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ID: 242471Quando Messiah fu pubblicato nel 2000 dalla Shiny, gli stessi autori del popolare MDK, la critica fu troppo distratta dalla pesante configurazione richiesta per giocare e dalla varietà di bug che affliggeva il titolo, lasciandosi sfuggire l'aroma di innovazione proveniente dalla porta che Messiah aveva spalancato. L'idea delle metempsicosi, la trasmigrazione dell'anima da un corpo all'altro, trovava la sua prima implementazione in uno shooter di concezione moderna, rivelando il potenziale di profondità strategica derivante dalla disponibilità di controllo di una varietà di individui. Nel 2005, gli n-Space si riallacciano proprio al lavoro degli Shiny, passando dall'impostazione in terza persona a quella tipica dei first person shooter.

L'intera vicenda alla base della sceneggiatura si svolge all'interno di un covo segreto dell'organizzazione Volks, sospettata di condurre esperimenti di natura pericolosa. Tutto parte da un blitz messo in atto per accedere agli archivi di tale organizzazione e downloadare il necessario per approfondire l'investigazione. Noi impersoniamo Raimi, uno scienziato con il semplice incarico di esplorare i computer della Volks. Superfluo precisare che, mentre tutto sembra proseguire nel verso giusto, il nostro team viene contrastato dalla veemente reazione della sicurezza della base che non ci metterà poi molto a sopraffarci. Peccato che ciò avvenga tramite modalità inspiegabili, con un nostro compagno che improvvisamente comincia ad attaccare il resto del team ed una tentata fuga che incrocia una creatura demoniaca.

Una volta catturati dalla Volks, verremo trasportati in una sorta di laboratorio in cui vengono condotti esperimenti sulla separazione dell'anima dal corpo per poi riaddestrarla a scopo militare. E' questa l'oscura occupazione dell'organizzazione segreta che, nel frattempo, continua ad eseguire studi nel campo del soprannaturale alla ricerca di intersezioni con piani di esistenza diversi. Gli scienzati riescono ad estrapolare con successo l'anima dal nostro corpo, ma delle strane interferenze compromettono il loro tentativo di rieducarla. L'essenza di Raimi riesce ad uscire dal programma informatico che la stava addestrando e si ritrova libero, seppure braccato dagli agenti nemici.

Nonostante Geist appartenga alla ristrettissima cerchia di titoli Nintendo non consigliati ad un pubblico molto giovane, non bisogna attendersi particolari contenuti horror o splatter. La presenza del sangue è contenutissima e relativa a quanto necessario per rappresentare la morte dell'individuo, senza alcuna concessione troppo violenta. Gli stessi temi soprannaturali e demoniaci dei quali il gioco è impregnato vengono affrontati con una certa leggerezza senza creare davvero mai tensione. Queste precise scelte di n-Space e Nintendo, seppure giustificabili in ottica di mercato, cercando come al solito l'approvazione di una platea meno ristretta possibile, finiscono col negare a Geist quella personalità che, con qualche concessione più matura, avrebbe pienamente guadagnato. Ne risulta una sorta di tela impregnata di poco colore, un disegno tracciato da una mano che per paura di sbagliare si preclude i virtuosismi più personali.

