E’ proprio da questo film che fu tratto il videogioco da cui vi parlo in questa recensione, l’omonimo Suburban Commando del 1993 edito dalla New Line Cinema Corporation, programmato dalla Alternative Software per C-64, Amiga e PC-MS Dos. La versione testata è quella per la macchina a 16bit targata Commodore, dove il gioco, molto comodamente, risiede su un singolo dischetto.
Action game con venatura platform e spruzzatina da beat’em up, Suburban Commando si mostra a nostri occhi come un prodotto dai toni parecchio shareware. L’intero gioco è di fatto composto di soli quattro livelli, facilmente superabili e ognuno con la propria bella password al seguito. Non è solo riguardo alla longevità, comunque, che si riscontrano dubbi su una natura “poco commerciale” del prodotto, poiché anche tecnicamente si percepisce il medesimo effetto. Lì dove troviamo uno scrolling fluido e privo d’incertezze, nasce uno stile di disegno particolarmente “infantile”, sia come tratto sia come cromatura. Gli Alternative Software optano per una rappresentazione dei personaggi in stile super deformed, con testoni grossi poggiati su corpi piccini. La definizione è comunque alta, tanto che non è per niente difficile scorgere in video i tratti somatici del colosso americano come i già citati baffi biondi chiaramente rappresentati. Anche il sonoro segue le stesse direttive della grafica, facendosi ascoltare in pezzi oscillanti tra il rap nella title music, alla classic dance in game, di gusto molto “casareccio”. Tutto ciò non deve comunque far pensare di trovarsi dinanzi un titolo sgradevole. Suburban Commando riesce a regalare anche qualche spunto interessante per via di una giocabilità divertente, mai frustrante e con un minimo di varietà che non guasta mai. Iniziando la partita, ci ritroviamo di fatto a bordo di una navetta spaziale sulla quale viaggia il nostro eroe Shep Romsey, con una tipologia di gioco da classico shoot’em-up orizzontale che fa il verso, nemmeno tanto nascosto, a Project-X del Team-17. Scesi dalla navetta, affrontiamo tre livelli action-platform-beat’em-up in cui, il nerboruto protagonista va in giro per i livelli menando pugni, calci volanti e scivolate stile spazzata a non finire, il tutto miscelato con la ricerca di chiavi e oggetti utili al proseguimento. Alla fine di ognuno dei tre livelli action, c’è ad attenderci un boss ancora più energumeno di noi, contro cui ingaggeremo scontri a corpo a corpo senza esclusione di colpi in perfetto stile Street Fighter (beh, dai!). Peccato che tali boss, compreso quello finale, siano dei veri e propri beoti da abbattere. Non ci vorrà tanto, infatti, per portare a termine Suburban Commando, fermo poi riporre il floppy disk nella sua scatola ORIGINALE lasciandolo in balia della polvere sino all’eternità. Questa sorte è toccata a tanti altri titoli anche più blasonati, ma qui si parla di un gioco che nel 1993 costava sicuramente un bel po’ di soldini e ritrovarsi a terminarlo dopo pochissime partite, non è il massimo, soprattutto per le tasche di qualche sprovveduto ragazzino che, magari, poteva permettersi un solo titolo ogni paio di mesi. Ribadisco che si tratta di un titolo divertente e sufficientemente ben fatto, ma che avrebbe avuto un “vero e giusto valore” come prodotto shareware, non a prezzo pieno. Ma in questa sede parliamo di retrogaming, quindi…
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