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ID: 253951E’ inutile negarlo, quando si pensa all’home computer Amiga, balzano automaticamente in mente un paio di nomi di relative software house che, nel bene e nel male, ne hanno scritta indubbiamente la storia. Tra questi, come dimenticare gli inglesi The Bitmap Brothers? Impossibile per noi retrogiocatori appassionati e, in questo caso, Amighisti navigati. I Bitmap Brothers approdarono sul terreno fertile del mercato Amiga nel 1988 quando, con il loro primo prodotto dal nome Xenon, misero subito in chiaro le potenzialità e relativa qualità che, di lì in poi, ogni loro prodotto avrebbe mostrato. Poche software house, di fatto, possono vantare così tanti successi inanellati uno dopo l’altro senza incappare nel relativo “passo falso”, cosa che, purtroppo, arrivò anche per loro subito dopo l’ultimo soffio di originalità riversato in quel piccolo gioiellino dal Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

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ID: 253952nome Z, risalente al 1996. Dal 1988, dunque, fino al 1996, era in cui si chiuse il loro capitolo 16 bit (l’etichetta è tutt’oggi esistente, comunque) questa storica software house sfornò veri e propri capisaldi del genere che sono divenuti col tempo punti di riferimento irrinunciabili.

In questa recensione balziamo dal 1988 (di Xenon, appunto) direttamente al 1993 per soffermarci su uno tra i prodotti più ambiziosi creati dal team: The Chaos Engine. Uscito originariamente per Amiga OCS-ECS, The Chaos Engine aveva tutte le caratteristiche care ai suoi autori: grafica metallica con forte richiamo allo steampunk (vapore e tecnologia mescolati in un unico ambiente vittoriano), giocabilità tosta ma intelligente, musica a pompa in stile techno acid, digitalizzazioni vocali a go-go e ultima, ma da non sottovalutare, la possibilità di gioco in doppio. Insomma, The Bitmap Brothers tira fuori un gioco che, in soli due dischetti, s'imponeva come uno shooter multidirezionale adrenalinico e stilisticamente perfetto, cui nessuno poteva resistere dal provarlo almeno una volta, magari proprio con un buon amico cimentandosi in furiosi doppi in cui, sicuramente, il prodotto riusciva a esprimere al meglio tutta la sua magnificenza.
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ID: 253970Lo stile di gioco, dunque, risulta come una sorta di Alien Breed con visuale leggermente più da tre quarti, con predilezione verso una tipologia di gameplay più ragionato, ma non per questo meno appagante. The Chaos Engine, infatti, miscela la pura frenesia degli shooter classici con un accenno leggero all’RPG, donandoci la possibilità di far “crescere” il nostro alterego digitale proprio come avviene in questa tipologia di videogame. Durante il percorrere dei livelli sarà nostro vantaggio recuperare quanto più denaro possibile così che, dopo ogni superamento di due stage, potremo cimentarci, tramite apposito menu, nel potenziamento del personaggio pilotato. Potremo agire praticamente su tutte le caratteristiche classiche come intelligenza, potenza di fuoco, energia vitale, velocità e anche acquistare armi speciali. Insomma, The Chaos Engine, grazie a quest’approccio differente, riesce a distaccarsi dalla massa del classico shooter multidirezionale, ritagliandosi un angolino tutto suo dove riesce quantomeno a brillare di luce propria.

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ID: 253966Il gioco ad inizio partita ci darà la possibilità di scegliere tra una rosa di sei differenti personaggi, ognuno caratterizzato dalle proprie peculiarità. Un altro punto a favore del titolo Bitmap Brothers risiede proprio nel fatto che, anche nel modo single player, ci sarà data la possibilità di selezionare due personaggi con cui affrontare l’avventura invece del classico “solitario contro tutti”. Anche in questo caso, quindi, emerge una componente ruolistica che ci porterà ad una scelta oculata del secondo personaggio, per meglio equilibrare la squadra selezionata. Il nostro compagno sarà guidato dalla CPU, anche se nell’agire seguirà sempre la direzione imposta da noi. L’intelligenza artificiale si rivela in questo caso ottima, come essenziale, del resto, è l’aiuto apportato durante i furiosi scontri. Nel potenziare il personaggio nel modo sopra descritto, sarà data la possibilità di far crescere e progredire anche quello guidato dal computer, badate bene però a non farlo divenire troppo veloce e intelligente, in quanto potrebbe fare man bassa di tutti i power-up sparsi per i livelli prima di voi.

La storia narra le vicende di un certo barone Fortesque che, dopo aver creato una macchina a vapore che esegue operazioni analoghe a un computer (steampunk, appunto), perde il controllo di quest’ultima nel momento in cui essa si guasta, inglobando praticamente dentro di sè il suo creatore. L’inceppamento fa sì che le persone mutino in una specie di animali alieni e, come se non bastasse, la macchina comincia ad avere un’autonomia tale che gli permette il controllo dell’ambiente circostante, nonché di crescere e potenziarsi a dismisura. L’incauto compito di ripulire l’area dalle aberrazioni create da quest’ultima, liberando il barone Fortesque e mettendo fine al terrore perpetrato da questa “macchina caotica”, starà dunque a noi, tramite la selezione dei due personaggi tra una rosa di sei di cui si parlava poco sopra. Buona Fortuna!

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Note:

• The Chaos Engine, dopo l’originale apparizione su Amiga OCS-ECS, fu rivisitato per macchine AGA appena un anno dopo. Nella versione 1200/4000 i dischetti di gioco rimasero due, ma la grafica mostrava un aumento notevole di colorazione che, sinceramente, poteva anche essere evitato. Di fatto, analizzando bene le due versioni, si nota come lo scenario creato dai Bitmap Brothers sposi alla perfezione la palette cromatica dei trentadue colori imposti dai vecchi chip Amiga, mostrandosi troppo “forzatamente” colorato per meglio sfruttare le capacità superiori del chip-set AGA. Almeno la versione CD32, oltre ai 256 colori in video, regala un sonoro nettamente migliore, nonché intro e outro animate con tanto di campionato parlato di alta qualità.

• In seguito, il gioco aprì le porte anche al mondo delle console, dove fu ribattezzato col nome di Soldiers of Fortune. Oltre a perdere in originalità dal punto di vista del titolo, queste versioni per Sega Mega Drive e Super Nintendo, persero anche un personaggio atipico come il prete, che venne trasformato in un ben più banale scienziato, apportando una modifica grafica che eliminava il classico e riconoscibile collare bianco. Peccato.

• Le versioni per le console non furono comunque l’unico lido cui approdò la creatura dei Bitmap Brothers, poiché anche il mondo MS-DOS, nonché l’Atari ST, ebbero la loro bella conversione.


COMMENTO FINALE


"Uno dei prodotti più riusciti del team The Bitmap Brothers propone un gameplay tosto e solido come una roccia. Una spruzzatina di RPG fa sì che il titolo s’innalzi dalla massa degli shooter classici per brillare di luce propria, donando un’originalità al prodotto che, ancor’oggi, risulta fresca e accattivante. Il mondo caotico dove i sei mercenari muovono i loro passi non aspetta altro che esser affrontato e ripulito tutto d’un fiato, magari proprio in doppio poiché, mai come in questo caso, il 2-players mode regala rara beltà. “Meccanicamente cult!”."


Maurizio"Amy-Mor"Tirone




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