Ad inizio anni 80 il “gioco di calcio bello” da giocare a casa, e forse anche in sala giochi, era una specie di chimera tra palline chi giocavano a pallone e stanghette che calciavano un quadrato. No, qui c’è un campo, tiri, parate, colpi di testa, carne, scarpini, capelli, il pubblico che urla al goal e giocabilità. Senza girarci intorno: International Soccer era grafica, potente per un gioco di calcio 80 (visuale laterale, il futuro!), ma che si metteva a disposizione del divertimento, quel divertimento che è pressofuso nelle menti dei possessori del C64 che hanno giocato al tempo. C’era la magia del calcio.
Pochi fronzoli prima di iniziare una partita: scegli il colore della maglia della tua squadra poi quella del tuo avversario (che poteva essere un altro calcio amatore o la CPU con relativo livello di difficoltà da 1 a 9) e via per 400 secondi (200 per tempo) di calcio fantascienza. E chissenefrega se i giocatori in campo fossero solo 6 più il portiere, che non ci fossero i falli e i penalty. Che per parare bisognava tuffarsi manualmente e il portiere parava alla cass, che delle volte le partite finivano con punteggi tennistici o che non ci fossero i team da selezionare, la gente si divertiva come si è divertita con ogni gioco del pallone degno di questo nome. E se vincevi la partita una bella signorina elegante consegnava la coppa al capitano. Idealmente International Soccer era una finale, di quelle importanti. Non solo un vecchio gioco di calcio, ma un vero e proprio pezzo da museo di storia.