The Legend of Zelda: Oracle of Seasons and Oracle of AgesThe Legend of Zelda: Oracle of Seasons and Oracle of AgesI due Oracle, i capitoli della Leggenda di Zelda sviluppati da Capcom appositamente per GBC, sono all'atto pratico due giochi a se stanti perfettamente godibili anche da un giocatore che non possiede entrambi. Due distinti Zelda, dunque, frutto di un'importante collaborazione tra Nintendo e Capcom per lo sviluppo dei capitoli portatili legati alla saga.
Alcuni giochi concepiti come complementari possono differire tra le "versioni" anche solo per pochi particolari o presentare minime variazioni (pensiamo ai vari Pokémon), mentre ognuno dei due Oracle ha la sua mappa del mondo, i suoi oggetti, dungeon e boss e, cosa più importante, la sua storia.
Per quanto allora si possano anche trattare separatamente, è comunque indubbio che si tratti di titoli gemelli e dunque "recensibili" insieme.

Alla base delle vicende due nuove missioni di Link, che, trovato un castello ospitante la Triforza, viene mandato nella terra di Labrynna/Holodrum con l'incarico (il destino, nel suo caso) di far trionfare il bene. In Ages, il nostro eroe deve salvare la cantante Nayru, l'oracolo del tempo, del cui corpo ha preso il controllo la strega delle ombre Veran. Quest'ultima, infatti, ha intenzione è di creare scompiglio nel passato, facendo sprofondare nel caos la terra di Labrynnna.
Come palesemente lascia presagire il titolo, per ostacolare la malvagia strega si dovrà viaggiare avanti e indietro nel tempo per raccoglierne le essenze e restituire pieni poteri all'albero Maku (qui una lei, molto tenera), importante entità a guardia di Labrynna.

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Seasons invece, si svolge nella terra di Holodrum, dove possiamo e dobbiamo controllare il corso delle stagioni. L'oracolo che da nome al gioco è la ballerina Din.
Chi mastica un po' di mitologia zeldiana avrà riconosciuto in Din e Nayru due delle tre dee simboleggianti la Triforza stessa. Negli Oracle c'è anche Farore, che però non riveste un ruolo di primo piano, essendo solo l'oracolo dei segreti. Vedremo...

Inizialmente, proprio in fase di progettazione, Oracle avrebbe potuto essere una più comune trilogia, con la stessa Farore a presenziare al terzo capitolo, ma poi evidentemente si optò per uno snellimento del progetto; meglio!
Si diceva di Din: il generale delle tenebre Onox la rapisce, e, come consuetudine, spetterà al protagonista imbarcarsi in una perigliosa avventura con l'intento di restituirle la libertà. Per portare rovina in Holodrum, Onox fa sprofondare il tempio delle stagioni nel sottosuolo, facendo sì che la terra non conosca più un preciso (e vitale) ordine.
Per quanto le storie di Zelda siano generalmente a se stanti, in alcune è comunque possibile scorgere un sottile filo (fatato) che, più che collegare, richiama un altro capitolo. È il caso della fine di Oracle, in cui qualcuno vedrebbe il preludio a Link's Awakening.

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Come anticipato, ognuno può giocare uno o entrambi i titoli, traendone due esperienze distinte. Per completare veramente gli Oracle, nonché (soprattutto) per svelare tutta la storia, bisogna però sfruttare la connessione tra i due giochi. Finendo l'uno o l'altro, una volta sconfitti Onox o Veran, si riceve infatti un codice utilizzabile con altra cartuccia. Creando un nuovo file ed inserendo tale codice, quindi, ecco che le vicende si collegano e un mondo richiama l'altro.
Innanzitutto i segreti. Iniziando una partita a partire dall'inserimento del codice, ogni tanto capita di imbattersi in personaggi che ne conoscono altri nella terra dell'altro gioco, oppure che si sono trasferiti dall'altro mondo, dopo che abbiamo concluso l'avventura precedente. Oltre che simpatica e di grande effetto, questa trovata farà sì che si possano ricevere altri codici segreti da rivelare alla nostra Farore. Grazie a questi codici si ottengono benefici di vario genere: nuovi oggetti, il potenziamento di altri ed heart containers aggiuntivi. È bene precisare che, avuto un codice in un gioco, automaticamente se ne ottiene anche uno per l'altro, così da non dover ripetere il tutto più volte.

Ma non finisce qui, visto che, terminando il gioco in questi mondi connessi, si riceve il "codice eroe", a sua volta utilizzabile per creare una nuova partita, nella quale Link è riconosciuto come l'eroe della leggenda ed ha la Triforza impressa sul dorso della mano. Finendo in questo modo succede che... non so cosa succede perché non l'ho ancora fatto... ehm... proseguiamo. Dunque, una volta che gli abitanti di Ages e Seasons riconoscono in Link il giovane che ha salvato Nayru o Din, la storia procede nel modo consueto, ma si collega, dicevamo, a quella precedente. Fa così il suo ingresso in scena la principessa Zelda e si scopre che Veran e Onox avevano in realtà uno scopo preciso, perseguendo un più ampio disegno malvagio. Una piccola pecca la si può individuare nelle parti aggiuntive che finiscono per rivelarsi più corpose in termini di storia e dialoghi del gioco vero e proprio.

Tutto ciò, ovvero la connessione tra i due giochi, i piccoli tocchi di metareferenzialità (l'uso del GBA -ricordiamo che i due giochi uscirono a cavallo del passaggio da GBC a GBA-; provate a spaccare cento cartelli e poi a parlare con un subrosiano in particolare...), i richiami tra un titolo e l'altro, nonché agli altri capitoli della serie fanno degli Oracle due degni esponenti handheld dell'epopea videoludica targata Nintendo. Se Zelda è una delle saghe più gradite dai gamer un motivo ci sarà! Possiamo pertanto sottolineare il pieno diritto di Oracle of Ages e Oracle of Seasons di appartenere alla schiera dei Legend of Zelda, non mancando degli elementi tipici del gameplay "avventuroso" che caratterizzano la serie.

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Ci si sposta in un vasto mondo e, man mano che si avanza completando dungeon o superando prove come ad esempio i simpatici balli, l'eroe incrementa le proprie capacità, aprendosi così nuove strade anche dove era stato impossibilitato a procedere e cercando, oltre agli oggetti chiave per proseguire nell'avventura, dei bonus come armi migliori, oppure i classici pezzi di cuore per aumentare la propria energia. Non mancano i negozi e i personaggi con cui parlare e da cui ricevere incarichi e ricompense, o ancora com i quali scambiare oggetti. Specifici di Oracle sono infine gli anelli, item non essenziali ma comunque utili se indossati. Questi Magic Rings sono reperibili in 64 differenti tipologie. Si va da quelli utilizzabili per attività comuni ai Rings dai poteri accessori, passando dagli anelli puramente da collezione, legati al raggiungimento di traguardi particolari.

COMMENTO FINALE


"Difficile poter dire se uno è migliore dell'altro (data anche la stretta coesistenza). Uguali in termini visivi, visto che, in pratica, possono essere considerati il GBC upgrade di Awakening, secondo alcuni (ed io sono tra questi) differiscono essenzialmente per una maggiore impronta action di Seasons. Questo, difatti, propone più combattimenti ed una complessità dei dungeon leggermente più blanda. Anche l'esplorazione del mondo risulta più lineare in Seasons, mentre Ages, nonostante le stagioni siano quattro e le ere solo due, si presenta un po' più cervellotico.
Ognuno avrà la sua predilezione; ma, sorvolando sulla confezione, che può giustamente non trasmettere il senso del fantastico come nelle fiabesche ed epiche avventure su console domestiche, conviene considerare Ages e Seasons un unico grande Zelda.