Ispirato alla novella storica intitolata "Romance of the three kingdoms", nonché all'omonima saga di videogiochi tutt'ora in corso di pubblicazione, Dynasty Warriors ci trasporterà in una Cina antica e divisa, facendoci vestire i panni di uno dei tanti condottieri in lizza per il potere. Questa quarta incarnazione del titolo Koei ricalca quello che, dal secondo episodio in poi, è divenuto il classico gameplay della serie. Prima di ogni livello ci verrà perciò assegnato un obiettivo, che consisterà, nella stragrande maggioranza dei casi, nell'eliminazione del generale avversario. Assai più raramente ci verrà chiesto di proteggere dagli assalti nemici un determinato personaggio o una fortezza.
Una volta messo piede sul campo di battaglia, il nostro alter-ego digitale dimostrerà di possedere delle doti ben al di fuori del comune, potendosi sbarazzare facilmente di interi reggimenti avversari, aiutato in tal senso anche dalle immancabili guardie del corpo. Nella stragrande maggioranza dei casi ci basterà, perciò, puntare diritti verso il nostro obiettivo, facendo piazza pulita di qualunque cosa intralci il nostro cammino.
Ben più rare saranno le situazioni in cui si renderà necessario monitorare la piccola mappa, in modo da intervenire tempestivamente nei punti nevralgici del campo di battaglia. In tal modo potremo evitare che un dilagante esercito avversario finisca col riversarsi in massa sul nostro personaggio. L'idea di fondo, che vede le nostre schiere reagire alle vittorie riportate, diventando progressivamente più forti o "motivate" ogniqualvolta riusciremo ad eliminare uno degli ufficiali avversari, non sarebbe neanche da buttare. Purtroppo, alla luce dell'esuberante potenza del nostro generale e della sua scorta, nonché dell'esiguo numero di scenari in cui l'apporto dell'esercito si dimostra fondamentale, Dynasty Warriors 4 rimane saldamente ancorato alla sua vocazione da action game, relegando l’aspetto strategico ad un indiscutibile ruolo di secondo piano.
Vista nell’ottica di un picchiaduro, una simile impostazione non sarebbe neanche da biasimare, se non fosse che il titolo Koei finisce col deludere anche sotto questo aspetto. L’esiguo numero di mosse a disposizione, un design decisamente poco ispirato e delle animazioni fin troppo legnose affossano, infatti, ogni possibile velleità “arcade” del prodotto. A ben poco serve, in tal senso, lo spropositato numero di personaggi messi a disposizione del giocatore, tutti ampiamente potenziabili ed equipaggiabili, in quanto la ripetitività dell’azione ed una trama tutt’altro che entusiasmante finiranno con lo smorzare qualsivoglia entusiasmo assai prima di averli visionati tutti.
Anche dal punto di vista tecnico Dynasty Warriors 4 si dimostra un titolo poco più che mediocre. Oltre ai già citati problemi riguardanti il design e le animazioni, il titolo Koei risulta minato anche da un onnipresente effetto nebbia, il quale non trova giustificazione neanche nella particolare natura del gioco che ha nel sovraffollamento dello schermo praticamente una costante. Prima di tutto perché dall’hardware Xbox era sicuramente lecito aspettarsi qualcosa di meglio, e secondariamente perché si avverte la totale mancanza di tutti quegli accorgimenti grafici in grado di rendere tale effetto un po’ meno evidente. Ad aggiungere al danno la beffa vi sono addirittura dei livelli in cui la foschia risulta volutamente esasperata, con la scusa di un fantomatico stregone che utilizza tale espediente per meglio difendere la propria fortezza (come se la cosa non impedisse anche a quest’ultimo di avvistare l’esercito attaccante). Simili frangenti si rivelano ovviamente del tutto ingiocabili, in quanto una visuale troppo limitata ci impedirà di capire chi o cosa ci si pari di fronte.
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