La difficoltà del titolo e tarata su livelli medi, non sarà dunque tanto arduo portare a termine la nostra bella missione, aiutati anche dalle password che ci eviteranno di iniziare daccapo a ogni nuova partita. I mondi da esplorare sono in totale tre e ci sarà un solo megaboss finale da affrontare: un mega alieno veramente mega tonto. Un giocatore medio/bravo non impiegherà più di quattro, cinque partite al massimo per portare a termine questo videogioco, anche se, inizialmente, potrebbe dare l’impressione di esser duro da affrontare. Niente di più sbagliato, poiché basterà veramente poco per capire il modo in cui tutto vada affrontato e, una volta trovata l’arma a noi più congeniale, il tutto apparirà (quasi) in discesa. Oltre a sparare contro gli schifosi alieni a noi ostili, dovremo preoccuparci di trovare determinate chiavi sparse per gli scenari utili ad aprire determinate porte. Niente di trascendentale, comunque, giacché il tutto è dislocato in modo intuitivo e non da spaccacervello come per esempio accade proprio in Gods. Le vite a nostra disposizione saranno tre, e i modi per perderne una non sarà solo tramite la classica perdita di energia causata dallo scontro contro i nemici, ma anche da un’ulteriore barra che indica il nostro ossigeno a disposizione. Se non riusciremo a ricaricare sempre e “continuamente” la nostra riserva (vi rammento che siamo sempre sott’acqua), andremo dritti incontro a una morte sicura. Parlando di energia e vite a disposizione, v’illustrerò anche il difetto maggiore che il gioco propone. Come dicevo le vite a nostra disposizione saranno sin dall’inizio tre, ma queste, purtroppo per noi, non possono aumentare oltre. Poco servirà dunque andare alla ricerca di quelle extra sparse per i livelli, poiché anche se ne trovassimo venti, il programma ne riconoscerà sempre e solo tre. Scelta di programmazione altamente discutibile.
La grafica è comunque ben dettagliata, facendo buon uso dei chip Amiga. Pregevole l’effetto acqua in prospettiva presente in determinati livelli, cosi come sono di buona fattura le varie esplosioni. Le animazioni sono minimali ma per nulla sgradevoli, i nemici tanti e ben particolareggiati. Si potrebbe storcere il naso poiché durante il corso dei tre livelli la grafica in generale cambierà veramente poco, mostrandosi sempre in tinte blu/acciaio (come dite? Stile Bitmap Brothers? Ma dai…) fino alla fine. Comunque il nostro eroe non disdegnerà nemmeno un livello completamente immerso nell’acqua e un’altro con jet pack in spalla con il quale affronteremo un quadro che scrolla verticalmente proprio come accadeva nel primo Turrican, tutto per donare al gameplay la giusta varietà che alla fin fine non guasta mai. Sul lato sonoro si fa notare un title sound veramente d’impatto e d’atmosfera mentre, durante la partita, non ci saranno tracce audio ad accompagnarci, ma solo sfx nella norma (anche sul fronte sonoro sono gradevoli gli effetti di esplosioni).
Nota:
• Di questo gioco fu realizzata anche la versione CD32, che oltre ad essere una di quelle fatte con i piedi, riusciva anche a peggiorare quello che di buono era riscontrabile sui tre dischetti Ocs/Ecs. Come? E’ presto detto: l’unica differenza sostanziale tra la versione cd e quella floppy risiede nella schermata iniziale dove, originariamente, i Dynafield Systems riuscirono a ispirarsi a un altro grande videogame a base di alieni cattivi, Alien Breed del Team 17. Nella versione CD32 tale schermata fu rimossa e sostituita con una più appropriata e “originale” (probabilmente anch’essa pescata da qualche altra parte a noi ignota). Inoltre, questi baldi programmatori decisero che era il caso di apportare anche ulteriori modifiche all’interno del gioco stesso: vennero cosi rimosse le comode password, per non parlare delle campionature vocali. Capito bene, miei cari lettori? Su un supporto cd furono eliminate le campionature vocali! Capito?! A voi l’ultimo commento su tale triste operato. Inutile dirvi che il gioco è il medesimo di quello disposto su floppy, e buona notte ad Aga, 020, Akiko e compagnia bella.
Altre immagini: