Che poi, quale mondo e mondo.. è solo il suo castello!
La storia? Wario, il fratello avido e cattivo di Mario se ne stava per fatti suoi, a godersi il suo nuovo castello pieno zeppo dei tesori “conquistati” nelle precedenti scorribande videoludiche, quando, un bel giorno, uno dei suoi stessi tesori, un tale diamantone nero tentacoloso (?!?) si sveglia e decide di trasformare la meraviglia architettonica in quattro mini mondi zeppi di mostri (che sono gli stessi tesori “trasfigurati”). Così, il cicciobombo giallo, più incazzoso che mai, decide di mettersi in viaggio per riconquistare tutto ciò che ha perso e magari… Non aggiungo altro sennò vi svelo il finale.
Il gioco è un misto tra platform pseudo 3D e picchiaduro a scorrimento: a suon di pugni, pile driver e prese degne dei migliori wrestler (nonostate la panza), il nostro anti-eroe dovrà farsi strada tra ambientazioni molto varie, dalla foresta al circo alla cripta sul retro della magione in stile famiglia Addams, al deserto… In totale Wario dovrà affrontare, come già detto, 4 “mondi”, ognuno composto da due stages con annesso mini-boss, più quello del boss finale. Ogni stage ha una lunghezza discreta, sebbene le varie quest allunghino di mooooolto il brodo: infatti, per ogni mondo bisogna raccattare tutti i tesori di Wario ivi dispersi (10 per stage, che servono a sbloccare dei minigiochi accessibili dalla versione GBA di WW); liberare dei folletti (5 per stage) il cui mondo si scoprirà poi, nel corso del gioco, essere il vero obiettivo del diamantone cattivo; trovare i pezzi delle due statue di Wario poste all’ingresso di ogni mondo (5 pezzi per stage, ricostruendo tutte e due le statue si avrà diritto ad un cuore di energia in più); infine raccogliere dei cristalli rossi (6 per stage) che ci permetteranno di aprire la botola che dà l’accesso al boss di fine livello.
I nemici che incontreremo lungo il percorso non sono molto intelligenti, ma in compenso sono tanti, ma tanti, ma tanti che alle volte, nonostante la loro eliminazione fornisca monete utili per approvvigionarsi di aglio (lungo il cammino troveremo dei dispenser i quali, dietro il pagamento di una piccola sommetta, ci forniranno la preziosa ricarica energetica) per continuare l’avventura in caso di prematura dipartita, preferirete scappare per toglierveli di torno.
La resa grafica è ottima: i vari livelli sono ben caratterizzati e molto particolareggiati (vedi la foresta ad esempio); di rilievo, le dimensioni notevoli di tutti i personaggi, non solo del protagonista, che risultano anche ben animati. Wario, poi, grazie alle animazioni, alle varie espressioni e alle urla di battaglia di cui è stato dotato, ha un suo carattere, da cattivo ma non troppo.
La colonna sonora che accompagna l’avventura è anonima: i motivetti sono orecchiabili, ma niente di più; il parlato di Wario è carino; gli effetti sonori nella media.
Buona la risposta ai comandi da parte del protagonista, per cui difficilmente cadrete da una piattaforma se non per uno sbaglio vostro.
La difficoltà del gioco è tarata verso il basso e i nemici che incontrerete non costituiranno un reale problema, per cui sarà difficile che perdiate tutti i cuoricini a vostra disposizione e dobbiate quindi ricominciare il livello dall’inizio, e anche boss e mini boss non sono così terribili da far fuori, sebbene ogni volta ci impiegherete un bel po’. L’elemento esplorativo fa però da contraltare: vi ci vorrà non poco per completare i vari “mondi” e spesso vi capiterà di ripassare in punti già visti alla ricerca di quel particolare che prima vi era sfuggito, oppure sui passi di quel nanetto, di quel tesoro o di quel pezzo di statua che vi manca.
La longevità globale è comunque minata dal numero basso di livelli e dalla mancanza di un multiplayer; l’aver implementato poi la possibilità di sbloccare dei mini giochi accessibili dalla versione GBA una volta raccolti tutti i vari tesori non aggiunge molto al gameplay.
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