Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   shadowofbeastcover.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 23.2 KB 
ID: 252297Un gioco che non è in grado di divertire non passa alla storia. Siete d’accordo? In effetti, difficile darmi torto. Se anche un gioco avesse una realizzazione tecnica da favola, sarebbe prima o poi dimenticato in quanto siamo tempestati da nuove macchine, programmatori sempre più capaci, grafici che si inventano sempre qualcosa in grado di lasciarci a bocca aperta. Shadow of the Beast 2 conferma il mio teorema: ha una grafica incredibile ma una giocabilità inesistente, di conseguenza ce lo si ricorda più che altro per il nome che porta che è l’unica cosa che non lo fa sprofondare del tutto nel girone della dimenticanza; Shadow of the Beast 3 conferma il mio teorema: tecnica magnifica, giocabilità buona ma non eccelsa, per quanto assai migliore del suo predecessore, non è sufficiente per annoverarlo tra i giochi indimenticabili. Shadow of the Beast, il primo della trilogia, non conferma il teorema: la grafica è stratosferica, la colonna sonora eterna e, nonostante la giocabilità sia pessima, è un gioco immortale. Non dico un gioco importante, ma un capolavoro, una di quelle opere che detta regole nel campo del videoludo alzando significativamente l’asticella della qualità artistica.

Ho pensato a lungo quanti e quali giochi abbiano avuto un simile privilegio, quello di esser venerati SENZA aver divertito: è dura trovarne. L’unico caso che mi viene in mente è quello dei laser game, ma si tratta di videogiochi molto particolari che hanno avuto un limitato seguito. Oggi qualsivoglia amighista, anche il più sprovveduto, ricorda nitidamente Beast. E’ un nome profondamente associato a quello della macchina che lo ha ospitato per primo, ai suoi programmatori, i Reflections, e al suo publisher, la Psygnosis. Influenzò la produzione dei giochi su Amiga in una maniera impressionante e rappresentò la sublimazione della concezione artistica europea prima dell’invasione dei giochi nipponici, col suo stile adulto, dettagliato, oserei dire gotico, ricco di dettaglio e particolarmente attento alle sfumature. Si, credo che il teorema di inizio articolo venga frantumato dall’evidente immortalità stilistica di Shadow of the Beast. Senza di essa annegherebbe nel caos di tanti giochi simili, non essendo altro che un semplice platform bidimensionale, senza una ordinata suddivisione in livelli, con un sistema di combattimento molto semplificato.
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S165-01.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 46.9 KB 
ID: 252282Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S165-05.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 52.3 KB 
ID: 252280Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S165-07.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 29.4 KB 
ID: 252281
Il gioco consiste nell’eseguire con meticoloso ordine una serie di azioni come il cercare un determinato oggetto prima di attraversare la strada occupata da un particolare mostro, cercare di non perdersi nei labirinti, imparare i movimenti di alcuni nemici per evitarli e acquisire un certo tempismo nello sferrare pugni e calci in quanto abbiamo pochissimi punti vita. Alla fine ci si riduce a lavorare di memoria e basta. La difficoltà è estrema. Si parte con pochissima energia e perderla è davvero facile: i nemici ci attaccano spesso con rapidità e, se non si conosce anticipatamente la loro presenza è difficile non venirne colpiti. A parte queste indicazioni sulla meccanica di gioco è difficile andare più nel dettaglio prescindendo dallo specificare la versione di cui trattiamo: Beast è stato convertito su tantissimi formati sempre con qualche modifica, vuoi per necessità hardware, vuoi per precise scelte di design. Quella che ha fatto storia fu la versione originale, come sempre, per Amiga: la nostra avventura comincia in una landa dispersa chissà dove, dopo essere stati trasformati in bestia dal cattivo di turno. Scalzi, seminudi e disarmati ci troviamo su di una infinita distesa di erba, con delle montagne dalla forma impossibile in lontananza che rimarranno impresse per sempre nella nostra memoria, sotto un cielo nuvoloso pieno di poetica sfumatura pastello. L’uso dei colori è peculiare in Shadow of the Beast: vengono usate numerose tonalità molto vicine tra loro, creando tenui sfumature ma disposte in maniera arzigogolata, con la risultante di un dettaglio tanto delicato quanto elaborato, perfettamente amalgamato all’onirica ambientazione che ci circonda. Il vero shock, tuttavia, è dovuto alla maestrale fusione tra la perfezione stilistica e l’abilità programmatoria: Beast sfonda le nostre retine con una miriadi di strati parallattici che scorrono senza battere ciglio sotto i nostri occhi, con le fronde degli alberi che sembrano uscire fuori dal nostro televisore e una tridimensionalità tanto palpabile da farci sembrare reale l’orizzonte di quelle montagne. Non c’è nulla al quale Beast possa essere assimilato: nessun riferimento temporale ma un fantasy come non lo avevamo mai visto, fatto di alberi cavi popolati da bestie e fucili laser da scatenare in castelli medioevali. All’inizio dovremo solo decidere se andare a destra o a sinistra per capire presto che non si va da nessuna parte senza una infinita dose di pazienza utile a sopportare la devastante frustrazione causata dalla dispersività delle mappe di gioco e dalla lentezza di alcuni movimenti del protagonista. Ma la troveremo questa pazienza e non perché saremo accalappiati da una trama avvincente ma solo per vedere cosa c’è dopo, di quali colori è composta la prossima locazione, quali meravigliosi nemici incontreremo e quale musica ci farà compagnia. Si, signori, le musiche. David Whittaker, uno dei più prolifici musicisti dell’epoca Amiga e tutt’ora in attività, dà qui il meglio di sé con una soundtrack ricca di suoni new age e un tripudio di flauti di pan, con ogni campionamento effettuato a elevate qualità.
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S165-08.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 41.4 KB 
ID: 252284Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S165-02.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 26.2 KB 
ID: 252286Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S165-10.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 41.3 KB 
ID: 252287
Un orgasmo. Le musiche di Beast sono nel mio mp3, su centinaia di siti internet, ma soprattutto ben impresse nella mente di qualsiasi giocatore abbia avuto il piacere di ascoltarle. Questo gioco accende in noi una irrefrenabile voglia di scoperta, di vedere quello che viene dopo, noncuranti della totale mancanza di divertimento, largamente rimpiazzata dalla curiosità per quello che c’è dopo. E verremo puntualmente accontentati: la prateria, l’albero, il castello ed ogni piccolo anfratto di questo gioco sono arte allo stato cristallino, di qualità che non viene mai a noia e che tutt’oggi ammiriamo allibiti. Beast è leggenda stilistica, non era un gioco artisticamente impressionate ma E’ un gioco artisticamente impressionante e fa specie notare quanto stupore è in grado di generare tutt’oggi. Ma, per l’ennesima volta, la giocabilità? La bestia la prende, la riduce in brandelli, la divora e la rigurgita sulle console giapponesi. In Europa, per passare alla storia, ne possiamo fare anche a meno.

