God of War ha segnato indelebilmente un genere, quello degli action slash 'em up, senza un briciolo di originalità, "semplicemente" portandolo a livelli impensabili prima della sua venuta; era quindi quasi fisiologico, visto il successo riscosso, attendersi una sequela di titoli che avrebbero calcato gli stessi schemi. Dante's Inferno non se lo è fatto ripetere due volte, scimmiottando con disarmante linearità il gioco dei Santa Monica, al punto da poter parlare in più passaggi di copia spudorata; tuttavia sarebbe ingiusto negargli quelle qualità che pure possiede e riescono ad ergerlo ad una certa dignità artistica.
Memori dell'epos che caratterizza ogni istante della vicenda di Kratos, i ragazzi di Visceral Games decidono di prendere spunto dalla prima cantica della Divina Commedia, riadattandola piuttosto liberamente, enfatizzandone l'aspetto più squisitamente orrorifico, truculento e d'impatto: basti dire che qui Dante è un possente guerriero reduce dalla terza crociata, invece del pallido e smunto autore amato (...) durante le scuole superiori. Tuttavia, tale estremizzazione non va intesa come la classica americanata nel senso più dispregiativo del termine: la storia, per quanto stravolta, risulta ben congegnata.
Memori dell'epos che caratterizza ogni istante della vicenda di Kratos, i ragazzi di Visceral Games decidono di prendere spunto dalla prima cantica della Divina Commedia, riadattandola piuttosto liberamente, enfatizzandone l'aspetto più squisitamente orrorifico, truculento e d'impatto: basti dire che qui Dante è un possente guerriero reduce dalla terza crociata, invece del pallido e smunto autore amato (...) durante le scuole superiori. Tuttavia, tale estremizzazione non va intesa come la classica americanata nel senso più dispregiativo del termine: la storia, per quanto stravolta, risulta ben congegnata.
Il crociato, in missione in Terra Santa, viene ferito mortalmente in un agguato e, trovandosi faccia a faccia con la mietitrice, apprenderà che ad attenderlo ci sarà la dannazione eterna, e non la redenzione dei peccati commessi in nome della fede, come illusoriamente prospettato dal vescovo. A questo proclama si ribellerà, arrivando a fronteggiare la stessa morte e finanche a sconfiggerla, impadronendosi della sua micidiale falce.
Di ritorno a Firenze, per vivere in pace con l'amore di sempre, Beatrice, scoprirà che l'anima della donna è ora posseduta da Lucifero per via di un voto infrantosi a causa della condotta lasciva di Dante. Il guerriero non esiterà quindi a discendere i nove cerchi dell'Inferno per cercarla, non solo affrontandone i relativi peccatori, ma anche le proprie colpe passate e parzialmente sopite, compiendo una vera e propria espiazione.
Ogni girone gli riporterà alla mente la condotta fallace, che ha toccato in un modo o nell'altro ognuno dei peccati ivi puniti, e solamente riuscendo in tale opera di redenzione avrà una pur piccola possibilità di fronteggiare alla pari il re degli inferi per strappargli l'amata. Il tutto sarà coadiuvato dalla classica guida di Virgilio, pronto, in più occasioni, ad elargire consigli e spiegazioni sui pericoli in serbo in ogni sezione.
Di ritorno a Firenze, per vivere in pace con l'amore di sempre, Beatrice, scoprirà che l'anima della donna è ora posseduta da Lucifero per via di un voto infrantosi a causa della condotta lasciva di Dante. Il guerriero non esiterà quindi a discendere i nove cerchi dell'Inferno per cercarla, non solo affrontandone i relativi peccatori, ma anche le proprie colpe passate e parzialmente sopite, compiendo una vera e propria espiazione.
Ogni girone gli riporterà alla mente la condotta fallace, che ha toccato in un modo o nell'altro ognuno dei peccati ivi puniti, e solamente riuscendo in tale opera di redenzione avrà una pur piccola possibilità di fronteggiare alla pari il re degli inferi per strappargli l'amata. Il tutto sarà coadiuvato dalla classica guida di Virgilio, pronto, in più occasioni, ad elargire consigli e spiegazioni sui pericoli in serbo in ogni sezione.
Da subito il titolo si presenta tecnicamente molto valido: in un gioco come questo la fluidità d'azione, piuttosto concitata, è essenziale, e fortunatamente si viaggia costantemente a 60 fps, senza esitazioni di sorta, anche quando lo schermo è satollo di poligoni. Le texture risultano sempre azzeccate, pur con alterna resa, presentando un tocco organico che dona sentore di orrorifica vitalità, senza dimenticare le animazioni degli sfondi e le innumerevoli chicche ad impreziosire il tutto, con effetti particellari e giochi di luce in bella evidenza.
Ciascun girone avrà la sua peculiare caratterizzazione, sia personaggistica (vedasi i neonati del limbo), sia ambientale (le forme falliche di quello dei lussuriosi), il che rimanda all'uso, fantasioso ma intrigante, della licenza. Alcuni scorci sono oltremodo mozzafiato e realmente inquietanti, e la forza espressiva dell'opera cartacea si esprime con magniloquenza in quella ludica, traducendosi in una potenza visiva di sicuro impatto.
Gli avversari, pur ben diversificati, sono forse pochini e il loro reiterarsi anche in gironi non di loro pertinenza ne è la conferma lampante, ma a bilanciare il tutto ci pensano i boss, notevoli in dimensioni (generosissime, spesso ben oltre l'intero schermo) e caratterizzazione.
