L’uomo dai capelli rossi è uno scienziato che, a causa del solito esperimento andato male, viene fiondato in un altro mondo, probabilmente una dimensione parallela. Le prime schermate del gioco sono già molto esplicative per quanto concerne la linea artistica scelta per questo titolo: qui lo stile sovrasta il dettaglio, rendendolo essenziale e nel contempo espressivo. I fondali sono disegnati da pochi tratti, pochi colori, tenui ma perfettamente calibrati e tesi a rendere l’atmosfera dell’avventura surreale. I personaggi si fondono meravigliosamente col resto dell’immagine ma sono disegnati usando dei poligoni per ottenere la maggior fluidità possibile dalle animazioni. La rappresentazione, come dicevamo, è strettamente bidimensionale, con telecamera laterale e completa assenza di scorrimento dello schermo. Di Another World, tuttavia, sono indimenticabili le cut-scene, che qui trovano per la prima volta il perfetto incastonamento con l’azione di gioco, senza mai interromperla noiosamente ed elevando il coinvolgimento del giocatore: trovo indimenticabili gli occhi dell’alieno che troverete nella gabbia. Già, l’alieno. Forse Another World non è stato il primo a introdurre alcuni concetti nel mondo dei videogiochi, ma è stato il primo a riunirli e fonderli con ricercata eleganza: con l’alieno di cui parlavo viene sviluppato il concetto di cooperatività nei platform-adventure, tra l’altro con indiscutibile efficacia. Per necessità reciproca, i due protagonisti dovranno soventemente aiutarsi, coprendosi vicendevolmente le spalle a seconda dell’occasione e risultando importanti per il proseguo dell’avventura egualmente. La grande sceneggiatura poi, ci porterà inesorabilmente a vivere intensamente questi momenti di collaborazione, legandoci con reale affetto al personaggio alieno anche se non potremo scambiarci alcuna parola. Si, perché non esistono conversazioni in Another World, ma stranamente, non ne sentiremo mai il bisogno: non è una scelta di design come avviene in tanti altri giochi, ma accade semplicemente perché non vi è via di comunicazione tra i due eroi, ma non importa perchè quei gesti, quegli occhi, parlano più di qualsiasi frase. In questo ci ricorda, e non è un caso, Ico, il capolavoro per Playstation 2 firmato da Fumito Ueda che ha, infatti, dichiaramente ammesso di essersi ispirato al lavoro di Eric Chahi di cui stiamo trattando.
Per quanto riguarda il gameplay, si tratta di un concept in realtà molto semplice ma realizzato con grande competenza: Lester –questo il nome dello scienziato- può compiere un numero di azioni piuttosto limitato tra cui saltare, tirare calci e sparare una volta trovata la pistola. All’occorrenza correrete, rotolerete, ma mai nulla di particolarmente rilevante, tuttavia tutto funziona così bene che basta e avanza.
Il vero problema di Another World è un altro: la longevità. E’ come il volo di una farfalla, è come affondare il respiro nei capelli della donna si ama, ci si inebria di quel meraviglioso profumo ma un attimo dopo tutto svanisce: Another World è cosi. La sua brevità è per lui croce e delizia: da un lato ci tiene sempre incollati alla sedia per via di una trama che si dipana a un ritmo assai sostenuto e mai pedante e dall’altro ci lascia una profonda amarezza nel mostrarci così presto la sequenza finale. Non è neanche un problema di difficoltà, quella è calibrata veramente bene per lo stile di gioco. Perché questa scelta da parte dei programmatori? Sicuramente per regalarci una esperienza che potesse essere la più intensa possibile, ma forse anche per occupare poco spazio ed evitare un tutt’altro che poetico swap disc: vi ricordo, infatti, che Another World era stipato su due soli dischetti, occupava quindi circa 1,5 megabyte, lo spazio occupato da un mp3 di meno di un minuto, di una immagine a pochi megapixels o dal logo delle software house che compare quando inseriamo un dvd nella nostra console next-gen… e alla Delphine Software, invece, ci hanno costruito un’opera d’arte che, come temevo, forse non ha ricevuto con questa recensione la gloria che meritava. Ma voi aiutatemi, prendete questo gioco, possibilmente per Amiga anche se è uscito per qualsiasi formato, e vivetelo. Il favore lo farete a voi stessi...
Altre immagini: