Nel 1990 una nuova software house si affacciava sul mercato dei videogame, catalizzando le proprie risorse specialmente sulla macchina a 16 bit di mamma Commodore. Mutation Software era il nome dell’ etichetta, capitanata e guidata quasi unicamente da Adrian R. Cummingas proveniente dalla bella Inghilterra, terra sempre fertile in fatto di programmazione Amiga. Il primo titolo creato da questo piccolo team di sviluppo s’intitolava Bug Bash, prodotto dalla Microtec Entertainment, girava su Amiga Ocs-Ecs e AtarST, ed era posto comodamente su un singolo dischetto. Trattasi di un action game semplice e simpatico, dove siamo alla guida di un non specificato insetto amorevolmente attaccato alla propria terra, tanto da volerla tenere sempre pulita. A noi dunque il recupero della spazzatura sparsa per i vari giardini, preoccupandoci di riporre il tutto in un bel cassonetto collocato in singolo punto del livello in corso, nonché combattendo contro tutta la popolazione “insettiana” pronta a sbarrarci la strada per non si sa quale reale motivo. Armato d’insetticida alla mano ed elica sulla schiena che ci permette di svolazzare a nostro piacimento, ci apprestiamo a superare sette livelli suddivisi per altrettanti giorni, tutti con un bel guardiano di fine stage ad aspettarci. Tecnicamente Bug Bash si presenta ai nostri occhi con colori sgargianti e un effetto copper sempre presente e ben sfruttato (parlando ovviamente della versione Amiga), scrolling fluido e privo d’incertezze anche nelle situazioni affollate, più un parallasse perpetuo in singolo strato. Un programmino creato come si deve, insomma, che subito mise in luce le doti di questo talentuoso programmatore Inglese. Non pensiate comunque che Bug Bash sia un capolavoro indispensabile da andare a ricercare. Posso, però, assicurare che appartiene a tutta quella schiera di videogame “dall’ultima partita e poi smetto”, di quelli che galvanizzano il videogiocatore spronandolo a ritentare finché non porta il tutto a compimento. Veramente molto carino e come titolo di esordio si presentò come un sufficiente biglietto da visita.
Dopo una pausa che vide Mutation Software alle prese con un titolo di tutt’altro genere, (quello shoot’em up orizzontale tramite Nucleus sempre prodotto da Microtec Entertainment ), Adrian R. Cummingas nel 1992 rispolverò il brand di Bug Bash tenuto nel cassetto per ben due anni; nacque cosi Doodlebug: Bag Bash 2.Trattasi questa volta di un platform a scorrimento orizzontale dei più classici, figlio evidente del periodo d’oro dell’Amiga, nonché del genere con a capo un Mario sempre in buone acque, accompagnato dal porcospino blu made in Sega in piena ascesa. In Doodlebug siamo nuovamente alla guida di quell’insetto d’inspiegabile provenienza, questa volta ancor più inclassificabile. Se nel primo titolo potevamo accostare lo sprite principale ad una coccinella su due zampe, o a una formica con guscio da coccinella sempre su due zampe, qui la frittura mista include anche un pizzico di Sonic, una spalmata di Mario e, per finire, un vago richiamo anche a Zool. Insomma, è veramente ardua definire la provenienza di questo piccolo esserino, fermo restando che, quest’ultimo, risulta tenero e simpatico sin dal primo approccio, rendendone facile un precoce affezionamento da parte del videogiocatore di turno. Come dicevo, dunque, il gioco in questione è un platform che eredita da Sonic la possibilità di eliminare i nemici roteandoci in testa, dando capocciate sotto mattoni contenenti bonus vari come il buon Mario ci ha insegnato, in una struttura dei livelli simile a quella vista in Zool. Questo programma ha di originale il sistema di magie messo a nostra disposizione tramite il recupero di matite colorate: ad ogni singolo colore corrisponde un tele effetto diverso. La matita blu apre un ombrello che accudisce le cadute da alti precipizi, la rossa gonfia un palloncino che ci trasporta verso luoghi altrimenti inaccessibili, la verde crea una pozione d’invincibilità e via discorrendo. E’ di buon auspicio per noi, dunque, apprendere come e quando usare al meglio tali magie, scoprendo a nostro discapito che senza padroneggiarle con dovizia, sarà arduo superare anche solo il primo stage. La difficoltà risulta dunque medio alta, poiché tutto dipende da quando si riesce ad entrare in sintonia con le meccaniche di gioco appena descritte e con dei controlli inizialmente rigidi. Doodlebug esorta al ragionamento prima di passare all’azione pura, pretende che si osservi attentamente l’area circostante per poi agire di conseguenza. Di fatto, se affrontato con istinto da platform classico, zampettando a destra e a manca alla ricerca di bonus da raccogliere, il gioco regalerà solo una forte frustrazione dovuta alla velocità con cui il nostro personaggio riesce a perdere energia e vite a ripetizione, entrando in collisione con sprite nemici e trappole come spuntoni fuoriuscenti dal pavimento con disarmante facilità. Avremo, anche in questo secondo capitolo, tutta una schiera di boss di fine livello contro cui combattere; cinque per l’esattezza, per altrettanti livelli suddivisi in tre stage ciascuno da affrontare tutto d’un fiato, poiché non esistono password né salvataggi di sorta. Il sonoro regge il passo alla sufficiente e cartoonesca messa in scena della grafica, proponendo brani a tema e simpatici sfx nella media del genere cui appartiene. Nulla di sconvolgente dunque, ma il tutto ben amalgamato e incastonato a dovere nel contesto.