Gli avversari, pur ben diversificati, sono forse pochini e il loro reiterarsi anche in gironi non di loro pertinenza ne è la conferma lampante, ma a bilanciare il tutto ci pensano i boss, notevoli in dimensioni (generosissime, spesso ben oltre l'intero schermo) e caratterizzazione.
Le musiche, richiamando i tipici cliché dei Carmina Burana, risuonano imponenti cori e una certa sacrale ritmicità, enfatizzando l'azione pomposamente e con la giusta solennità, mentre il doppiaggio è al solito professionale.
I filmati di intermezzo sono di due tipi, divergenti stilisticamente ma convergenti in qualità: siano essi fotorealistici o cartoon, si può sempre parlare di eccellenza. Se alla perfezione della CG si è abituati, quelli comics, dotati di un tratto peculiare, adulto ed oscuro, risultano inaspettatamente calzanti.
La giocabilità è grandiosa e conosce poche soste, durante le quali si vedrà comunque Dante cimentarsi in scalate mozzafiato, pericolosi attraversamenti appeso a delle corde fisse, o finanche mobili nel caso di spettacolari salti.
Ma il fulcro sono ovviamente i numerosi combattimenti contro i dannati: uccidendoli si guadagneranno punti da investire nell'acquisto di upgrade, inerenti l'aumento della barra energetica, quella del Mana (così da poter utilizzare più a lungo le varie magie), l'apprendimento di devastanti combo, o l'acquisto di slot per le icone, reperibili durante l'avventura, in grado di fornire nuove features.
C'è da sottolineare come le due armi in dotazione all'eroe fiorentino (la croce donatagli da Beatrice, a lunga gittata, e la falce strappata alla Morte) possano essere potenziate afferrando da subito i nemici più piccoli, o facendo altrettanto con quelli più grossi dopo averli fiaccati, e decidendo di assolverli o condannarli (tramite successivo QTE). Nel primo caso a beneficiarne sarà l'arma sacra, viceversa, a goderne sarà l'altra. Questa pratica si rivelerà indispensabile considerando che, pur avendo punti a sufficienza, taluni power up si potranno sbloccare solo raggiungendo un determinato livello del proprio arsenale.
Peculiare la possibilità di redimere alcune anime tramite un intermezzo stile rythm game: un giochino estemporaneo e piacevole, ma forse un po' fuori contesto. Sorprendenti invece gli enigmi, sempre logici e stimolanti, un vero valore aggiunto.
La difficoltà è aleatoria, e molto dipenderà dal livello di sfida scelto. Se non si vuole rovinare a priori l'esperienza, è consigliabile scartare il più facile per concentrarsi su quelli ostici, in grado di restituire una sfida maggiormente appagante, che impegnerà per una decina di ore circa. Sempre arduo stabilire quale durata possa ritenersi la più adeguata in un action come questo: allungando troppo il brodo, potrebbe subentrare un po' di noia, e a risentirne sarebbe la rigiocabilità, parimenti accorciando l'avventura eccessivamente, pur scongiurando il subentro della fossilizzazione, l'esperienza ne risulterebbe mortificata. Qui fortunatamente a fine gioco la sensazione è di aver affrontato un prodotto appagante, e tanto basta.
Il paragone con GOW è d'obbligo, visto che lo stesso Dante's Inferno non fa nulla (ma proprio nulla) per nascondere la sua fonte di ispirazione, e vede il titolo Sony uscire vincitore per vari motivi. Se è innegabile che l'ambientazione infernale sia un ottimo contraltare a quella mitologica di Kratos, si deve ammettere che la vicenda del Fantasma di Sparta è decisamente più coinvolgente.
La storia di Dante, pur ben elaborata, risulta troppo asettica, quasi letteraria nonostante la commercializzazione dell'opera, avendo una minor presa, emotivamente parlando. L'epicità di GOW viene innestata da uno spunto personale, quello della vendetta, dotandola di un fascino che l'inferno qui riprodotto possiede solo in parte: l'accento orrorifico gode di un impatto notevole ma solo epidermico, e il modo in cui è trattata l'introspezione psicologica dei personaggi, rilascia la sgradevole sensazione che le loro vicissitudini appaiano come scolpite nella roccia, più che umanamente verosimili.
Inoltre alla figura di Virgilio è destinato un ruolo marginale e petulante, col sommo poeta limitato a proclamare dettami sui vari gironi, finendo con l'appesantire lo storyline e allontanando ulteriormente il giocatore dalla buona fisicità che il comparto tecnico riesce a trasmettere.
Questo tralasciando il fastidioso sentore di plagio che si avverte in più punti, durante i quali si potrebbe sostituire Dante con Kratos senza colpo ferire a causa delle similitudini scontate ma troppo sfrontate, talvolta così sfacciate da destare perplessità.
Chi si aspetta da Dante's Inferno un gioco innovativo, che possa stravolgere o almeno portare un po' più in là i canoni settati da GOW, può mettersi il cuore in pace: nulla di tutto questo è presente e, presumibilmente, non è mai stato nemmeno lontanamente nelle intenzioni degli sviluppatori.
Tuttavia, chi non ha mai goduto delle vicende di Kratos (o magari ha preferito la xbox 360 rispetto alla PS3, rinunciando al terzo capitolo della saga), o ancora chi non ne ha ancora abbastanza di questo genere e ha voglia di gettarsi in una furiosa mischia con scontri roboanti e nemici immensi, da devastare previo spettacolari combo, metta pure da parte la delusione di non trovarsi dinanzi ad un capolavoro (come la pompata campagna di marketing della EA lasciava presagire), e sappia che Dante's Inferno, pur coi limiti sopra espressi, difficilmente potrà deludere.