Nel lontano 1990, mentre in Italia si giocavano i mondiali di calcio e qualcuno aspettava il Megadrive, approdava su Commodore 64 il terzo titolo della saga di Dan Dare.
Sviluppato negli studi di Probe Software e prodotto sotto etichetta Virgin Games, Dan Dare III - The Escape, uscì in occasione del 40° anniversario della serie a fumetti nata dalla fantasia dell’illustratore inglese Frank Hampson.
Il protagonista di questa serie è il colonnello Daniel Dare Mc Gregor, pilota capo della Flotta Spaziale Interplanet, che ha visto la sua prima apparizione sul giornale britannico per ragazzi Eagle. Questa pubblicazione, nata intorno agli anni ‘50, narra di un (allora) futuristico 1990, fatto di scontri a bordo di astronavi contro alieni capitanati dal malvagio Mekon.
La trama del gioco ci vede prigionieri nella base aliena dei Treen, dove il colonnello Dare è utilizzato come cavia per degli esperimenti genetici; noi guideremo la sua fuga verso la libertà, muniti di jet-pack e fucile al plasma.
La sfortuna però, vuole che l’unica astronave disponibile per fuggire sia rimasta a secco: dovremo esplorare l’intera base per recuperare i contenitori di carburante.
In Dan Dare III -The Escape (che d’ora in poi chiamerò DD3 per comodità) veniamo proiettati direttamente nell’azione. Dopo aver infatti caricato la cassetta, veniamo accolti da una schermata che ci consente di rimappare i tasti (una cosa rara ai tempi del Commodore 64), dopodiché l’unica opzione del gioco è quella di scegliere con quale controllo giocare la partita.
La schermata è caratterizzata da un’apposita barra situata nella parte bassa dello schermo e dedicata agli indicatori di stato, come energia , vite residue, munizioni rimaste, carburante, per finire con il classico punteggio.
All'estremità sinistra della barra compare un riquadro dedicato ad un vero e proprio inventario.
Esso è consultabile spingendo verso il basso il joystick e rappresenta un embrionale sistema di gestione delle risorse nonché una valida aggiunta ad un gameplay che altrimenti sarebbe stato troppo povero.
Il nostro Colonnello, infatti, potrà così selezionare l’arma più congeniale alla situazione. Oltre al normale fucile, abbiamo delle bombe rimbalzanti che appunto rimbalzano sulle pareti fino a colpire un nemico (paradossalmente questo tipo di arma è molto utile negli spazi stretti); abbiamo inoltre a disposizione anche un’arma per “ripulire” lo schermo dai nemici : la bomba intelligente.
Superate la sezione delle armi, l’inventario continua visualizzando la quantità di carburante raccolto per la fuga (l’obiettivo sono 50 galloni), il livello di destinazione e i crediti disponibili. Questi crediti servono per acquistare armi e vite presso il terminale situato nel primo livello di gioco (definito appunto Store).
Questo gioco possiede, come il suo predecessore, una visuale laterale. Dobbiamo perciò farci strada tra gli alieni grazie al nostro fido fucile al plasma, che è in grado di sparare con una buona cadenza di fuoco, ma è anche capace di esplodere un colpo singolo più potente se manteniamo premuto il tasto di sparo (come accade in Megaman/Metroid).
Gli spostamenti vengono effettuati nelle otto direzioni grazie al jetpack in dotazione al nostro Dan, ma bisogna fare attenzione a non esaurirne il propellente, pena la perdita di una vita.
Per poter passare attraverso i vari livelli, dobbiamo teletrasportarci utilizzando una struttura simile ad una doccia. Questa sarà attiva solo dopo che avremo recuperato l’apposita “icona” del teletrasporto: per farlo dovremo affrontare la figura del malvagio Mekon presente in ogni livello.
Il teletrasporto da un livello all’altro è costituito da una prova di abilità: dovremo attraversare una specie di tunnel spaziale che collega i vari livelli, rappresentato da una serie di rettangoli disallineati disposti in prospettiva. Sarà nostro compito non entrare in contatto con queste figure, pena la progressiva perdita di energia.
DD3 resterà sempre impresso nei miei ricordi per il comparto sonoro.
Nelle primissime schermate introduttive del gioco sono presenti due diversi temi, mentre durante la partita non vi è nessun motivo d’accompagnamento, cosicché
regna il silenzio, interrotto dagli sporadici effetti sonori dati dai vari colpi dei nemici o dalle nostre armi. Questa scelta è ovviamente stata dettata da un limite tecnico e per questo andrebbe valutata negativamente, ma mi sento di sottolineare come l’assenza di musica abbia creato quel senso di solitudine che serve a dare almeno un pizzico d’atmosfera in un gioco altrimenti caratterizzato da un gameplay tutto sommato banale.
Tecnicamente DD3 è ben confezionato: la grafica mostra le capacità cromatiche del fido C64 e i dettagli dei vari livelli sono molti. Peccato che i fondali siano praticamente assenti e che i nemici abbiano delle movenze assolutamente legnose e che si ripetano continuamente durante tutto l’arco dell'avventura.
Il gioco quindi è di quelli che si ricordano solo per la bellezza della grafica e per l'assenza di linearità dei livelli, determinata dalla scelta di caricare tutto il gioco nella ram della macchina. Difficilmente lo rigiocherete, data l’estrema ripetitività, l’esigua difficoltà e la ridotta longevità dell’esperienza.
Dan Dare III - The Escape - Commodore64
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- Pubblicato: 12-03-2012, 13:29
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Dan Dare III - The Escape
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giochino abbastanza mediocre. Tecnicamente poi, è triste constatare come le versioni Spectrum e Amstrad Cpc siano più belle....
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Originariamente inviato da Gedeone de Infortunisgiochino abbastanza mediocre. Tecnicamente poi, è triste constatare come le versioni Spectrum e Amstrad Cpc siano più belle....
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