La storia proposta come background è delle più semplici e dirette possibili. John e Jim sono due fratelli (no, non gli stessi di Double Dragon) che, in un pomeriggio spensierato come tanti altri, giocavano felici e contenti con le loro palline (…) di gomma, fin quando, non si capisce il perché né il per come, sono praticamente rapiti dal cattivone di turno apparso improvvisamente tra le nuvole, che li trascina via tramite un fascio di luce in un mondo alternativo pieno di personaggi buffi e pericolosi. Chi dovrà aiutare i due paffutelli fratelli per far si che facciano sereno ritorno alla loro casa, fuggendo sani e salvi da questa pericolosa realtà alternativa? Ovviamente voi, una volta che avrete impugnato il vostro joypad e deciso di cimentarvi in questo divertente videogame. Come avrete di certo notato, i programmatori non si sono spremuti tanto le meningi per tirar fuori chissà quale trama articolata, ma del resto si sa, per noi videogiocatori alla fine ciò che conta è la sostanza prima di altro, vero? Beh, certo, ma non possiamo nascondere che anche la trama svolge il suo ruolo fondamentale in un buon videogame, poiché aiuta, non poco, il giocatore a immergersi meglio nella sfida che si accinge ad affrontare.
Lo schema di gioco, come già accennato, si aggrega a un filone risalente alle origini della storia videoludica, che nel proseguire degli anni ha visto attori mostrarsi in scena di tutto rispetto, nonché vere perle del genere. Come non citare i grandi Rod Land, Parasol Stars, Snow Bros, che in sala giochi hanno fatto divertire in modo spensierato più di una generazione di utenti? Ma qui si parla di software casalingo, in particolare dell’Amiga, che di giochi del genere è sempre stata comunque ben satura. Quest’ultimo dato di fatto non sembrava preoccupare tanto i Malone Dezign e, benché sapessero sicuramente che su questo sistema girassero porting pressoché perfetti dei giochi citati (più un'altra gran fetta di produzioni indipendenti), lanciarono sul mercato un prodotto “classico”, di quelli che forse non avrebbero assicurato entrate in denaro strabilianti, ma che sicuro avrebbe lasciato il segno in chiunque incappasse nei floppy (o cd-rom, che dir si voglia) di questo piccolo esempio di semplicità e divertimento.
La giocabilità di Naughty Ones è estrema! Divertente, spensierato e con un’ottima curva di difficoltà. Nella versione CD32 sono presenti anche le password, assente nelle versioni floppy. Anche se, onestamente, bisogna ammettere che quest’ultima scelta facilita non poco la nostra missione, mostrando ben presto un’impostazione di gioco originariamente studiata per il superamento dei cinque livelli affrontati tutti di un fiato. Quindi, nella versione CD32 la possibilità di finire il gioco in poche partite è alta, in quella floppy, diversamente, la sfida si rivela più ardua, ma comunque mai eccessiva e sempre alla portata di tutti. Bisogna sottolineare che a un primo approccio questo Naughty Ones potrebbe sembrare anche “falsamente” difficile e frustrante, soprattutto se paragonato ai campioni del genere già citati. Questo accade poiché la giocabilità segue una direttiva più frenetica del solito, la velocità dell’azione è alta, con un’impostazione generale che tenda a spronare a muoversi velocemente prima di aver studiato bene l’ambiente circostante e le sue relative trappole. Ma sono solo questione di minuti e qualche tentativo andato male, poi (dopo le giuste imprecazioni) il tutto diviene lucido agli occhi del giocatore di turno, che non farà tardi a stanare tutti i punti pericolosi che le varie stanze di volta in volta proporranno, percependo, di lì in poi, solo una pura sensazione di piacevole e rilassante divertimento. Ovviamente, come ci si aspetta da un gioco del genere, c’è anche la possibilità di affrontare l’intera missione in due player contemporaneamente. Diversamente dal solito, però, Naughty Ones resta perfettamente fruibile anche in single player, rivelandosi a tratti più godibile in questa modalità, anziché in doppio, poiché meno incasinato da affrontare. La grafica è semplice e ben fatta. I protagonisti sono dei veri “tamarri” con tanto di occhiali da sole (ricordando vagamente lo stile dei Bitmap Brothers e in particolare il loro Magic Pockets), i nemici tutti fantasiosi e ben allineati con il mondo ospitante. Le animazioni sono minimali ma fluide, e nulla intacca lo scrolling del gioco che si rivela sempre all’altezza della situazione. Sia chiaro, niente di trascendentale dal lato grafico/tecnico, niente parallasse, tanto per intenderci, ma quello che c’è svolge egregiamente il suo dovere. Di una nota lievemente più positiva il lato sonoro. Tutte le musichette sono fantastiche, di quelle che si fischiettano anche dopo aver spento tutto e si è altrove a fare altro, con a capo un brano iniziale veramente cool. Creato di gusto, dunque, tutto il comparto sonoro, che trova anche nei pochi sfx una giusta collocazione ritmica.
Naughty Ones non soffre nemmeno (a differenza dei suoi colleghi) della sindrome della ricercatezza esasperata jappo-style. I programmatori hanno creato un gioco spiccatamente occidentale dall’inizio alla fine che cita di certo, ma non si lascia andare al semplice copia incolla d’idee altrui.
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