Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   IK+.jpg 
Visite: 2 
Dimensione: 62.2 KB 
ID: 241034Quello di cui mi appresto a parlare non è un semplice gioco, quanto uno stile di pensiero espresso sotto forma di pixel, quasi un’opera Zen nella sua pressante richiesta di “svuotare la mente”. Non per nulla il simulatore di Karate ideato da Archer McLean nel lontano 1987 è stato per lunghissimo tempo il miglior picchiaduro ad incontri che si potesse giocare fra le quattro mura domestiche; almeno fino all’uscita delle prime conversioni di Street Fighter II e relativi cloni. Inoltre, a dispetto dei suoi venti e passa anni d’età, si riconferma a tutt’oggi come l’unico gioco in grado di catturare la vera essenza delle arti marziali, imponendosi quindi come esemplare unico nel suo genere.

Figlio prediletto di un’epoca in cui solitari geni appassionati d’informatica potevano ancora dire la loro in un mondo videoludico in continua ed inarrestabile espansione, IK+ nasce come logica evoluzione del primo International Karate, pubblicato l’anno precedente su macchine 8bit come C64, ZX Spectrum ed Amstrad CPC.

Come buona parte dei capolavori, sia del presente che del passato, l’impianto ludico del titolo System3 si presenta inizialmente come estremamente semplice ed intuitivo, dimostrando solo in seconda battuta il proprio enorme spessore tecnico a cui possono corrispondere differenti livelli di fruizione. Nei panni di un Karateka di bianco vestito lo scopo del gioco sarà quello di competere contro altri due atleti in una serie Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S535-02.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 86.2 KB 
ID: 239658di combattimenti incentrati sulla regola del tutti contro tutti. Ad aggiudicarsi la vittoria in ogni singola sfida sarà il primo dei tre contendenti a raggiungere il totale di sei punti (due per ogni attacco frontale ed uno per quelli alle spalle). Un eventuale posizionamento al terzo ed ultimo posto porrà invece un termine immediato alla partita, senza alcuna possibilità di “continue” o “password” di sorta. Ogni due incontri sono inoltre previsti dei divertentissimi bonus stages, in cui, calciando fuori dallo schermo alcune bombe, o parando con uno scudo delle palline rimbalzanti, sarà possibile incrementare ulteriormente il nostro “score”, innalzando di pari passo anche il livello della nostra cintura.

Le enormi potenzialità del titolo di McLean si esplicano principalmente in un set di mosse estremamente vasto, che ha quasi dell’incredibile se si pensa agli standard dell’epoca e all’unico tasto presente sul controller. Infatti, grazie ad un geniale sistema che sfrutta tutte le possibili combinazioni “levetta + pulsante”, il nostro combattente sarà in grado di eseguire la bellezza di dodici attacchi differenti, ai quali si aggiungono sia delle utilissime parate che delle spettacolari capriole evasive; il tutto senza che le sue capacità di movimento ne risultino minimamente influenzate. Scordatevi però “fire-ball, spettacolari combo od esagerazioni di qualsiasi sorta, poiché in IK+ ci si mena alla classica vecchia maniera: ossia con calci, pugni e, perché no, anche con le ben più ignoranti testate.

Pur rappresentando un aspetto decisamente importante, non è comunque la varietà Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S535-03.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 87.6 KB 
ID: 239659delle mosse a costituire la vera ossatura del gioco, quanto il loro incredibile bilanciamento unito al perfetto sistema di collisioni. Ogni colpo dispone infatti di un diverso raggio d’azione, che dovrà essere calcolato con una precisione pressoché assoluta affinché l’attacco si dimostri efficace. Tutto ciò, unito ad una velocità di gioco decisamente elevata (per non dire frenetica), costringe il giocatore ad interiorizzare la gittata di ogni singola mossa, fino a quando il corretto utilizzo di queste non risulti del tutto istintivo. Come nelle vere arti marziali ci viene insomma richiesto di assimilarne la tecnica fino a quando i nostri tempi di reazione non risultino praticamente azzerati. Anche perché, già dalla cintura verde in su, di tempo per riflettere non ce ne verrà più concesso. Il vero merito di IK+ risiede proprio in questo: nel non tentare un’improbabile quanto inutile corrispondenza tecnico/estetica con il Karate reale, ma nel saperne riproporre l’essenza a dispetto di tutte quelle limitazioni tipiche di un software homebrew di fine anni ottanta..

