Battle Princess MadelynBattle Princess Madelyn prima di essere un videogioco è la storia dell’amore di un padre per la sua piccola figlia. Il padre in questo caso è Christopher Obritsch, programmatore con all’attivo un platform/action di nome Insanity's Blade, e la figlia è la giovanissima Madelyn e il suo amore per lo Shielder, il grande boss del primo livello Ghouls 'n Ghosts, conosciuto anche come Statue of Terror, quel bruttissimo mostro con la testa staccata dal corpo, ricordate no?

L’incredibile entusiasmo di Madelyn per lo Shielder fece da ispirazione a Christopher che decise di regalare alla figlia un’avventura tutta sua. Madelyn, ammalata e annoiata a letto, riceve la visita di suo nonno che le inizia a raccontare la storia di una Principessa, Madelyn, proprio come la nipotina, che deve salvare la sua famiglia da un grande mago cattivo affrontando orde di non morti, scheletri e mostri assortiti. Il giocatore accompagnerà la giovane principessa in quello che possiamo sintetizzare come un mix tra Wonder Boy 3 e Ghouls ‘n Ghosts.

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Fin dai primi minuti ci si renderà conto che Christopher ha preso in prestito dal mito Capcom più di qualche ispirazione: dal modo di correre al doppio salto, dal lancio delle armi fino ai vari mostri, tutto ricorda GnG, compreso il livello di impegno che serve per terminarlo.

Invece come succede per l’action adventure che si rispetti, all’inizio dell’avventura Madelyn avrà armamentario limitato, molte zone del mondo saranno precluse e solo con l’acquisizione di nuove abilità e item che si avanzerà nella storia. Inoltre la nostra eroina non viaggerà da sola ma sarà accompagnata da Fritz, il fantasma del suo cagnolino, anch’esso da usare come arma verso i nemici. Ma il fido Fritz non sarà solo un’arma alternativa ma avrà anche il compito di raccogliere le anime dei mostri che uccidiamo. La raccolta di anime caricherà una barra apposita che servirà per farci resuscitare ogni volta che moriamo. Questo ci incentiverà ad ammazzare tutto quello che ci circonda in modo da avere sempre la barra salvifica piena e almeno non dover ripetere tutto un livello d’accapo. Un buon modo per rendere più lieve l’avventura senza far toccare picchi di frustrazione tipico invece del capolavoro arcade Capcom.

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Durante la quest incontreremo anche un bel po’ di NPC che ci chiederanno di recuperare qualche oggetto particolare o di salvare l’amico/figlio/parente in cambio di una ricompensa più o meno utile ad aiutarci nella nostra avventura. Tutto viaggia sulla media, il gioco è ben fatto: diverte, ti fa bestemmiare, impegna e la curiosità di vedere consa si è inventato Christopher per la sua Madelyn è forte e degna di essere soddisfatta.

Si potrebbe parlare di Battle Princess Madelyn di un bell’omaggio al titolo Capcom, un titolo che nel bene e nel male è artigianale. Nel bene perché si sente che dietro c’è la passione del retrogamer, dall’altra il gioco alterna, specie a livello tecnico, cose sopraffine a brutture sparse. Per esempio un plauso va alle musiche dei livelli composte da Gryzor87, lo stesso dietro Maldita Castilla, mentre un bel pollice verso agli effetti sonoro deboli e senza mordente. La grafica alterna momenti bellissimi come le foglie che si muovono con il vento e i riflessi sull’acqua ad altri veramente poco curati come per esempio l’animazione di Madelyn quando sale le scale o i vari NPC disegnati con poca cura rispetto al resto.

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Da segnalare lo sforzo di Casual Bit Games di rendere più longevo possibile la propria avventura. Infatti se non vi dovesse bastare la modalità Storia potrete cimentarvi anche nell’arcade mode, nel quale ci ritroveremo quasi di fronte ad un nuovo episodio di GnG, dove la giovane principessa quasi armata di tutto punto si farà strada tra 10 livelli a scorrimento orizzontale e verticale tratti dallo story mode. Si potrebbe maliziosamente pensare che l’arcade mode fosse la vera natura del gioco, dando la sensazione di essere più naturale e armonioso nell’insieme.



COMMENTO FINALE


“Ma le ragazze – obiettò Madelyn – non possono essere cavalieri, papà. Solo i ragazzi possono”.
“Di che colore vuoi l’armatura” rispose Christopher.
“Rosa!!” disse Madelyn.

Ecco questo è Battle Princess Madelyn, prima di tutto un gioco pieno d’amore. Amore di un padre per la sua piccola figlia. Amore di un retrogamer verso action arcade anni 90. L’amore di un programmatore per il suo lavoro. Amore trasmesso anche verso chi ha creduto in questa piccola software house, Casual Bit Games, e ha finanziato la campagna Kickstarter. Battle Princess Madelyn soddisferà la fame di retrogaming del giocatore amante di Ghouls ‘n Ghosts. Non eccelle come il mito arcade Capcom, forse con un qualcosa in più avremmo parlato di piccolo gioiello, ma credo che poco importi. Se siete alla ricerca di un bel buco spazio temporale date un chance a questo progetto.