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ID: 271267Il 1995 fu un periodo particolarmente delicato per i sistemi Amiga. La Commodore era oramai in bancarotta, con la Escom che ne ereditava svariati diritti, mentre dal lato videoludico si facevano apprezzare i primi cloni di Doom, partoriti dalle sapienti mani del Team 17 e dalla neonata Black Legend. Alien Breed 3D e Gloom, appunto, monopolizzavano quasi la scena videoludica Amiga, mentre, dai meandri della demo scena, un terzo concorrente si affacciava prepotente nella battaglia degli engine poligonali: un embrionale motore dal nome provvisorio Motion. Presentato per la prima volta al pubblico durante il Party 94 in Danimarca e posizionatosi al terzo posto nella categoria demo, Motion stupì tutti fin da subito per le "incredibili" prestazioni che si riuscivano ad ottenere anche su un 1200 base. Di fatto tale engine poligonale con texture mapping, pur girando in un poderoso 2x2 pixel, riusciva a farlo anche a schermo intero su un semplice processore a 14mhz, laddove gran parte della concorrenza si accontentava di tre quarti di schermo e di una minore fluidità. Motion era opera dei francesi Bomb, programmatori che seppero fiutare subito l'affare ed estrapolarono quell'engine dal loro demo, utilizzandolo quindi per sviluppare un FPS, genere richiestissimo in quel periodo in ambito Amiga. Ecco dunque che, dopo annunci, proclami, screenshoot e tanto lavoro, nel giro di pochi mesi Motion divenne a tutti gli effetti il terzo FPS ad apparire su Amiga, specificatamente sui modelli AGA. Il nome cambiò in Fears e i Bomb divennero nel frattempo una software house. Della distribuzione si fece carico l'inglese Manyk, stessa etichetta che, oltre a Fears, avrebbe prodotto due anni dopo Euro League Manager, salvo poi sparire completamente dalla scena Amiga.
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Fears non è un gioco particolarmente amato dalla popolazione amighista, tanto che ancora oggi si possono leggere sui forum dedicati facili attacchi mirati a mortificare quest'innocuo FPS. Questo perché tutti al tempo dell'uscita originale si aspettavano che Fears s'imponesse come il migliore esponente del genere, quello che avrebbe portato "veramente" Doom su Amiga, risultando quantomeno superiore ai due diretti avversari Gloom e Alien Breed 3D. Purtroppo cosi non fu e alla fin fine Fears non solo risultò parecchio distante dal rappresentare un punto di riferimento per il genere FPS, ma non riuscì nemmeno ad eclissare la diretta concorrenza. Bisogna pertanto sottolineare che, come specificato in precedenza, Fears fu programmato da demo maker abili sì nel coding, ma evidentemente non abbastanza rodati nella realizzazione di videogiochi commerciali. Il prodotto che ne seguì, seppur non da cestinare per partito preso nonostante i suoi bei difetti, deluse quindi tutti quelli che si aspettavano chissà quale miracolo videoludico.
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Fears è un FPS genuino, senza tanti fronzoli e parecchio atmosferico. Graficamente presenta texture mapping scalabile fino e non oltre il 2x1 pixel, cosa che si traduce in una pixellosità abbastanza marcata, ma non confusionaria quanto quella di Alien Breed 3D. L'engine poligonale fa quello che può se si considera che deve girare su un 1200 di base prima ed un CD32 ("liscio") dopo. Gli ambienti includono passerelle di svariata altezza, scale, torri e dirupi... il tutto in uno pseudo 3D che poi non è tanto lontano da quel tanto agognato Doom. Peraltro è bene sottolineare come il concorrente Gloom sia comunque sviluppato su un solo piano prospettico, andando così a confrontarsi più con Wolfenstein 3D che non con Doom stesso. Gloom, di fatto, esce sconfitto contro Fears se la comparazione concerne il solo lato tecnico. Il sonoro presenta una buona title track, brano cupo quanto basta per calare il giocatore nell'atmosfera giusta che, come già accennato, risulta molto ben resa. Durante il gioco saremo accompagnati dai soli FX, sapientemente alternati a sinistri riff di violino o pianoforte che squarciano il silenzio in modo del tutto analogo ai film horror. Torno a ripetere che l'atmosfera è resa veramente nel modo giusto e non mancherà di lasciare qual brivido lungo la schiena, in particolar modo se si affronta il gioco da soli e in una stanza al buio.