La Trama:
Vi ho detto che si tratta di un platform abbastanza canonico? Quindi, da un prodotto del genere che storia vi aspettereste?Un invasione aliena?No dai, questa volta gli alieni sono rimasti buoni e quieti sul loro pianeta, magari staranno cospirando un ulteriore prossimo attacco, ma non è questo il caso. Qui, in questo videogioco, dobbiamo salvare la principessa catturata dal cattivone di turno, semplicemente questo. Salvatela e vivrete felici e contenti al suo fianco poiché, ovviamente, dopo la disavventura lei s’innamorerà perdutamente di voi.
Note:
• Doodlebug, a differenza del prequel, fu un’esclusiva Amiga distribuito da Core Design. Solo ultimamente Adrian R. Cummigans, ancora attivo nel mercato videoludico Indie, ha rilasciato sull’AppStore una nuova release del titolo ivi recensito. Quindi, volendolo provare e, magari, possedendo un bell’Ipad, potreste optare anche per questa versione, fermo restando che il fascino dell’originale non ha eguali, soprattutto se in casa si possiede ancora un vero Amiga su cui giocare e non passando tramite l’emulazione.
• Tutti i giochi targati Mutation Software sono disponibili per il download gratuito tramite il sito www.amigapd.com - Buon divertimento -
Doodlebug: Bug Bash 2 - Amiga
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- Pubblicato: 02-12-2011, 15:17
- 6 commenti
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Doodlebug: Bug Bash 2
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Che carinissima l'apetta bionica!!!
Ho sempre apprezzato i giochini di questo tipo (adoro i platform)...complimenti per la recensione!
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Belle rece Amy...non sapevo che era un seguito ,comuqnue sono d'accordo con te sullo stile Mutation ,uno stile trash ma divertente anche se i loro videgiochi non erano il massimo,ricordo un altro loro prodotto distribuito dalla Core ,Cyberpunks, questo era peggiore ma ben caratterizzato.
Doodlebug paga anche la troppo similitudine con Zool ,che se ben ricordo uscirono nello stesso periodo...comunque sono perle del passato che vanno rigiocate con i loro limiti e difetti,ma almeno erano originali nella concezione.
Non capirò mai come la Core Design ,ottima casa produttrice di videgiochi per amiga e non solo, abbia deciso a quel tempo di distribuire simili prodotti,molto lontani dal loro standard...bah
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Lo vidi per la prima volta su TGM e rimasi colpito dallo stile grafico, specialmente dei boss. Non fui mai in grado di provarlo, tuttavia. Poi arrivò l'emulazione e ne ebbi l'occasione, ma non mi piacque affatto, persino la grafica, anche se molto colorata, era lenta e senza scrolling a 50 Hz.
Originariamente inviato da maxtex74uno stile trash ma divertente
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Davvero curioso questo Doodlebug: Bug Bash 2... sembra quasi un crossover tra Zool / Venus The Flytrap e Dynamite Headdy...
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Originariamente inviato da museheadBeh, non è trash, anzi, qui c'è una certa ricercatezza. In foto la grafica rende molto ma molto bene e rimane a mio avviso la parte migliore.
Io ci giocai all'epoca nella versione pirata con i cheatcode ,per vedere i livelli, e ultimamente ho recuperato la versione originale in box su Ebay a prezzo ridicolo e devo dire ,anche se mi tocca bestemmiare delle volte ,ha un suo stile...provato anche su emulatore anni fa ,prima di abolirli del tutto ,e non rende...
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Uno dei motivi che mi ha spinto a rispolverare Doodlebug è stato proprio il venire a conoscenza del suo prequel. Anch’io al tempo dell’uscita originale non gli dedicai più di un paio di partite e, ancor’oggi, se dovessi consigliare un platform Amiga, non sarebbe certo tra i primi in scaletta, figuriamoci paragonarlo a robe come Lionheart (che comunque unisce allo zampettare tipico dei platform, un’azione dal profumo adventure).
Per ciò che riguarda lo stile Mutation Software, non sarei proprio d’accordo col termine “trash”, diciamo, come ben evidenziato anche nel corso della rece, che sfoggia una struttura “casareccia” (riscontrabile anche nel sonoro).
Ovviamente in emulazione perderà ancora di più, rallentando uno scrolling che, già di suo, non mostra particolari velleità.
Grazie per i complimenti e…Peacez!
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