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Manfred Trenz
, Turrican, nomi che riecheggiano nell'olimpo dei videogames. Binomio che ha nutrito schiere di fans a colpi di laser, triple shoot e posti da scovare. Generazione anni 90 cresciuta tra i propri Joystick distrutti nel tentativo di raggiungere quella maledetta passerella che avrebbe portato chissà dove, magari ripagando gli sforzi con vite, diamanti e armi extra in abbondanza. Turrican: un capolavoro di pochi KB che nessuno dimentica, soprattutto chi, come il sottoscritto, è cresciuto sotto il marchio di mamma Commodore.

Di quest'ultima schiera fanno parte anche i tedeschi POKE53280 che, già dal nome del proprio team, richiamano sapori ottobittiani di un BASIC che fu. La loro premessa, elogiare, crescere e perpetuare quanto fatto da Manfred nel lontano 1990, si traduce in Hurrican, titolo che, proprio come un H-uragano, arriva sui nostri monitor trascinando tutto via con sé. Una volta installato e caricato, tale videogioco rischia di far sparire in un battito d'ali vita sociale, poligoni e social network vari, catapultandoci letteralmente in un mondo bidimensionale di alta qualità. Se Hurrican per chi ama il genere è un ottimo action game di stampo classico, assurge di fatto a poesia videoludica per chi ne riconosce le radici. È il Turrican 4 mai creato che si avvale di tutti i preziosismi tecnici moderni e li armonizza allo stile del passato, per presentarsi alla massa non a testa alta ma altissima. Questi tedeschi genialoidi regalano eleganti bastonate a suon di codice e fantasia, sfoggiando una perizia cui tutti dovrebbero rifarsi, etichette fracassone comprese. È un videogioco, uno di quelli veri che, ahimè, sono sempre più difficili da trovare.
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Una volta impugnato il joypad ed entrati in sintonia con i comandi di gioco, bisogna correre, saltare e sparare, blastando ogni nemico su schermo, mentre si perlustra con occhio attento ogni singolo anfratto del quadro in corso, scovando preziosi nascondigli, dove raccogliere il necessario per rifocillarsi e potenziarsi a dovere… il tutto cercando sempre di tenere i nervi sotto controllo, dovendo far fronte una difficoltà non sempre abbordabile. Hurrican, infatti, eredita dal passato anche le durezze cui erano di solito sottoposti i videogiocatori in quei tempi, hardcore non per scelta, ma per tradizione. Questo titolo, dunque, esige attenzione, restituendo appagamento nel proseguire, mostra la strada, ma non il modo giusto di percorrerla. In Hurrican si salvano i progressi, permettendo così di non ripercorrere livelli già superati ed essendo comunque informati a quadro terminato di tutto ciò che involontariamente ci si è lasciato alle spalle: vita extra, segreti e diamanti. Ciò porta a una spiccata rigiocabilità votata non solo al semplice migliorarsi, ma anche al desiderio di riaffrontare il titolo con quanta più serenità possibile, recuperando tutto ciò che a un primo passaggio era inevitabilmente sfuggito.
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Hurrican è uno di quei videogiochi di altissimo profilo che solo la vera passione verso questa nobile arte può generare. Lo si può notare in ogni piccolo dettaglio: dalla grafica ultra colorata e piena di luci al neon alla tecnica della parallasse multistrato tanto cara alla generazione 16-bit. Tutto emana qualità e solidità, incluso un comparto sonoro degno di un Chris Huelsbeck in stato di grazia.
Insomma, se proprio si volesse cercare il pelo nell'ovo di una produzione per molti versi perfetta, verrebbe da sollevare perplessità su di una giocabilità che, come accennato poco sopra, non concede nulla nemmeno a livello easy. Del resto, chi desidera giochi realmente facili da finire, sulla falsariga delle ultime produzioni mainstream? Penso nessuno… men che mai noi retro giocatori, plasmati da svariati virtuosismi sui joystick/pad solo per eseguire una semplice mossa speciale. E saremo di certo noi “veterani” a godere maggiormente di tanta beltà tramutata in codice, di un titolo che esalta la natura intrinseca del videogioco, ricordando sin dalle prime schermate l'importanza dello "shoot or die" laddove tutto il resto conta poco.
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Segnalo infine che Hurrican, in tutta la sua potenza, è un videogioco multipiattaforma freeware. Nel momento in cui scrivo (Maggio 2013) sono disponibili le seguenti versioni: Windows, Linux, Morphos, Aros e AmigaOS4. La recensione fa riferimento alla versione AmigaOS4 testata su AmigaOne 500 (Sam460 1,1 GHz, 2 GB di RAM, OS 4.1 update 6), cronologicamente l'ultima arrivata tra quelle citate, convertita dal francese Huno PPC.

Nota:
Restando nel mondo Amiga, la conversione di Hurrican per OS4 è stata eletta del sondaggio annuale indotto dal sito francese Obligement, come miglior videogioco del 2012.


COMMENTO FINALE


"Fate in modo che al vostro computer sia collegato un bel joystick/pad vecchio stile, chiamate un amico e chiudetevi in casa un intero pomeriggio con luce spenta e, preferibilmente, con fuori una pioggia battente. Caricate e giocate Hurrican, lasciate che vi trasporti letteralmente nel suo mondo fantasy/fantascientifico e, a quel punto, vi ritroverete quindicenni dinanzi al vostro monitor, sparando furiosamente a tutto ciò che si muove su schermo. Questo è Hurrican! Passato e presente fusi con stile invidiabile, omaggio ai retrogiocatori, quanto possibilità per le "new entry" di capire il videogioco che fu. Opera artistica a 360 gradi, s'innalza a tutti gli effetti come tappa fondamentale per chi si ritiene amante dei veri videogames. Grazie Poke53280."