Shpok... Shpok... SHPACCCK... FIUUUUU!!! “Porc... fuori campo!”, “Idiota, ma credi di giocare a baseball? Bah, non si vede nemmeno dov'è finita la pallina. Adesso ci vai tu a cercarla.”, “Macchè, non ci penso proprio. Dai, resettiamo direttamente il GameBoy...”
Diciamo pure che il tennis non è uno di quegli sport che ha dovuto attendere secoli e tecnologie astruse per vantare una fedeltà simulativa accettabile o quantomeno una riproposizione divertente del suo spirito. In soldoni, non ci sono ventidue intelligenze artificiali da coordinare come nel calcio, ma appena due personaggi con l'intenzione di mettere la pallina dall'altra parte della rete, una pacchia per qualsiasi macchina. Non è un caso che il primo pseudo-tennis sia stato anche il primo videogioco da godersi in doppio, quel Tennis for Two risalente addirittura al 1958 e che girava su un oscilloscopio. E cosa dire di Pong? Un fenomeno, “the game that started it all” in ambito arcade, capace di porre alla distanza di un gettone un surrogato di questa disciplina sportiva. Tennis e videogiochi vanno d'accordo, tant'è che subito Atari VCS ed Intellivision hanno provato a renderlo più riconducibile alla realtà, piazzando umani stilizzati al posto delle barrette, inventandosi una telecamera più televisiva, imponendo anche lo score system ufficiale. Un'evoluzione in grandi passi che, inevitabilmente, ha esaurito in fretta le argomentazioni, con sviluppatori che hanno scelto presto di inventarsi formule alternative, come il vettoriale International 3D Tennis, in attesa di riacquistare vigore con l'avvento dell'hardware in grado di gestire poligoni e delle nuove periferiche di controllo.
Che una console di larghissima diffusione come il GameBoy non avesse un suo giochino di tennis di punta, però, era una pecca imperdonabile, soprattutto se alla rivale Game Gear non mancava, sebbene Andre Agassi Tennis fosse in realtà largamente dimenticabile. Nel 1993, quindi, la Nintendo affidò alla sua divisione europea l'incarico di rimediare e ne venne fuori Top Ranking Tennis, altrimenti noto come Top Rank Tennis oltreoceano.
Come impostare una simulazione, più o meno ardita, di tennis? Tralasciamo le ovvie regole di base,mi riferisco piuttosto alla tipologia della sfida. La formula solitamente proposta è quella più scontata, del torneo da vincere, null'altro che una serie di sfide in successione. D'altra parte, il tennis professionistico è questo. La Nintendo, tuttavia, ha cercato una volta di più di cogliere un aspetto maggiormente intrigante di questa competizione, nella fattispecie l'obiettivo al quale lo sportivo della domenica non può ambire: la scalata della classifica mondiale!
Nel mondo reale, la strada verso questo traguardo non può che passare dalla vittoria nei tornei più prestigiosi del globo, ma sul nostro GameBoy la strada verso il successo segue un iter differente. Partiremo ovviamente dal fondo, ma potremo di volta in volta sfidare avversari classificati dieci posizioni avanti a noi. Teoricamente, in dieci match potremmo conquistare la vetta, ma per ogni sfida andata male scenderemo di una posizione, allungando la nostra corsa verso la supremazia mondiale.
Si parte da un menu scarno, come di rito per la maggior parte dei titoli per GameBoy. Le opzioni concesse riguardano la modalità ad uno o più giocatori, fino a quattro se muniti dell'apposita periferica Nintendo. Da soli, tuttavia, ci si può calare ugualmente in un doppio con tre giocatori controllati ovviamente dall'intelligenza artificiale.
Presente, come anticipato, la scalata alla classifica mondiale, una vera e propria modalità carriera alquanto coinvolgente. Per catalizzare il nostro coinvolgimento, Top Ranking Tennis ci permette di personalizzare due parametri del nostro alter ego, lo stile nel colpire e la sua velocità, che ci porteranno ad adattare di conseguenza anche il nostro approccio all'avversario, il quale andrà attaccato sfruttando le caratteristiche a noi più congeniali (un avatar dal tiro potente si esprime meglio dal fondo, uno rapido e preciso va bene per il gioco sotto rete).
Nonostante i primi match siano piuttosto accessibili nonché simili fra loro, la situazione cambia radicalmente una volta giunti attorno alla metà della classifica, quando i nostri contendenti cominceranno a sorprenderci con battute dalla traiettoria imprevedibile, muovendosi con grande rapidità e tentando colpi sempre insidiosi, costringendoci ad assaporare ripetutamente il sapore della sconfitta prima di darcela vinta. Il tutto è prodigo di divertimento genuino, privo di qualsiasi sovrastruttura tipica della produzione odierna: rinunciando a velleità simulative, questo prodotto si impegna per restituire al giocatore un controllo immediato, straordinariamente reattivo, spesso persino frenetico. La reazione alla pressione dei tasti è istantanea, i cambi di direzione repentini, producendo un feel arcade che non difetta di tecnica, anzi! Per riuscire a sostenere un simile ritmo per la durata di un match (limitato comunque ad un singolo set) ci sarà bisogno di pratica, perchè nella frazione di un secondo dovremo raggiungere la pallina, decidere come colpirla e dove indirizzarla. Adrenalinico!
Il reparto audiovisivo che fa da supporto si limita ad essere funzionale. Considerando gli stringenti limiti di pixel dello schermo della piccola console Nintendo, difficile ipotizzare soluzioni migliori di quella adottata. Il video è pulito, il campo di gioco rinuncia a ghirigori che avrebbero potuto confondere la vista ed i tennisti sono rappresentati in maniera essenziale e nonostante ciò accattivante, tradendo un'ispirazione nipponica a dispetto dello sviluppo totalmente europeo. Poco da commentare riguardo al sonoro, con una musica d'introduzione poco incisiva, ma non per questo brutta, ed effetti sonori ingame dimenticabili, in primis l'incomprensibile parlato campionato.
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