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ID: 269921Dicesi Kool-Aid un rinfrescante bibitone vermiglio che gli Americani consumano con piacere dai lontani anni '20. I nipotini di Zio Sam, da sempre devoti ai coloranti ed in genere agli alimenti nocivi per l'organismo, hanno riservato una tale dedizione all'intruglio da giustificarne la creazione di apposita mascotte, nata nel 1954 con il didascalico nome di “Kool-Aid Man”, e da allora protagonista instancabile di spot, fumetti, cartoni animati e quant'altro. Kool-Aid Man altro non è che una gigantesca brocca antropomorfa ripiena di liquido rosso, con una curiosa allergia alle porte, tant'è che usa irrompere nelle case dei bambini sfondandone letteralmente i muri per esclamare la sua catch-phrase brevettata: “Oh Yeah!”. Segue puntualmente la sincera esaltazione dei giovani consumatori, incuranti di dovere fare i conti con un'enorme breccia aperta nella parete della propria cameretta. Senz'altro, un personaggio di grande impatto.
Non stupisce dunque che nel 1983 sia giunta per lui anche la consacrazione videoludica, pur sempre in chiave promozionale. Il gioco omonimo, disponibile nella versione VCS qui recensita e in quella Intellivision, non era infatti liberamente acquistabile nei negozi, almeno inizialmente, ma veniva spedito in omaggio più o meno “gratis”... ovvero dietro invio di 125 prove d'acquisto della nota bibita.


NON date da bere agli assetati!
Si parte subito col botto, e visto il personaggio, non poteva essere che QUEL tipo di botto: Kool-Aid Man esordisce con una piacevole intro animata in cui il nostro eroe scarlatto passa attraverso un muro demolendolo con gaio entusiasmo. Puro sfoggio estetico inusuale per i tempi e quasi impegnativo per la console, ma il biglietto da visita è traditore: il gioco vero e proprio è tecnicamente molto più ordinario.
L'azione si svolge tutta in un'arena rettangolare a centro schermo, solcata da tonde creature colorate che la attraversano orizzontalmente: il manuale ce li presenta come Thirsties, letteralmente “Assetati”, e sono le nemesi del nostro eroe, in quanto avidi di soddisfare la propria sete trangugiando a sbafo il liquido contenuto in una enorme piscina piena di Kool-Aid posta in basso. Com'è ovvio, noi comandiamo il prode Kool-Aid Man, di cui muoviamo liberamente lo sprite in ogni direzione, con l'obiettivo di impedire ai famigerati Thirsties di dare fondo alla dolce vasca, pena il nefasto game-over. Urge però precisare che un urto con i forsennati nemici (così come contro i bordi dell'area di gioco) farà rimbalzare via senza controllo il nostro personaggio: l'unico momento in cui i Thirsties sono vulnerabili è quando si fermano sullo schermo ed estraggono una vera e propria cannuccia allungabile verso la piscina, attingendone il contenuto; in questo caso, il semplice tocco del nostro vendicatore rosso li farà scomparire con abbuono di 100 punti. Scopo del gioco è eliminare quanti più Thirsties evitando al contempo che la piscina si vuoti del tutto: la fine dello spasso incombe sia in quest'ultimo caso, sia quando non si riesca a far fuori 30 nemici entro il tempo concesso per ogni stage, indicato da un countdown nella parte alta.
A sostenerci nell'impresa, saltuariamente attraversano lo schermo tre bonus, ossia i tre fantomatici ingredienti dello sponsor: acqua (una grossa W, per “Water”), zucchero (S, per “Sugar”) e, naturalmente... Kool-Aid (indovinate un po'? Una K)!
Tutti e tre sortiscono l'identico effetto di ingigantire per pochi secondi il buon Kool-Aid Man rendendolo indifferente alle collisioni con i Thirsties in corsa. In più, aggiudicarsi un bonus incrementa lievemente il livello del liquido nella piscina.

