Questo piccolo cappello introduttivo suggerirà ai più attenti tra i lettori che sicuramente in questa recensione si analizzerà un videogioco dedicato al mondo del calcio. Certo, planeremo sulla scia dello sfondo calcistico ma, badate bene, non ci soffermeremo sul solito PES 2012, oppure su Fifa 2030, bensì parleremo semplicemente di Soccer Kid, Soccer cheee?Sì, cari lettori, avete letto proprio bene, Soccer Kid, videogioco uscito originariamente sul finire del 1993 per macchine Amiga OCS-ECS, AGA e CD32, che miscela il meglio delle produzioni platform con lo sport più amato dagli Italiani, il calcio.
Creato da Krisalis Software, alla seconda prova sul genere dopo Arabian Nights, questa software house riesce con questo titolo a tirare fuori uno tra i videogame più originali del periodo, infarcendo una categoria tanto inflazionata quanto quella del platform con tutta una serie di trovate a sfondo calcistico non solo intelligenti e ben pensate, ma anche spassose e ingegnose in termini di puro gameplay.
Noi vestiremo i panni di un ragazzino ultrapatito dello sport calcistico che, seduto comodo dinanzi alla propria tv, si gode lo svolgersi del famoso campionato mondiale di calcio. Fino a quando il tanto ambito trofeo conteso dalle squadre di tutto il mondo viene misteriosamente rapito in diretta da un non meglio precisato alieno che, per diletto, si diverte a collezionare vari trofei trafugati in svariate parti della galassia e, questa volta, guarda caso, è toccato proprio alla nostra beneamata Terra durante lo svolgersi della competizione delle competizioni. A questo punto, il nostro Soccer Kid (chiamato proprio così da amici e parenti per via del suo attaccamento morboso al pallone) non può restare a guardare, fiondandosi immediatamente alla ricerca della bramata coppa. Nel frattempo, il furbo alieno che sta fuggendo via con il bottino, appena fuori dall’orbita terrestre va a schiantarsi contro un satellite vagante per lo spazio. Quest’urto provoca la distruzione del trofeo in cinque pezzi distinti, che andranno a collocarsi in cinque punti diversi della Terra. Soccer Kid dovrà, a questo punto, girovagare mezzo mondo per ritrovare (prima che il collezionista alieno possa nuovamente metterci le manacce sopra) i pezzi della coppa e ricomporre cosi l’ambito trofeo F.I.F.A.
Questa appena descritta è la trama che pone le fondamenta di questo “furbo” prodotto. Furbo poiché, dovete sapere, il gioco in questione fu creato in prossimità dei mondiali del 1994, tenutisi per la prima volta negli USA. Era facile dunque fare presa su un’utenza vogliosa di calcio in attesa dell’importante evento, ancora di più fu accomunare due tipi di videogiocatori sotto un unico emblema. Con Soccer Kid, di fatto, Krisalis Software riuscì pienamente nell’intento.
Come dicevo, saranno cinque i mondi da esplorare, che ci vedranno attraversare l’Inghilterra, l’Italia, la Russia, Il Giappone e per finire (casualità) l’America. Tutta la grafica creata per riprodurre gli scenari è sublime, particolareggiata e ben adattata alla nazione ospitante. In Inghilterra andremo sui bus e in metropolitana, in Italia prima nell’antica Roma e poi sulla costiera amalfitana con degli improbabili “pizzaioli” che ci affronteranno a colpi di pizza boomerang. In Russia troveremo a sbarrarci la strada militari e neve a volontà, in Giappone la super tecnologia, in America saremo prima nel vecchio west, poi nel pieno di una New York notturna e illuminatissima. Posso assicurare che tutti i livelli sono ben disegnati e pieni di particolari interessanti, nonché colmi di segreti e zone da scovare. Anche tecnicamente il prodotto si difende bene, mostrando una stretta parentela grafica verso il già citato Arabian Nights, soprattutto per quanto riguarda il character design del personaggio principale. Il ragazzotto interprete di quest’avventura, proprio come il Sinbad Junior dell'altro lavoro Krisalis, più che apparire come un ragazzino dall’aria spensierata ed espressione furbetta, è disegnato come un nano in tenuta calcistica (fare riferimento alla cover del gioco per capire di cosa parlo) che, seppur stilisticamente ricercato, potrebbe suscitare qualche perplessità. Comunque, aldilà delle scelte dei grafici, una volta iniziata la partita non faremo più tanto caso a questi piccoli dettagli, soprattutto quando saremo travolti da un comparto di notevoli animazioni messe a disposizione del nostro personaggio veramente all’avanguardia. Colpi di testa, rovesciate, tacchi e palleggi non mancano nel "database" di movenze del nostro eroe che, oltretutto, sfreccia con disarmante velocità su uno schermo impreziosito da uno scrolling privo d’incertezza. Anche il parallasse fa la sua bella comparsa dall’inizio alla fine del gioco, con picchi di vera classe, come si può appurare nel fondale delle campagne in Inghilterra. Il sonoro va a braccetto con tutto il resto della produzione, quindi musiche sempre in tema con le nazioni ospitanti e cariche di simpatia, ed effetti sonori nella media per un platform game.
La cosa più impressionante del titolo Krisalis, comunque, resta la riuscita giocabilità nonostante la problematica convivenza tra pallone e piattaforme. La nostra palla/arma, difatti, si comporta in maniera encomiabile, rispettando una fisica davvero riuscita. La semplicità con cui acquisteremo padronanza delle svariate possibilità di attacco offerte dal nostro Soccer Kid lascerà increduli, il quale ci cullerà per tutta la durata dell’avventura con una giocabilità e relativa curva di difficoltà veramente lodevoli.
Soccer Kid in casa Amiga è presente in tutte le versioni possibili, quindi OCS-ECS, AGA e CD32. La prima risiede su quattro dischetti, la seconda, più colorata, su cinque, mentre la terza è su CD e, oltre a presentare le cromature della versione AGA, arricchisce il tutto con filmati nell’intro, nell’outro e nelle scene d’intermezzo, donando al prodotto quella giusta completezza che meglio aiuta a seguire la trama proposta. Sempre parlando della versione CD32, com’era lecito attendersi, tutti i moduli presenti nella versione floppy sono stati rimasterizzati con la “solita” qualità CD cara alla console Commodore, anche stavolta con risultati apprezzabili. Tutto il prodotto, inoltre, è stato tradotto in ben quattro lingue, tra cui, fortunatamente, anche l’italiano. A ben vedere, si tratta di qualcosa di molto marginale poiché di testo in video ne appare veramente poco, ma a caval donato, non si guarda in bocca, meglio ricordando sempre che, nel periodo in cui il gioco fu rilasciato, le software house che seguivano tale tendenza in fatto di traduzioni si contavano sulle dite di una mano, perdipiù monca.
Note:
• Soccer Kid fu convertito anche per 3DO, Super NES, PC-DOS, Jaguar, Game Boy Advance e Playstation. La versione per Super NES in America è conosciuta come The Adventures of Kid Kleets, pur restando sostanzialmente il medesimo videogioco.
• Domark, nel 1994, tirò fuori un titolo destinato al solo mercato delle console “spaventosamente simile”al titolo recensito, tale Marko’s Magic Football. In pratica la Domark non fece altro che “nipponizzare” tutto il comparto grafico di Soccer Kid, lasciandone intatto il gameplay. Non mi è dato sapere se Krisalis abbia mai chiamato in causa la software house concorrente per ovvie ragioni di plagio verso la propria creatura.
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