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ID: 251718P.P. Hammer non è un emulo di MC Hammer, né lo pseudonimo di qualche pornoattore, bensì il protagonista di questo simpatico platform/puzzle game prodotto dalla piccola software house tedesca Traveling Bits per Amiga nel 1991. L'idea alla base del gioco è tanto semplice quanto efficace: P.P. è un esploratore che vuole razziare i tesori presenti in una serie di rovine, siti storici e caverne varie, tutti costituiti da blocchi distruttibili e non, e per riportare alla luce i vari oggetti sepolti si serve del suo fido martello pneumatico. Un po' come nell'arcaico Lode Runner, P.P. può distruggere i blocchi posti di fianco a quello su cui si trova al momento e scavare così nel terreno, stando però attento a non trovarsi nello spazio da questi occupato quando i blocchi si riformano, oppure a non rimanere intrappolato. Per finire un livello è necessario recuperare tutti i tesori e poi dirigersi all'uscita entro il tempo limite. Fin qui nulla di sconvolgente, ma dopo i primi livelli lineari che servono da introduzione alle meccaniche di gioco la missione del nostro verrà complicata da tutta una serie di trovate come trappole che scattano all'improvviso, muri e piattaforme trasparenti, pavimenti scivolosi o appiccicosi, teletrasporti visibili e non. Ovviamente non mancano i nemici, divisi equamente tra stupidi, che procedono avanti e indietro all'infinito, e intelligenti, che ci inseguiranno senza sosta, e vanno eliminati intrappolandoli fra i blocchi in una maniera che ricorda vagamente Lode Runner o l'ancor più vecchio Space Panic. Toccando certe pietre azzurre il trapanatore verrà immediatamente trasportato in un bonus stage surreale formato da quelli che sembrano proprio enormi e coloratissimi blocchi LEGO (posso dirlo o mi accusano di fare pubblicità?) e lo scopo sarà quello di raccogliere la vita extra prima che il brevissimo limite di tempo scada.
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Il gioco ad ogni modo presenta un po' più di profondità rispetto alla media dei puzzle games basati sui blocchi: P.P. può raccogliere delle pergamene sparse qua e là che daranno consigli espressi in forma più o meno criptica su come procedere nei livelli (alcuni di dimensioni davvero enormi) ed è provvisto di un inventario con 5 slot, ciascuno collegato a uno dei primi cinque tasti funzione (F1, F2...). Fra gli oggetti che può portare con sé, per poi utilizzarli al momento giusto, vi sono chiavi colorate per aprire le rispettive serrature, pozioni per recuperare energia, per saltare più in alto o diventare invisibile e invulnerabile, nonché provvidenziali lattine di lubrificante per la sua "arma pneumatica", che ci permetteranno di distruggere più rapidamente i blocchi per un po' di tempo. Completano il tutto i classicissimi cuoricini per le vite extra e clessidre per qualche secondo di tempo in più, anch'esse da inserire nell'inventario. Se nonostante tutto proprio non si riesce a venire a capo di un livello, niente paura, il gioco è provvisto di un sistema di password, con un'interessante variazione: queste sono generate automaticamente, infatti ogni volta che si inizia una nuova partita il gioco richiede di inserire un nominativo e le password per ogni livello saranno ogni volta differenti a seconda del nome inserito. Un buon metodo per scoraggiare i cheater e incentivare i giocatori a provare e riprovare un livello finché non lo si supera.

Come per ogni buon puzzle game, mentre le premesse sono semplicissime, quasi scontate, il fattore "ancora una poi smetto" è elevato, sia per il modo intrigante (che combina quel minimo di ragionamento a piccole dosi di abilità piattaformica) in cui sono costruiti i numerosi livelli, ben 65, sia per le novità introdotte dai programmatori ogni volta che lo schema di gioco sembra mostrare la corda: ad esempio, un livello non è altro che un enorme labirinto senza avversari né trappole dove bisogna "semplicemente" trovare l'uscita, in un altro invece, ambientato nelle cantine di un castello, P.P. ha deciso di sbronzarsi un po', motivo per cui i controlli delle direzioni saranno invertiti per tutto il tempo!

Un altro aspetto che accomuna il titolo ai migliori puzzle games è la grafica semplice al punto giusto ma capace di arricchire l'esperienza di gioco, in poche parole funzionale ma non spartana. Gli sprites sono piccolissimi (anche troppo, non sarebbe stato male avere una visuale leggermente più ravvicinata) ma dettagliati, e il nostro minuscolo eroe possiede alcune divertenti animazioni: si mette a fumare se lo lasciamo con le mani in mano, per camminare carponi si nasconde sotto il suo grosso elmetto a mo' di tartaruga, oppure, terminato un livello, si mette a -ehm- sculettare! Per non parlare di quando impreca e gesticola se falliamo a completare i livelli bonus... La cura infusa nella pixel art si nota anche da alcuni particolari quasi invisibili e inutili alla fine del gioco ma funzionali a dare un po' di colore alle ambientazioni, come le gocce di vino che colano dalle botti aperte o i ragnetti che penzolano dai soffitti. Degne di nota anche le 4 BGM, una per ciascuna delle tipologie di stage esistenti, rilassanti ed adatte a un ritmo di gioco non frenetico ma nemmeno letargico (fra tutte, la melodia "romana" è quella che mi entusiasma di più, con le sue trombe e gli altri fiati). Strappano un sorriso anche i gridolini (un tantino effeminati a dire il vero) che P.P. lancia quando entra in contatto con i guardiani dei siti oppure finisce in una trappola, nel fuoco, in acqua o qualsiasi altro elemento nocivo alla sua salute.
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Traveling Bits, con questo gioco, è andata vicina a creare un puzzle degno di nota per simpatia, varietà, longevità, capacità di tenere incollato il giocatore... peccato solo che si sia lasciata prendere la mano con l'aspetto piattaformico di certi livelli, in cui vengono richiesti salti al millimetro all'interno di un impianto di gioco che non è fatto per mettere in mostra le abilità atletiche del personaggio; ripetere svariate volte porzioni di livello solo perché non si riesce a calibrare bene i salti, e non perché non sappiamo come risolvere un certo puzzle o dove andare a recuperare l'ultimo maledetto tesoro, diventa presto noioso e frustrante. Per il resto però non ci sono altri gravi problemi da segnalare.


COMMENTO FINALE



"Consiglio a tutti gli amighisti e non di farsi qualche partita e vedrete se non ne verrete catturati! Attenzione però a non perdere qualche diottria..."


Federico "Boyakki" Tiraboschi




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