Dal mio canto, rimane l’incomprensione di una mancata versione AGA. Ben vedendo cosa si poté fare con un vecchio ECS, tutti sapevamo che su macchine dotate del chip-set AGA si sarebbe potuto facilmente rincorrere la conversione perfetta, ma ciò non avvenne. Stessa sorte per la decantata versione CD32, acclamata a gran voce da tutti, ma che alla fin fine non vide mai la luce degli scaffali dei negozi.
Comunque sia, Mortal Kombat per Amiga resta uno dei segni più evidenti delle continue lotte affrontate da questa piattaforma e dalla comunità con essa, bistrattata più volte dalle grandi case produttrici e chiusa al mondo del Sol Levante con tutti i suoi eroi. Ma forse è anche in questo che bisogna ricercare la specialità di questo computer, nel doversi rimboccare le maniche e cercare altrove la via del successo, snaturando il concetto stesso di videogame e ricreandolo a proprio modo. Col senno di poi, chi si sarebbe lamentato dell’underground creatosi con software house come BitMap Brothers, Team-17, Psygnosis, Sensible e tanti altri? Credo proprio nessuno...
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