Perché questo piccolo cappello introduttivo? E’ presto detto. Dopo aver giocato il prodotto di questa recensione ho capito che la fantasia nel creare non ha davvero limite e, se ben sfruttata, anche un’idea apparentemente stupida può rivelarsi buona e vincente.
Siamo negli inferi, siamo un piccolo diavoletto di nome Mutt. Siamo seduti intorno ad una tavola rotonda e affrontiamo una partita a quel giochino in cui ogni partecipante sceglie un’asticella tra tante da un recipiente in cui quest’ultime sono disposte verticalmente, di cui il pescaggio della più corta di esse equivale alla sconfitta. Intorno a noi altri demoni di varie specie: la posta in gioco, per chi dovesse perdere tale partita è alta…RISALIRE GLI INFERI PER ANDARE A COMPRARE LA CENA A BASE DÌ PIZZA PER TUTTI!Noi, nei panni di Mutt, dopo aver perso, ci incamminiamo verso questa “apparentemente” semplice operazione. Questa la trama del videogioco che mi accingo a recensire, ed ecco svelato l’arcano perché del cappello introduttivo. Ditemi voi se la fantasia non può spaziare lì dove la normalità di pensiero si ferma, e un semplice videogioco traghettarci in un mondo dove tutto è possibile, restituendo tangibilità a una situazione altamente irreale e difficilmente proponibile, anche se osservata con gli occhi del puro fantasy. Un diavoletto che deve andare a comprare la pizza e per farlo deve superare mille peripezie, ostacoli, combattimenti, sfide, draghi, montagne e chi più ne ha più ne metta, non potrà non farvi fiorire delle semplici e spontanee domande: perché? Perché per comprare una pizza bisogna affrontare tutto ciò? E poi, negli inferi mangiano veramente la pizza? Giocando a Litil Divil posso assicurarvi che queste seppur semplici domande busseranno almeno una volta alla porta del vostro intelletto.
A controbilanciare queste assurde scelte di gameplay, per fortuna, sovviene un reparto grafico/sonoro di prim’ordine. Diciamo la verità, se la Gremlin interactive non avesse farcito Litil Divil con grafica e sonoro di prim'ordine, sarebbe divenuto uno di quei videogiochi da dimenticare trenta minuti dopo la prima prova ma, cosi, di fatto non è. La grafica è un piacere per gli occhi, disegnata tutta in stile cartone animato, piena di colori, e sfrutta proprio bene (uno dei rari casi, in verità) il chip set AGA posto dentro il CD32. Per il sonoro si può parlare pienamente di eccellenza.
Che altro dirvi di questo controverso videogame? Il personaggio ha sicuramente carisma da vendere ed è di quelli che una volta guidati difficilmente dimenticheremo. Tutto il prodotto poi è coperto da una lieve ironia cinica tendente all’horror, che farà sicuramente piacere a tutti gli appassionati in materia. Ah, vi ho detto che possiede il sistema di salvataggio più duro della storia video ludica? Sì, l’ho detto, ok, allora sapete proprio tutto…
Nota:
• Di Litil Divil, oltre alla presente versione Amiga CD32, Gremlin Interactive ne fece una conversione per PC e una per il Philips CD-I. Per la seconda posso dirvi che presenta un’intro animata, assente sulla console Commodore, che spiega proprio i fatti narrativi a inizio recensione (pizza per tutti!).
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