il celebre Alucard in versione super deformed, tenere alto l'onore della casata e sconfiggere Garamoth e i suoi sgherri.
Nel suo complesso, l'aspetto e il gameplay di AS:BD richiamano più la saga di Mega Man che non il suo ispiratore Castlevania: il gioco è un platform puro, senza elementi esplorativi, in cui Dracula-kun attacca con palle di fuoco che possono essere caricate tenendo premuto il pulsante; al termine di ogni livello, il nostro, proprio come il robot blu capcomiano, otterrà una nuova abilità che potrà essere selezionata e usata senza limitazioni di sorta. Tra di esse vi sono ad esempio proiettili congelanti o a ricerca, ma anche la possibilità di assumere forma di pipistrello o invertire la gravità per camminare sui soffitti.
Utilizzare l'arma secondaria caricata non serve soltanto a eliminare più rapidamente i nemici: ogni avversario distrutto in questo modo rilascerà una moneta, e al termine di ciascun livello dovremo spendere tutte le monetine raccolte in uno fra quattro mini-giochi (roulette, lotteria e due giochi dementi che coinvolgono delle ballerine e uno scheletro) scelto dal caso, il cui scopo è guadagnare nuove vite extra. Eh sì, perché come ci insegna Parodius l'aspetto esteriore potrà essere pacioccoso, ma la sfida della serie ispiratrice rimane!
Certi livelli, come l'ascensore spaziale, possono risultare frustranti (anche se mai al livello di certe sezioni dei giochi originali, qui le teste di Medusa non ci sono...), tuttavia i continue infiniti e le password mitigano questo fatto: d'altra parte, però, c'è il rischio che il gioco venga completato in un tempo troppo breve nonostante i 9 livelli.
Alla fine, nonostante le differenze nel gameplay, questo rimane un gioco di Castlevania, per cui buona parte del divertimento viene dallo scoprire come gli artisti abbiano riadattato le atmosfere della serie.
Il livello introduttivo, il castello di Dracula, è una specie di mini-riassunto della serie, non mancano nemmeno la torre dell'orologio e la storica scalinata che conduce alla stanza del conte vampiro in cui dovremo affrontare il primo boss. Dopo aver salvato casa sua, Dracula-kun parte per un giro del mondo parecchio comico che gli farà affrontare numerose tipiche ambientazioni da platform quali le piramidi, i ghiacci perenni, uno stage subacqueo, ma anche una New York parodistica, lo spazio e altro ancora! Tornano a "farci compagnia" zombi, scheletri e pipistrelli, stavolta in versione tenera e beota (ma perché dovrebbero attaccarci, se siamo il figlio del capo? Sarà colpa di Garamoth...), affiancati da tutta una serie di esseri strampalati che comprendono pupazzi di neve, divinità giapponesi, alieni, robot e, nello stage americano, perfino sosia di King Kong, Spider Man e Jason! Come se non bastasse, il suddetto livello si conclude non con uno scontro, ma con un gioco a quiz (!) condotto dalla Statua della Libertà (!!) in cui dovremo competere contro due dei precedenti boss! Sarà mica questo il motivo per cui il gioco non è giunto in Occidente? Comunque sia è stato un peccato...
L'atmosfera del gioco è resa perfettamente grazie a un comparto visivo di prim'ordine per essere un gioco del 1990: i rallentamenti sono quasi inesistenti, tutti gli sprites sono ben definiti e dettagliati, la palette di colori è scelta con cura, vivace senza essere troppo sgargiante e per questo ben si adatta allo spirito "infantile" della grafica. A completare il tutto abbiamo dettagli quali il faccione di Dracula-kun nella barra di stato che si arrabbia quando carichiamo l'arma, s'addormenta quando il gioco viene messo in pausa oppure conta i secondi che mancano all'esaurimento di un potere speciale!
Stesso discorso per musiche ed effetti sonori, tutti decisamente ben riusciti e molto simpatici, anche se stranamente non sono presenti rimandi alle melodie più celebri della saga, ma solo composizioni originali.
In definitiva, qualche purista potrebbe storcere il naso nel vedere il nome di Castlevania accostato a un gioco così "poco serio" e che rinuncia alla componente esplorativa (soprattutto se si considerano altri titoli NES come Castlevania III), ma costoro dovrebbero ricordare che si tratta solo di uno spin-off comico che non ha altre pretese se non quella di far sorridere il giocatore e ancor più l'appassionato della serie da cui è tratto!
Un paio di curiosità: Dracula-kun, dopo la fine della serie a lui dedicata, riapparirà in un paio di titoli della serie di Parodius come navicella (e la versione del secondo giocatore è chiamata Kid D, un modo originale da parte di Konami di ricordare l'esistenza della versione occidentale di un suo personaggio), ma la vera sorpresa sarà il boss finale Garamoth, che tornerà alla carica nientemeno che in Castlevania: Symphony of the Night per PSX, ridisegnato come un mostrone gigantesco ma ancora abbastanza riconoscibile (penso sia l'unico caso della storia in cui un pg super deformed viene riadattato come personaggio serio e non il contrario). Alucard e Garamoth si scontreranno ancora per l'ultima volta, rendendo probabilmente canonici gli avvenimenti di AS:BD!
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