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Ma allora perché Fears è cosi odiato dalla comunità Amiga? Presto detto: colpa dell'hype! Il titolo dei Bomb Software avrebbe avuto vita sicuramente più serena se solo su di esso non si fossero create aspettative cosi alte. Chiariamoci: Fears non è esente da difetti, anzi... ma tali nei non sono né più né meno di quelli riscontrabili in altri titoli analoghi. Soffre prima di tutto di una visuale troppo rialzata, tanto da non permettere a più riprese di vedere dirupi apparire dinanzi al nostro cammino, cosa che si traduce in pressoché inevitabili cadute. L'aspetto più fastidioso di questa faccenda è che da tali dirupi non è possibile uscire, il che comporta la perdita di una vita ogni qualvolta, appunto, si precipiterà dentro uno di queste voragini piene di lava... e la cosa, purtroppo, si verifica spesso. L'intelligenza artificiale dei nemici, poi, è ridotta al minimo storico. Di fatto questi ultimi, rigorosamente in grafica bitmap, non faranno altro che spararci contro andando avanti e indietro, o tutt’al più sbucando a sorpresa da dietro una porta appena aperta. La loro resistenza è variabile: c'è chi va giù con un singolo colpo e chi rimane in piedi anche dopo essere stato crivellato. La difficoltà di gioco, di fatto, è tarata su livelli altissimi, tanto che finire Fears senza l'aiuto di un cheat qualunque risulta "quasi" impossibile. Questo non dipende tanto dalla ferocia dei nemici che, come già specificato, sono abbastanza stupidi da essere facilmente raggirati, bensì dal fatto che presto, con il progredire nel gioco, ci si ritrova inesorabilmente a corto di munizioni. Fears, difatti, lesina nel donare il giusto upgrade difensivo in un mondo pieno di mostracci da abbattere, contraddizione che conduce inesorabilmente verso la frustrazione acuta. Personalmente dal sesto livello in poi ho dovuto attivare le munizioni infinite per proseguire ed arrivare così sino al trentesimo e ultimo stage, mentre diversamente non sarei riuscito a proseguire in alcun modo. Tutto il gioco è ambientato in un castello medioevale da scalare sino in cima, edificio rappresentato tramite una mappa grafica in 256 colori veramente bella. Data l'ambientazione, i programmatori non hanno dovuto preoccuparsi di inserire scene all'aperto e dunque la claustrofobia regna sovrana per l'intera durata di gioco.
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Fears offre anche un potente editor di facile utilizzo che permette di creare scenari personalizzati. Peccato, però, che non sia possibile caricare brush, suoni e grafiche diverse da quelle preimpostate dal programma.

Oltre a quella della prima release su due floppy disk, di Fears, come accennato in precedenza, esiste anche una versione su CD-ROM. Questa, compatibile anche con il CD32, non presenta sostanziali differenze con la corrispettiva su dischetti, se non nel menù iniziale, composto di blocchi poligonali che ruotano mostrando le varie opzioni. Tutto il resto è invariato quindi, niente CD track e nessuno sfruttamento del chip Akiko, quest'ultimo montato sul solo CD32.
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COMMENTO FINALE


Non da elogiare, ma nemmeno da bocciare per partito preso, Fears rappresenta un discreto FPS in ambito Amiga Classic. Vittima di un hype troppo marcato nei suoi confronti, finì per deludere la maggior parte del popolo Amighista, che lo attendeva come il messia degli FPS. Cosi non fu e ancor oggi non gli è perdonata tale mancanza. In verità è un videogioco che s'inserisce perfettamente nel trittico delle prime uscite in materia FPS Amiga, risultando superiore anche a tanti titoli analoghi che gli sono seguiti. Oggi è sicuramente un cult game che consiglio di recuperare solo a chi possiede un vero Amiga AGA in casa e intende ripercorrerne il fervido periodo di programmazione, magari apprezzando cosa si riusciva ad ottenere su due semplici floppy disk da 880 kB ed un Amiga 1200 di base.