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Gotta catch'em all!
No, i Pokemon non c'entrano nulla, ma il riferimento esprime bene il genere ludico a cui Kool-Aid Man appartiene: giochi a schermata fissa dalla meccanica semplice, in cui si muove il proprio avatar col duplice scopo di acchiappare quanti più elementi bonus, evitando al contempo quelli letali. Nulla di più, nulla di meno. Titoli certo non profondi, ai limiti del rudimentale, tanto da non richiedere neppure l'uso dell'unico tasto disponibile sul controller VCS, e che vedono “Fast Food” della Telesys come esponente più rappresentativo per Atari 2600.
Eppure, Kool-Aid Man ha dalla sua qualche guizzo utile a farlo spiccare nella concorrenza. Anzitutto l'allegria di una grafica ricca di colori, per quanto distribuiti secondo un sistema inusuale. Con espediente “povero” ma di effetto gradevole, le tonalità dei Thirsties e persino del nostro eroe dipendono dalle diverse fasce orizzontali in cui si vengono a trovare. Come potete vedere nelle immagini di questo articolo, i bordi laterali dello schermo sono a tinte alternate, e rivelano una sorta di divisione in “paralleli cromatici”, per cui tutti gli sprites che vengono a trovarsi a una data altezza assumono lo stesso colore: in pratica, lo stesso risultato che si otteneva nei vecchi cabinati anni '70 con i cosiddetti overlays, veri e propri adesivi applicati su schermo.
Sonoro a doppia faccia: trascurabile il motivetto che accompagna la riscossa di Kool-Aid Man in versione invulnerabile, azzeccatissimi invece gli effetti che ne scandiscono l'azione. Opportunamente buffi i vari bòing e sdèong che accompagnano i rimbalzi pazzi del cavaliere rosso, con esito a metà fra l'esilarante ed il frustrante quando gli urti si susseguono a raffica senza possibilità di riprendere il controllo del personaggio se non dopo lunga e chiassosa serie di sportellate.
Questo ci porta al fattore forse decisivo a favore del gioco, ossia la sua sfida ben calibrata: Kool-Aid Man parte dolce e abbordabile, ma la difficoltà aumenta ben prima che ci si possa annoiare. L'esercizio incrementa sensibilmente il punteggio, e per i giocatori più che abili è disponibile anche una modalità più veloce, settabile con switch destro in posizione A.
Sullo switch sinistro, invece, si cela il tocco di classe: la levetta infatti è usata per mettere in pausa la partita. Può sembrare cosa da poco, ma i giochi VCS che possono vantarsene si contano davvero sulle dita.

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Atari 2600 Jr? “On No!”
Siamo alle dolenti note: la premura che i programmatori hanno applicato nell'implementare l'opzione di pausa, avrebbero fatto meglio ad usarla anche per sincerarsi che la loro opera fosse giocabile su ogni VCS. Tocca invece segnalare che Kool-Aid Man è di fatto inutilizzabile sulla versione Junior del buon 2600 (e sull'emulatore più noto, Stella). Pare che il posizionamento inusuale dello score mandi a margherite il chip interno di questo tipo di console, influendo in modo insano sulla registrazione delle collisioni: passata la sequenza introduttiva, si resta impotenti di fronte al protagonista che rimbalza senza sosta in un angolo dello schermo. In Rete si ritrova spesso una soluzione al problema, che consiste nel porre lo switch sinistro in posizione B, il destro in posizione A, e il selettore tv sul Bianco e Nero. Il sistema è ingegnoso, ma ha un difetto rilevante: non funziona. O almeno, non sul mio comunissimo Junior Pal. Per provare dal vero Kool-Aid Man, non disponendo di macchine più nobili ho dovuto inserire la cartuccia in un vile clone VCS a buon mercato, di quelli da 128 giochi in 1, sul quale ho potuto “apprezzare” la resa del gioco su macchina Pal. Kool-Aid Man è purtroppo un'esclusiva NTSC, quindi somministrarlo senza modifiche di sorta ad una macchina europea lo altera sensibilmente: nella fattispecie, lo rende nettamente più “verdognolo”... sembra lo sponsor di un succo alla pera.


L'altro Kool-Aid Man
Merita due parole la versione per Intellivision, sviluppata separatamente ed infatti completamente diversa. Là ci troviamo a pilotare una coppia di bambini intenti a setacciare una enorme casa a due piani alla ricerca degli ingredienti del Kool-Aid, mentre fuggono dagli immancabili Thirsties. Racimolato il necessario per la preparazione e miscelato a dovere il bibitone, ecco spuntare Kool-Aid Man a fare piazza pulita dei manigoldi. A una resa grafica sorprendente, fa da contraltare un sistema di controllo legnoso a dir poco, ma ad ammazzare il gioco ci pensa una giocabilità ai limiti della narcolessia. Atari 2600 batte Intellivision tre a zero.



COMMENTO FINALE


"Titolo che fa poco, ma lo fa abbastanza bene. Kool-Aid Man è una bicchierata di colori allegri e suoni buffi, rinfrescante quanto effimera, e tuttavia l'ottimo bilanciamento della difficoltà offre un solido incentivo ad accumulare partite per migliorare il proprio score. Sconsigliato a chi ricerca esperienze ludiche “sofisticate”, resta un diversivo di poche pretese ma tanta simpatia."