Tecnicamente parlando il gioco mostra un comparto grafico decisamente pulito e funzionale, che trova nelle numerose e divertenti animazioni il suo vero punto di forza. Il tutto, sia ben chiaro, mantenendosi costantemente lontano dai vertici raggiunti in ben altre occasioni dal gioiellino di casa Commodore. Semplicemente eccezionale si dimostra invece l’audio: che oltre a fregiarsi di uno splendido accompagnamento musicale scritto da Rob Hubbard (Skate or Die, Road Rash & Popolous), può anche vantare un set di effetti sonori a dir poco fenomenale. La maniacale cura riposta in tale comparto si esplica non solo nelle coinvolgenti urla dei lottatori e nelle realistiche onomatopee dei colpi andati a segno, ma persino nel classico sibilo generato dai “karate-gi” nel loro fendere l’aria. Esilaranti risultano invece i vari “guaiti” emessi dai lottatori nell’esprimere dolore e il rumore prodotto dalle numerose palline nel rispettivo quadro bonus. Sotto il profilo tecnico la sola remora rimane dunque la presenza di un unico fondale, che segna un netto passo Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S535-04.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 84.4 KB 
ID: 239660indietro rispetto ai quattro del suo predecessore. Particolare questo su cui si finisce col sorvolare senza alcuna fatica, visto che saremo costantemente troppo impegnati a divertirci per poterlo notare.

Pur non essendo un campione di originalità, dato che la somiglianza con la precedente incarnazione (e di conseguenza con l’altrettanto ottimo “Way of the exploding fist”) appare a tratti quasi imbarazzante, l’introduzione del terzo lottatore unità alla granitica solidità del gameplay rendono ugualmente IK+ il migliore nel suo genere. In parole povere ci troviamo al cospetto di un vero e proprio caposaldo dell’intrattenimento elettronico, che saprà ripagare generosamente chiunque ne saprà cogliere la profonda essenza Zen; riuscendo in tal modo a compiere quel primo significativo passo sul sentiero che conduce alla saggezza.

P.S. Il gioco contiene una serie di simpatiche “easter eggs”; come il mitico abbassamento dei pantaloni, ottenibile premendo il tasto “t” durante il gioco, o il cameo di pacman attivabile invece digitando il suo nome.
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   ik+psx.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 31.7 KB 
ID: 239657
Versione PS1: Nel 2002 la Ignition Ent. (prima di dedicarsi a tempo pieno alla localizzazione dei titoli SNK) ha curato e prodotto la conversione di IK+ per la primissima Playstation (e giocabile quindi anche su PS2). Pur presentandosi come un porting praticamente perfetto della versione Amiga, (fortunatamente) privo di qualsiasi tipo di aggiunta o modifica, il titolo di McLean si riconferma anche sul 32bit Sony come un gioco estremamente coinvolgente ed attuale. L’unico piccolo neo è rappresentato da alcuni sporadici quanto incomprensibili ritardi nella riproduzione dell’audio, dovuti probabilmente ai continui e spesso intempestivi accessi al disco.



Emiliano "MasterGen" Valori


Altre immagini:

Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S535-07.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 88.0 KB 
ID: 239661Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S535-08.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 87.2 KB 
ID: 239662Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S535-09.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 86.6 KB 
ID: 239663
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   S535-10.jpg 
Visite: 1 
Dimensione: 87.9 KB 
ID: 239664