Ma se il sistema di combattimento si può definire come un’evoluzione del classico stile cosa che rende Bloody Roar veramente diverso dalla massa? Semplice: la possibilità di trasformare il proprio personaggio in un animale e quindi di poter usufruire in tal momento di un nuovo set devastante di mosse speciali. Le trasformazioni avvengono premendo un solo tasto e sempre con il medesimo tasto si potrà eseguire le nuove mosse. Tutte le trasformazioni sono altamente spettacolari e raddoppiano di fatto il numero di personaggi disponibile che per quanto esiguo (solo 12) è ben caratterizzato e differenziato.
Altro punto da apprezzare in questo gioco e che spesso viene sottovalutato è l’eliminazione dei tempi morti, mi spiego: quando si viene colpiti violentemente è usuale far cadere il personaggio a terra e far passare qualche secondo per farlo rialzare. Questa noiosa e fastidiosa perdita di tempo che spezza la freneticità del combattimento in Bloody è stata eliminata permettendoci, premendo velocemente un tasto, di rialzarsi immediatamente e addirittura se ci troviamo in volo, di ricomporsi dai colpi subiti con la possibilità di contrattaccare subito senza nemmeno aver toccato il suolo. Il tutto rende estremamente adrenalinico il combattimento facendo scorrere fluida tutta la sequenza di lotta.
Inutile dire che questo fighting game da il meglio di se se giocato in due e se il livello di abilità dei giocatori è alto lo spettacolo su schermo sarà direttamente esponenziale alle loro capacità ludiche.
Graficamente il titolo è ben realizzato, con personaggi enormi e saparati a 60 fotogrammi su schermo con una fluidità da primato, le arene sono relativamente spoglie ma comunque discrete con una certa interattività, sarà infatti possibile saltare sui muri divisori che limitano i ring oppure distruggerli facendo uscire il personaggio con conseguente sconfitta. E’ stata anche inserita in alcuni stage la possibilità di combattere su più livelli, cadendo infatti fuori dal ring in alcune circostanze ci ritroveremo a combattere in aree diverse.
A corredo vi è un buon sonoro rockeggiante e ottimi effetti speciali che riescono a dare la sensazione di far male.
Non mi rimane che consigliare questo gran gioco a tutti gli amanti dei buoni picchia picchia e sperare che Hudson ci ripensi e sforni un nuovo Bloody Roar Next Generation!
Altre immagini: