Mi è ignoto il motivo, ma l'essere umano ama il dolore! C'è chi ama infiggerlo agli altri, e chi ama martoriarsi da solo! Uè, ognuno ha i suoi gusti no?
Per infliggere dolore, l'uomo è sempre stato molto creativo e negli anni ha saputo sempre inventare nuovi strumenti di tortura. Dalle semplici pinze o tenaglie, fino alla Vergine di Ferro o al Toro di bronzo... fino ad arrivare ai videogiochi! Si, alla fine mi sono convinto che certi giochi sono stati creati appositamente come strumento di tortura, perchè altrimenti non si spiegherebbe la loro nascita!
Ed è il caso ad esempio di Math Gran Prix, per Atari2600. Un insensato abominio, tanto utile all'universo dei videogiochi quanto una maglietta per Taylor Lautner.
Prima però di parlare del (parolone) gioco, permettetemi una piccola parentesi. Sapete cos'è la Grande Crisi dei Videgoames?. Semplificando, è proprio quello che descrive il titolo stesso. Tra fine 1983 e inizio 1984, la sovrapproduzione di videogiochi e console per lo più mediocri, rispetto a quanti il mercato realmente riusciva ad assorbirne (visto anche l'arrivo nelle case dei primi PC a buon mercato, come il Commodore 64), ha causato un crack finanziario negli USA che ha portato alla bancarotta di molte case produttrici del settore, che si è riuscito a risollevare solo con l'arrivo del NES. Simbolo della crisi è ET per Atari2600, ad oggi da molti ritenuto il peggior gioco mai realizzato, ma non è stato il solo abominio dell'epoca! Math Gran Prix fa parte di questa cerchia. Nato un anno prima della famigerata crisi, all'apparenza sembrava un titolo innocuo.
Quanto volete infatti che sia terribile un semplice gioco di corse automobilistiche? Tanto, se invece dell'acceleratore, del freno, delle marce e di tutto quello che normalmente servirebbe per far muovere un'automobile, voi avete... un'operazione matematica! Si, avete capito bene! Che minchia di Balzar c'entra la matematica con la Formula 1... non credo nemmeno chi ha programmato questo gioco saprebbe dircelo!
Ma qui è così. Il gioco non è altro che una sorta di gioco dell'Oca dove per fare qualche passo dovete risolvere un'addizione... Avrete un solo avversario e a turno dovrete risolvere una singola operazione e... basta, è tutto lì! Rispondi esattamente e la tua auto (e sono generoso a definirla così) va avanti, sbagli e resti lì! Ah no, c'è anche un altro fattore che rende più avvincente il tutto! Già la difficoltà dei quesiti aritmetici è elevatissima (tipo 7-6=?), ma l'intelligenza (oddio ora ho esagerato davvero definendola così) artificiale a volte cerca di metterti i bastoni tra le ruote quindi... può capitare che anche dando la risposta esatta... ti venga considerata sbagliata. Senza regola fissa, senza preavviso... così! Giusto per aumentare l'adrenalina del momento! Wow, così sarà proprio un testa a testa fino al fotofinish!
Ma prima di poter scattare la foto, il fotografo dovrà anche lui rispondere ad una domanda: come ha fatto ET ad essere ritenuto un gioco addirittura peggiore di questo? Eh... volete la risposta? Non credo di averla. Secondo me è come chiedere se si preferisce avere un calcio sul testicolo destro oppure sul sinistro. Forse solo Paolo Bitta saprebbe cosa scegliere! In ogni caso, vi prometto che vi parlerò anche del famigerato ET, magari con anche una video-recensione. Cosa ho detto all'inizio? Che l'uomo adora farsi del male e io non capisco il perchè? Lo confermo, quindi non capisco ancora perchè dovrei farlo... ma probabilmente lo farò!
Math Gran Prix - Atari 2600
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- Pubblicato: 16-12-2014, 14:48
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Math Gran Prix
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Ma questo è (o sembra) un educational... o meglio: un rieducational (Vulvia docet)
"È agghiaggiande signori miei!"
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Bah, forse non andrebbe valutato come videogioco in senso stretto, bensi come qualcosa per le famiglie, del resto anche in copertina si vedono una bimba col joy mentre il pupo pensa...In fondo Atari forse tentò allora la strada battuta da Nintendo e i suoi prodotti di dubbio valore come quelli della Wii.
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Originariamente inviato da Amy-MorIn fondo Atari forse tentò allora la strada battuta da Nintendo e i suoi prodotti di dubbio valore come quelli della Wii.
Più che altro come "filosofia" di fondo si può paragonare, sia pur molto alla lontana, ai titoli della serie Brain Age / Dr. Kawashima's Brain Training, giochi generalmente apprezzati da pubblico e critica che, se non vado errato, sono usciti originariamente per Nintendo DS
In generale i videogiochi educativi non erano certo rari ai tempi... di recente ho avuto modo di "rispolverarne" (in emulazione) uno per Atari 800XL (esiste anche per Commodore 64) che da ragazzino giocavo spesso & volentieri : Ducks Ahoy! (CBS Software - 1984)
Il gameplay del titolo pubblicato tre decenni fa da CBS Software è la quintessenza della semplicità!
Si guida una barca luingo i canali di una sorta di pseudo-Venezia allo scopo di "salvare" dei "paperi-lemming" che, con varie modalità e velocità, cercano di avvicinarsi all'acqua per tuffarsi (perchè? E come mai dobbiamo impedirlo? In quanto paperi dovrebbero saper nuotare! Va beh... non facciamoci troppe domande...). Una volta accolti nella barchetta, dove non è possibile caricarne più di due per volta, i pennuti dovranno essere trasportati nella parte superiore dello schermo, ovvero in spiaggia. Oltre a tener d'occhio le diverse tempistiche "suicide" dei paperi, si dovrà fare attenzione anche ad un ippopotamo (si sa che a Venezia ce ne sono a iosa...), seguendone la scia di bollicine. Questi, infatti, emergerà all'improvviso dall'acqua, cercando di affondare la nostra barca.
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Ma no, dai... è un gioco concepito e realizzato (dalla famosa programmatrice Suki Lee, peraltro molto amica con Howard Scott "E.T.-Yar's Revenge-Raiders of the lost Ark" Warshaw... ved. il film/documentario "Once upon Atari) per un pubblico di età inferiore ai 10 anni.
In pratica, due "ragazzini poco più che bimbi" si sfidano a colpi di elementari operazioni matematiche in modo che ogni risultato esatto diventi una sorta di "boost" per la propria auto.
Vince chi azzecca il maggior numero di calcoli ed il più velocemente possibile.
E, a proposito di Howard... noto che gli americanissimi luoghi comuni su E.T. per VCS stanno ancora mietendo qualche neurone tra le popolazioni non statunitensi. Ma d'altronde chi non ci ha giocato in quegli anni non può capire che cosa abbia rappresentato quel gioco e perchè qualcuno ci abbia giocato ben più di un centinaio di volte.
No, non lo capirebbe nemmeno se dovesse leggere ipotetici diari personali di quei soggetti per i quali VCS, Intellivision e ColecoVision erano sinonimo unico di "videogioco da casa" nei primi anni '80.
No, se vuoi un consiglio spassionato, lascia perdere la video recensione di E.T.
Ultima modifica di MacDLSA; 30-12-2015, 00:51.
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