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Un cavaliere, una principessa, il cattivone di turno che rapisce quest'ultima, lande desolate, orchi e draghi... insomma uno scenario fantasy dei più classici che fa da sfondo al titolo di cui vi parlo in questa nuova recensione: Leander per Amiga!

Prodotto nel 1991 da una Psygnosis mai cosi aperta alle collaborazioni esterne, Leander è l'opera prima dei Traveller's Tales, gruppo di coders inglesi, qui appunto al loro debutto nel mondo dei videogames.





Come tanti colleghi contemporanei, anche questi sviluppatori scelgono Amiga come terreno fertile su cui seminare le proprie idee, piattaforma che nei primissimi anni '90 viveva la sua maggiore crescita, riscontrabile sia nelle vendite del sistema stesso, che nella qualità del software proposto. Amiga, indubbiamente, dominava il mercato europeo del periodo.
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Leander è da considerarsi un titolo esemplare per la macchina ospitante, uno di quelli che, grazie ad una programmazione davvero impeccabile, ne mette a nudo caratteristiche e peculiarità. Sviluppato per il chipset originale OCS, Leander è memorizzato su due floppy disk densi di pura fantasia tramutata in codice. La sperimentazione è alta, la voglia di osare, di spingere su nuovi binari, ben evidente. Traveller's Tales poggiano le fondamenta della loro prima creatura su di una tipologia di gioco ben collaudata, come quella del platform game, delineandone però i contorni con una significativa impronta adventure, fino ad ottenere una perfetta sinergia tra queste due tipologie di gioco, un dualismo in cui l'una non sovrasta mai l'altra.
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Proprio come aveva fatto Shadow of the Beast, Leander catapulta il videogiocatore in uno scenario suggestivo, facendolo viaggiare attraverso lande desolate e oscure. L'omaggio al titolo Reflections è tanto evidente quanto affascinante, anche grazie a colorazioni cupe e ad una atmosfera pregna di elementi fantasy stimolanti e mai invasivi. La percezione visiva dello spettatore è dunque cullata da una ricchezza di dettagli grafici che scivola via attraverso un perfetto scrolling a 50 fps, scorrimento privo di qualsivoglia sbavatura anche nelle scene più affollate. Leander, attraverso il suo viaggio, regala dunque grandi emozioni e ottimo divertimento, caratteristica, quest'ultima, che non viene mai meno, anche a fronte di sezioni non proprio facili da superare.

Sul fronte audio si rileva la medesima qualità riscontrabile in tutto il resto del prodotto, benché si debba scendere a patti con una scelta obbligatoria, comune a tanti titoli Amiga del primo periodo: affrontare l'avventura con la sola musica attiva, oppure rimpiazzarla con gli effetti sonori. In entrambi i casi, comunque, la qualità è assicurata. Per godere appieno dell'esperienza di gioco, tuttavia, consiglio vivamente di settare l'opzione "music" nell'apposita schermata, fruendo così dell'opera di un trittico di musicisti digitali che rispondono al nome di Matthew Simmonds, Timothy Wright e Jon Burton, autori che in Leander realizzano sinfonie avvolte in un'indescrivibile atmosfera onirica.

Come videogioco, dunque, Leander si pone un obiettivo che in tanti trascurano: far staccare la spina dal mondo reale, dalla talvolta monotona quotidianità. E così, una volta seduti di fronte al vostro computer preferito e impugnato il joystick/pad tra le mani, vi renderete conto che i Traveller's Tales, con il loro titolo d'esordio, sono pienamente riusciti nel loro intento.

Leander Video Recensione

COMMENTO FINALE


"Leander era e resta a tutt'oggi un perfetto esempio di videogioco occidentale, convertito in secondo momento anche su console come il Mega Drive, ma da vivere su Amiga per capirne la vera forza espressiva. La medesima forza che si respirava nell'aria in quell'ormai lontano 1991, la migliore espressione della controtendenza di scuola europea che portava i programmatori a rilasciare vere e proprie perle dell'underground videoludico. Amiga con Leander rappresenta tutto questo."