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ID: 250505Adoro il poker. Mi è sempre piaciuto farci qualche partitina, e di ricordi legati a questo simpatico gioco di carte ne ho una caterva, come tutti: alzi la mano chi non ha mai organizzato una tavolata insieme ai suoi amici, specie in concomitanza delle festività natalizie, magari per spennare il pollo di turno, e arrotondare gli introiti di una misera paghetta. Ciononostante ultimamente ne ho fatto indigestione. Se prima era un passatempo abbastanza di nicchia, riservato ai veri appassionati, oggi appare sdoganato fino alla noia, tra presunti vip che ci investono interi capitali e casalinghe di mezza età che si improvvisano navigate professioniste, con tanto di trasmissioni tematiche in cui ammirare le loro gesta, oltre a quelle dei più noti Phil Helmutt e co. Il vero spirito del poker cui sono legato è quello del divertimento puro, del giocare per il semplice gusto di farlo o, almeno, vincolato ad una vincita irrisoria, una sorta di premio simbolico a suggello del tempo dedicato. Soprattutto, conosco il poker sin da tenera età, e cioè da quando ero un imberbe possessore dello Spectrum: in particolare ero attratto della variante strip. Ho dedicato ore ad alcuni prodotti del genere, solo per lo sfizio di vedere la tipa di turno, raffigurata da quattro pixel messi in croce e una manciata di colori, senza vestiti, pur essendo lungi da me il concetto di eccitazione: ne ero attratto, pur non sapendo ancora il motivo.

Gli hardware hanno fatto passi da gigante, in concomitanza con la crescita ormonale, ed ecco che i primitivi astratti pruriti dietro una sessione di strip poker, si traducevano in qualcosa di più concreto, il poter sbavare vedendo una donna integralmente spogliata. Ma non era la nudità ad eccitare: delle misere schermate hard fini a sé stesse non avrebbero avuto alcun significato. Era più intrigante l'idea di guadagnarsi tale compenso visivo stabilendo innanzitutto una sorta di simbiosi con l'alter ego digitale, quasi si fosse dinanzi ad una donna reale, arrivando ad un passo dall'arrossire di fronte ad ogni ulteriore desabillè della ragazza raffigurata sul nostro monitor.
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ID: 250503
Allo strip poker proposto dalla francese ERE, sono sempre stato legato in maniera viscerale. Sebbene di versioni ludiche del gioco ce ne siano a bizzeffe, anche di ben realizzate, questo videogame (basato non sulla più nota variante del Texas Hold'em ma su quella classica a 5 carte) tuttora mi affascina come nessun altro. Mi diverte l'idea di una CPU che bari, puntando una caterva di chips pur non avendo alcun punto in mano, benché dopo un po' si riesca ad intuire tale stratagemma e ad ovviare; mi piace che la sfida si basi su di un semplice heads up, un uno contro uno che non contempla scervellamenti nello studiare le mosse di mezza dozzina di avversari, e sono ammaliato dalla stupenda ragazza ivi presente, non una donna in carne ed ossa digitalizzata, ma inventata di sana pianta. Non tutte le pics sono allo stesso livello, ma in quelle più ispirate il tocco di Jocelyn Valais somiglia maledettamente a quello di un mostro sacro del genere erotico, l'italianissimo Milo Manara, e la carica sensuale che riescono a trasmettere è forte. Si inizia con questa affascinante pulzella ritratta con indosso addirittura un cappotto, quasi a voler sottintendere la richiesta di un grosso impegno per poter sbirciare qualche dettaglio sexy e così, solleticati da tale dispettoso capo d'abbigliamento, si inizia la scalata per toglierli tutti. I disegni di tale spogliarello, specie gli ultimi, pur presentando un forte tasso erogeno, non risultano mai volgari; anche quando la giovane rompe l'onnipresente silenzio generale con qualche gemito, non si ravvisa nulla di sguaiato.

Ovviamente la componente spinta va di pari passo con un gameplay gradevolissimo, certo basilare, ma che rispetto alla maggior parte dei prodotti similari non annoia, così lontano dall'adrenalina di un action, eppure a suo modo ugualmente appagante. Ed è così che, senza quasi rendersene conto, si giunge alla fatidica schermata conclusiva, in cui c'è in serbo un clamoroso colpo di scena: sorpresa che forse non tutti gradiranno, tuttavia una trovata spiazzante per un ending geniale, specie rapportato ad un videogioco di poker.
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ID: 250506
Spesso i ricordi fanno vedere con gli occhi di un tempo, arrivando ad illudere sulla bontà di un prodotto che, obiettivamente, non meriterebbe tante lodi. Da un punto di vista oggettivo, Teenage Queen non emergeva particolarmente già all'epoca, ne convengo, tuttavia ogni volta che mi ritrovo a giocarci, pur conoscendo a menadito i suoi dettami e le mise dell'avversaria, ci trascorro, piacevolmente più tempo del previsto. E questo è un merito, sicuramente personalissimo, che non posso in alcun modo disconoscergli.

COMMENTO FINALE


“Teenage Queen non è adatto a chi ama il poker tecnico: pur contemplando una CPU truffaldina, con un po' di pazienza se ne viene a capo senza eccessivi patemi. Tuttavia chi adora incondizionatamente questo gioco, la variante strip soprattutto, provi ad accettare la sfida lanciata dalla qui sensualissima (benché virtuale) opponente: potrebbe rimanerne stregato.”


Giuseppe "Epikall" Di Lauro