A tutto questo si affiancò un’ulteriore prassi cara a determinate software house di quel movimentato periodo (anche prima, a dire il vero): la via dell’edicola come mezzo di divulgazione del proprio software. Simulmondo ne fece ”religione” tramite gli albi a cadenza determinata dedicati ai fumetti di casa Bonelli come Dylan Dog e Tex, altri tentarono il “colpaccio” senza però raggiungere la vetta ineguagliata della software house bolognese. Tra questi, nel 1994, con terreno già adeguatamente sondato, la "Hobby & Work" decise di portare nelle edicole di tutta Italia la trasposizione videoludica di una storia fantasy edita in cinquantasei fascicoli dal nome La Storia Ancestrale. La scelta per chi si sarebbe occupato della relativa programmazione cadde su un’etichetta divenuta parecchio nota in quel periodo dopo aver dato i natali a titoli per Amiga come Top Wrestling e l’eccellente F17 Challenge: parliamo della Holodream Software.
Le macchine scelte per ospitare tale lavoro furono Amiga e PC con MS-DOS a bordo, con una tipologia di gioco appartenete alla più che in voga avventura grafica punta e clicca. Il programma fu diviso in quattro capitoli con relativa uscita a cadenza mensile. Entrambe le versioni, benché codificate da programmatori diversi (Fabrizio Farenga per Amiga, Raffaele Agnus per DOS), risultavano completamente identiche poiché il resto del codice per la relativa parte grafica e sonora fu creato in entrambe le versioni dalle medesime mani: il talentuoso Nicola Tomljanovich alla direzione sonora, Manuele de Riso agli sfondi, Manuele Valensise per animazioni e grafica in generale. Come risultò alla fine questa bella iniziativa? Da qui in poi è doverosa una “fredda analisi”.
Come accennato poco sopra, dunque, il gioco in entrambe le versioni è praticamente identico, benché il sottoscritto lo abbia provato in versione Amiga. La grafica non fa certo gridare al miracolo, tantomeno sfrutta le peculiarità care alle macchine ospitanti ma, nel suo semplice mostrarsi, offre un'atmosfera adeguata alla situazione. Parliamo come detto di avventura grafica punta e clicca, ma il nostro personaggio scorrerà solo orizzontalmente sullo scenario che può risultare piatto se confrontato con altri titoli sui generis. A noi sarà data la “sola” possibilità di andare avanti e indietro per lo schermo facendo attenzione agli oggetti da raccogliere che, per fortuna, ben si evidenziano sullo sfondo per eccessiva “pixellosità” in confronto con il resto. Il tutto è manovrato semplicemente tramite mouse, ma, preferendo, si può optare anche per la tastiera come periferica di controllo. Il gioco, come detto, scivola via in modo molto piatto ma nello stesso tempo adeguatamente affascinante. Gli scenari, di tanto in tanto, sapranno regalare bei disegni con scorci di buon gusto ma nulla che possa far gridare al miracolo o che, tantomeno, possa esser paragonato a quanto già mostrato da altri titoli dello stesso genere. A spezzare la monotonia del punta e clicca sovvengono simpatiche fasi action con cui dilettarci dove verremo catapultati in combattimenti con visuale in prima persona. Anche in questo caso, comunque, si nota un’idea di fondo carina e ben ricercata non adeguatamente supportata dalla giusta programmazione. Ugualmente divertente e giocabile anche in queste fasi, La Storia Ancestrale lascia sempre e comunque la spiacevole sensazione che si sarebbe potuto “osare” di più. Il sonoro curato come detto dal talentuoso Nicola Tomljanovich segue a ruota tutto quanto scritto sinora sulla grafica, facendosi ascoltare in quei pochi sfx riecheggianti nella foresta, in ruscelli d’acqua ben ricreati e in un solo e unico modulo ascoltabile durante il percorrere dell’avventura presente nel quarto e ultimo capitolo. "Poco ma ben fatto" sembra la strada perseguita dagli Holodream programmando La Storia Ancestrale, scelta che non mi sento certo di contraddire, non fosse per quella spiacevole sensazione descritta poc’anzi. Anche la longevità non si affanna certo per varcare il recinto ben delineato dagli Holodream, mostrandosi in una durata complessiva che non va oltre la ventina di minuti circa per capitolo, con un’oretta di gioco abbondante per concludere “l’intera saga”. Benché il titolo faccia perno su enigmi spesso astrusi, ogni videogiocatore (meglio se “retro giocatore”) ben allenato alla tipologia di titolo trattato non faticherà minimamente per portare a termine quella che, tengo a sottolineare, va presa come un’esperienza atipica, un piccolo programma da edicola da consigliare a chi abbia letto gli albi originali e che voglia, per collezione, affiancare loro anche il videogioco ivi recensito.
Un breve cenno alla trama:
Il protagonista di quest’avventura è un ragazzo di nome Richard che, rincasando in una sera come tante altre, si ritrova catapultato in una nuova dimensione dove impervia una durissima battaglia tra le forze del bene e quelle del male. Suo malgrado, quindi, Richard si ritroverà a scoprire di essere l’ago della bilancia tra queste due forze, il prescelto che porrà fine a tale guerra. A grandi linee, dunque, queste sono le premesse che ci spianeranno la strada verso questo lungo cammino, che ci porterà a visitare terre lontane tra mille amici e altrettanti nemici con cui interagire. Un racconto non certo epocale, ma quantomeno affascinante quel minimo che basta per iniettare nel videogiocatore di turno la voglia, la forza e la curiosità per proseguire fino alla fine.
Note:
• A lavoro finito, Holodream Software consegnò nelle mani della Hobby & Work i quattro capitoli sia in versione Amiga sia MS-DOS. Proprio in quel periodo la Commodore fallì, trascinando con sé le sorti di una tecnologia come Amiga ancora in buone acque. Hobby & Work decise, a quel punto, di non pubblicare la versione per la macchina Commodore, portando in edicola la sola versione MS-DOS.
• Fabrizio Farenga sul suo sito (www.farenga.it) mette a disposizione in modo del tutto gratuito il download di entrambe le versioni che, in questo caso, facendo riferimento alla versione Amiga, sono una vera chicca da non lasciarsi sfuggire.
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