Geist si dipana in una struttura sommariamente raggruppata in nove livelli, ognuno di una durata apprezzabile, sebbene la longevità complessiva rimanga tangibilmente aldisotto delle dieci ore. L'ossatura del gameplay prevede due fasi molto ben distinte, quella corporale e quella extracorporale. Quest'ultima ci vede controllare direttamente la nostra anima, la quale può aggirarsi con una certa liberà lungo gli scenari di gioco: ci viene negata la possibilità di utilizzare elementi fisici come computer o porte, ma potremo fluttuare compiendo salti molto estesi, oltrepassare senza problemi reti e protezioni poco consistenti, infilarci attraverso particolari fessure che ci condurranno in aree altrimenti inaccessibili e, ovviamente, transitare da un corpo all'altro. L'ospite, tuttavia, non sarà immediatamente pronto per accoglierci ed andrà preventivamente spaventato per porre le condizioni per la possessione. Talvolta incontreremo individui già di per sé scossi ai quali accedere da subito, ma molto più spesso sarà necessario eseguire alcune azioni per terrorizzarli. Qui nasce una grande peculiarità di questo titolo, attinta a piene mani dall'immaginario collettivo: la capacità degli spiriti di possedere oggetti. Inizialmente si può rimanere spaesati dall'ingenuità dell'idea, implementata quasi infantilmente, ma presto se ne apprezzano le possibilità strategiche, coadiuvate da siparietti simpatici innescati dalle nostre marachelle. Solitamente, il controllo degli oggetti è relativo alla risoluzione di enigmi estemporanei, ma non mancheranno soluzioni “da combattimento” come la possibilità di possedere delle granate per farle rotolare ai piedi del nemico o delle scatole di esplosivi da far saltare in aria al momento opportuno. Da sottolineare anche la compressione temporale in atto durante la fase extracorporale che ci mostra ogni nemico muoversi ad una velocità molto ridotta, consentendo ai programmatori di inserire piccoli enigmi basati su questo principio.

Per quanto riguarda la fase di controllo corporale, è bene sapere che potremo impossessarci sia di normali soldati che di individui speciali come scienziati o militari di alto grado che avranno accesso a zone riservate. Fondamentale si rivelerà la ricerca dell'ospite più idoneo alla situazione da affrontare, ma il gioco sarà sempre esplicito in questo senso. L'esperienza più divertente sarà controllare gli animali: ci verrà data la possibilità di entrare nel corpicino di cani, pipistrelli e topi, spalancando un ventaglio di situazioni davvero molto godibili ed originali.

E' proprio la varietà il punto di forza di Geist: ci si ritrova continuamente alle prese con un corpo diverso con abilità precise, poi si stacca per dedicarsi ad un rompicapo divertente e poi ancora alla ricerca di ospiti, spesso i più impensabili. Tuttavia, la fatica n-Space è fortemente contraddittoria e presenta alcuni aspetti inspiegabilmente poco curati: il primo che balza agli occhi è chiaramente l'engine grafico che muove il tutto, buggato all'inverosimile, gestito con grande sforzo dall'hardware del Gamecube al punto da restituire l'impressione di una conversione ultimata in fretta e furia, quando invece Geist è stato protagonista di una gestazione molto lunga e dedicata esclusivamente al Cubo.

Sull'intelligenza artificiale, invece, sarebbe forse meglio sorvolare. E' evidente che il team si sia concentrato soprattutto nella costruzione degli enigmi e nell'emulsione delle due fasi visto che ogni nemico è straordinariamente ebete: mai un cenno di tattica per evitare il nostro fuoco, mai un comportamento imprevedibile, quando andrà bene ci correranno incontro, altrimenti rimarranno impalati su una mattonella determinati a farsi falciare. Riuscirete anche ad ammazzare soldati affianco ad altri con una granata senza destare la minima reazione del resto del gruppo, palesemente disinteressato alla deflagrazione. Sicuramente va meglio con i boss di fine livello, discretamente impegnativi, a differenza degli altri combattimenti, ed abbastanza ispirati. Una nota di demerito va anche ai controlli, con movimento del mirino troppo lento ed una disposizione dei tasti che ci porterà spesso ad uscire involontariamente dall'ospite cercando di interagire con qualche oggetto.

La sceneggiatura, come dicevamo, è piena di potenziale ma è rovinata da scelte troppo qualunquiste. Un po' di coraggio in più avrebbe giovato, così com'è si limita ad offrire una trama simile ad un horror per ragazzini, sebbene adeguata come sostegno all'azione di gioco. Povera, anzi, poverissima la caratterizzazione di Raimi, mentre la storia di un paio di personaggi è appena salvabile.

Nonostante la quantità di problemi, Geist rimane un titolo da provare. E' importante prescindere dall'etichetta di fps e da quella di horror, in quanto non eccelle in nessuno di questi campi. Rimane, però, un cocktail di idee interessanti che, pur mescolate con poca perizia, offrono un'esperienza simpatica, certamente godibile quando affrontata a cuor leggero.


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