Conversioni:
Beast è stato convertito su veramente tanti sistemi, come sempre con alti e bassi, ma in ogni caso l’eccellenza della versione Amiga è rimasta sempre sopra tutti. Ma vediamo un po’ più in dettaglio le altre versioni:

Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   shadowofbeastatari.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 12.5 KB 
ID: 252293
Atari ST

Proprio nel periodo in cui la preferenza della massa cominciava a migrare dal 16 bit Atari a quello Commodore, Beast apparve e informò programmatori e utenti del notevole divario tecnico che intercorreva tra i due sistemi: il parallasse ha subito evidenti tagli ma soprattutto la penuria di colori ha tragicamente minato l’impatto grafico. Il resto rimane simile, ma a questo punto...
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   shadowofbeastcpc.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 27.5 KB 
ID: 252285
Amstrad

Non proprio la macchina ideale per un gioco del genere. Benchè in molte conversioni si siano ottenuti risultati tecnici strabilianti, il gioco in questione è stato trasformato su Amstrad in una sorta di “moviola” monocromatica, con un riquadro di gioco ridottissimo e una grafica che non ricorda l’originale nemmeno lontanamente, si poteva certamente di meglio. Un fiasco? Si, e di quelli grossi...
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   shadowofbeastzx.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 26.2 KB 
ID: 252292
Spectrum

Estremamente somigliante alla versione per Amstrad, visti i noti limiti grafici della macchina Sinclair non vedo il motivo di questa conversione...
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   shadowofbeastms.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 17.7 KB 
ID: 252288
Master System

