Almeno ad un primo sguardo l’impostazione del titolo Namco sembra la solita di sempre, e ci vedrà impegnati nel tagliare per primi il traguardo in una serie di gare suddivise per classi di velocità e composte di 3 giri cadauna. Anche lo storico sistema di derapate non ha subito per l’occasione significativi cambiamenti, proponendo le tre solite categorie di macchine in grado di delineare un approccio al gioco totalmente differente, grazie ad una risposta in fase di sterzata assolutamente peculiare. Come al solito le varie vetture proposte, per quanto ben realizzate, saranno frutto di pura fantasia e risulteranno equamente suddivise fra i quattro storici marchi costruttori ormai tipici della serie.
Le maggiori novità di Ridge Racer 6 risiedono, invece, sia nella particolare struttura delle gare, concepita come una sorta di diagramma ad albero che ci consentirà di decidere l’ordine dei tracciati, che nell’inserimento della nitro, in grado di sospingere il nostro mezzo a folle velocità per un breve lasso di tempo. Come potete ben immaginare, quest’ultima “aggiunta” finisce con l’avere un impatto sul gioco tutt’altro che marginale, finendo col diventare l’intera chiave di volta di tutto il gameplay. Infatti, già dopo le primissime battute, diverrà palese che la via più sicura per assicurarsi la vittoria sarà quella di affrontare le curve in derapata a folle velocità, in modo da accumulare abbastanza nitro da superare in tutta tranquillità i restanti avversari durante i lunghi rettilinei. Sebbene un simile sistema richieda un minimo di pianificazione e si riveli, soprattutto durante le fasi iniziali, molto divertente e frenetico, finisce immancabilmente con lo sminuire l’importanza di una guida pulita e priva di sbavature, togliendo al titolo quel tanto di tecnicismo capace di tenere impegnato il giocatore sul lungo periodo. Inoltre, tale impostazione avvicina in maniera preoccupante il titolo Namco ad uno dei tanti “Burnout” usciti negli ultimi anni, snaturando perciò il classico feeling della serie. Il tutto, però, senza mai raggiungere gli stessi picchi di adrenalina offerti dal titolo EA. Nel corso del gioco saranno comunque previste alcune gare senza l’ausilio della nitro, ma il loro scarsissimo numero non consente al prodotto di tornare sui cari vecchi binari.
Il vero cavallo di battaglia di Ridge Racer 6 restano, nonostante tutto, la grande immediatezza e l’elevatissima giocabilità che lo caratterizzano. La risposta ai comandi è, come al solito, eccellente, mentre la tanto fondamentale derapata non richiederà più di un paio di partite per essere metabolizzata a dovere anche dai neofiti della serie. Purtroppo, il livello di sfida offerto dalla CPU si assesta su livelli decisamente bassi, soprattutto a causa della già citata nitro, che i nostri avversari digitali si dimostreranno incapaci di sfruttare a dovere. Insomma, una volta entrati in sintonia col gioco, perdere una gara diverrà un’eventualità più unica che rara. L’unico modo per innalzare il livello di sfida risiederà nel selezionare il cambio manuale in accoppiata con una delle macchine meno guidabili, le quali, stranamente, non offriranno prestazioni sufficientemente elevate da sopperire alla scarsissima tenuta di strada. Discorso a parte merita, ovviamente, l’immancabile modalità online, dove, potendo sfidare i migliori corridori di tutto il pianeta, non si avvertiranno tutti i problemi che una IA così carente inevitabilmente comporta.
Tecnicamente parlando, il racing Namco si porta dietro tutte quelle limitazioni tipiche di un titolo di lancio. Perciò, paragonata alle più recenti produzioni “next-gen”, la grafica di Ridge Racer 6 non farà certamente gridare al miracolo, pur risultando sufficientemente pulita ed accattivante. Il comparto audio, dal canto suo, si dimostra altrettanto anonimo (per non dire fastidioso), soprattutto a causa del solito accompagnamento in stile “techno/j-pop” che potrebbe giustamente indispettire i più. Nonostante ciò, rispetto ai precedenti capitoli della serie questa sesta iterazione brilla sicuramente per l’ottima mole di contenuti. In pratica, ad annoiare il giocatore non sarà certo la mancanza di macchine o tracciati, quanto un sistema di guida troppo superficiale ed una generale carenza di sfida.
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Emiliano "Mastergen" Valori