Programmata dalla talentuosa Tecmagik, la versione di Beast sull’8 bit di mamma SEGA si fa notare per un’azione fluida, delle buone musiche ma soprattutto per varie modifiche alle mappe, l’inserimento di vite extra e l’aggiunta dell’inventario: non sarà più necessario utilizzare ogni oggetto nel momento in cui viene raccolto e ci saranno più cose da raccogliere in giro per i livelli e da usare in vari modi. Una rivisitazione prima che una conversione, dunque, ma non è comunque un gran gioco in quanto lo spirito di Beast risiede nella magnificenza artistica e per quanto apprezzabile possa esser stata la programmazione del Master System, lo sconvolgente impatto viene attenuato e si rifà solo in parte con una giocabilità resa indubbiamente più umana. Non male, comunque.
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   shadowofbeastc64.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 17.3 KB 
ID: 252283
Commodore 64

Chapeau. Ogni minima parte della circuiteria Commodore viene spremuta al massimo e quel che ne esce è un miracolo tecnologico: difficile pensare di poter fare di più graficamente dove i programmatori sono riusciti a infilare tanto di quel parallasse come non se ne era mai visto. L’unico limite è il numero di colori che conferisce un aspetto acido al tutto, peraltro apprezzabile. Quantità e dimensioni degli sprite non sembrano essere affatto un problema per il piccolo grande Commodore che, grazie all’amico SID, può vantare anche musiche adattate meravigliosamente. Una conversione strepitosa!!!
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   shadowofbeastlynx.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 17.7 KB 
ID: 252294
Lynx

Si, persino lo sfortunatissimo handheld Atari può vantare una propria versione di Beast e….roba da perdere la mascella! Sorvolando sulla risoluzione video e un chip sonoro non paragonabile all’Amiga, il gioco in questione vanta delle animazioni più fluide della versione originale, una tonnellata di parallasse e colori e, da non crederci, zoomate e rotazioni degli sprite in real-time!!! Davvero sbalorditivo. Come se non bastasse, i suoi volenterosissimi programmatori hanno modificato alcuni punti delle mappe e hanno “ammorbidito” alcuni nemici, rendendolo a tratti piacevole da giocare. Entro certi limiti: è pur sempre Beast!
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   shadowofbeastmd.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 14.7 KB 
ID: 252289
Megadrive

Questa versione è stata spesso criticata per la sua inferiorità rispetto alla controparte Amiga, ma non poteva essere altrimenti: la gamma cromatica del Megadrive è la stessa dell’Atari St, ma per fortuna qui l’azione è molto più veloce e la grafica non ha altre mancanze. Rimane un gioco atipico per il Megadrive e per la sua diversità potrebbe interessare a qualche collezionista. Per il resto è molto fedele alla versione originale e anche le musiche sono state trasportate decentemente.
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   shadowofbeastpce.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 19.8 KB 
ID: 252295
PC Engine

La macchina NEC è capace di ben altro. Beast qui è scattoso, con un parallasse ridotto all’osso, colori usati male e delle proporzioni completamente sballate. Sembra davvero un altro gioco, peggiore ovviamente. Le uniche note degne di attenzione sono un’introduzione animata nuova di zecca di buon livello e delle musiche prese direttamente da CD, quindi di pulizia cristallina, peccato siano state leggermente modificate…non ce n’era bisogno, erano perfette.
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   shadowofbeastsnes.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 16.9 KB 
ID: 252298
SNES

Vergognoso. A memoria, la peggior rivisitazione di sempre nei videogiochi. Alla IGS, i responsabili –mai termine fu più calzante- di tale conversione, pensarono che cambiare qualcosa sarebbe stato saggio e il disastro, infatti, è totale: il game design è stato modificato in maniera spesso importante e, nonostante il fucile laser sia disponibile relativamente presto nel gioco rispetto alla versione Amiga, la difficoltà è aumentata, sfiorando seriamente il disumano; la grafica è stata stravolta conferendo un aspetto più tondeggiante agli sprite e assai meno carismatico, saturando la palette cromatica, soprattutto nella locazione della foresta, in maniera semplicemente disgustosa; infine, una menzione particolare per il sonoro: HANNO SOSTITUITO LE MUSICHE, per rispetto alla decenza non vado oltre. Più che un fallimento, una bestemmia.

COMMENTO FINALE



"Stile sopra ogni altra cosa. Beast coglie l’immortalità negando l’essenza stessa del videogioco e piegandola alle proprie necessità. Tessuto da artisti al loro massimo stato di grazia, accetta l’inesorabile scorrere del tempo solo per celebrare il suo eterno splendore."

Gianluca"musehead"Santillo




Altre immagini:

Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S165-04.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 60.6 KB 
ID: 252296Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S165-03.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 50.9 KB 
ID: 252290Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S165-06.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 50.9 KB 
ID: 252291Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S165-09.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 40.7 KB 
ID: 252299