Strano a dirsi, ma il “bestseller” letteralmente inteso dell’Atari 2600 fu un grandissimo flop. Quando nel marzo del 1982 comparvero sugli scaffali i primi esemplari di Pac-Man, il richiamo all’epoca ancora fresco delle conversioni da coin-op e la straordinaria popolarità del mangiapalline giallo spinsero un gran numero di possessori di VCS, suppergiù sette milioni, a fiondarsi nei negozi per accaparrarsi una copia così, sulla fiducia, a scatola chiusa. I problemi sorsero quando la scatola venne aperta, la cartuccia estratta ed introdotta nella console, il gioco avviato e provato: un vero abominio. La conseguenza fu che molti utenti insoddisfatti restituirono il prodotto, mentre il passaparola tenne lontani quasi tutti gli altri potenziali acquirenti. Risultato finale: cinque milioni di invenduto su un totale di dodici milioni di cartucce sfornate da Atari sulla base delle ottimistiche previsioni iniziali.
Quando venne il momento di convertire il sequel, ossia Ms. Pac-Man, ci si rese conto che il bonus di pazienza degli appassionati era già stato esaurito, e che non era il caso di sprecare per la seconda volta una licenza di tale richiamo. Si decise così di fare le cose in grande mettendo a disposizione 8 KB di memoria, il compito fu affidato alla General Computer Corporation ed il frutto della sua fatica vide la luce nel 1983.
“She wore a yellow ribbon...”
Inserita la cartuccia e accesa la console, ecco l’immagine di un classico maze con all’interno i quattro fantasmi e la nostra Ms. Pac-Man. Giusto il tempo di godersi un po’ l’impatto iniziale e la scena comincia a muoversi in modalità demo: potrà sembrare poca cosa per il giocatore moderno, ma era la prima volta che ciò accadeva in un titolo VCS e questo, dopo un Pac-Man tanto sciatto e abbozzato, dà già la cifra dell’attenzione e della cura trasfuse in questa seconda conversione.
Premiamo il tasto del controller e diamo il via alla partita, celebrato dall’inconfondibile jingle dell’originale arcade: nitido, grazioso, riconoscibilissimo, bene così! Diamo un’occhiata generale e notiamo subito che i cambiamenti rispetto al predecessore sono tanti e molto gradevoli, perciò sarà meglio procedere con ordine. Innanzitutto lo sprite principale: Ms. Pac-Man parrebbe molto simile alla controparte maschile non fosse per il ben noto fiocco in testa, che tuttavia in questa versione non è rosso bensì giallo esattamente come lei. Le differenze principali riguardano però il modo di aprire e chiudere la bocca, molto più simile al coin-op, e soprattutto la non trascurabile circostanza che la protagonista si degna di rivolgersi alla direzione del movimento anche lungo l’asse verticale, laddove lo stanco Pac-Man VCS si limitava a girarsi soltanto a destra o a sinistra. Inoltre nell’atto di mangiare le palline, che anche stavolta sono in realtà delle barrette in tipico stile Atari 2600, la gentil dama emette un effetto sonoro decisamente più amabile di quella specie di raucedine robotica che affliggeva il marito.
Quanto ai fantasmi, perdono la colorazione pallida e quasi indistinta che li definiva in Pac-Man ed acquistano le giuste tonalità a tinte brillanti, ma quel che più conta è che guadagnano in personalità. I quattro beoti che si muovevano randomicamente per il labirinto lasciano il passo ad altrettante ben riuscite repliche degli originali arcade, ognuno con i propri pattern peculiari. E così il rosso Blinky si rivela il più pericoloso ed aggressivo,l’azzurro Inky imprevedibile ma meno accanito, il roseo Pinky ha il vezzo di tagliare la strada mentre Sue di arancio vestita sostituisce Clyde di Pac-Man ma si comporta alla stessa maniera molto naif, ossia non si rende ben conto di quel che la circonda. Inoltre i simpatici lenzuoli animati possono dirsi quasi del tutto guariti dalla malattia che li aveva colpiti piagando enormemente la loro prima esperienza casalinga, ossia il mostruoso flickering. È pur vero che gli sfarfallii non mancano, specialmente quando gli sprite si trovano in fila, ma non è più nulla di tanto abnorme e fastidioso, e non vi capiterà mai di incappare in un fantasma senza averlo visto arrivare.
Quattro al prezzo di uno
Quel che bisogna fare lo sanno anche i sassi: mangiare tutte le palline/barrette sparse nel labirinto e fuggire i letali fantasmi o tentare di acchiapparli in cambio di punti dopo avere ingerito una delle quattro pillole giganti per renderli temporaneamente vulnerabili. Il copione è però arricchito sia dalle migliorie apportate dal cabinato di Ms. Pac-Man, sia dalla maggiore fedeltà con cui le dinamiche classiche e le novità del secondo capitolo sono state riportate su console.
La differenza più lampante è l’area di gioco, che alterna ben quattro maze diversi. Qui si cela, però anche la principale correzione rispetto all’arcade, poiché i labirinti, pur ricordando evidentemente gli originali, se ne discostano parzialmente e ne offrono una versione sensibilmente modificata, probabilmente per venire incontro alle capacità della macchina. Personalmente trovo che il level design sia comunque eccelso e contribuisca a rendere più “unica” questa conversione, ma di certo i puristi del coin-op potrebbero storcere il naso. Saranno invece lieti di sapere che i warp tunnel, che consentono di passare da un’estremità all’altra del labirinto, sono correttamente sistemati sulle pareti laterali e non più in cima e sul fondo, dove senza un logico motivo li aveva posti il mai troppo vituperato predecessore.
E veniamo alla frutta, che in Pac-Man compariva temporaneamente al centro dello schermo, peraltro sostituita nella versione VCS da un semplice rettangolo sempre uguale a se stesso, pateticamente ribattezzato “vitamina” nel tentativo di giustificare la miserabile scelta grafica. In Ms. Pac-Man invece ad ogni stage compare per due volte un diverso frutto (o un pretzel, giacché nel Pac-mondo i pretzel crescono sugli alberi) che attraversa il maze da parte a parte saltellando secondo un itinerario tortuoso e tendenzialmente casuale: il divertimento ci guadagna, anche nella versione VCS in cui la frutta torna a somigliare a se stessa e si muove festosa, con effetto sonoro adeguato.
Ma la vera novità è che finalmente l’Atari 2600 restituisce pur con gli inevitabili aggiustamenti il feeling del cabinato, la sua essenza. Lo sprite principale si muove a dovere, con una risposta ai comandi pressoché immediata, e quasi tutte le componenti che rendevano l’esperienza completa e profonda in sala giochi, e che il Pac-Man per Atari 2600 aveva bellamente ignorato, sono qui riproposte con competenza. Non soltanto i fantasmi hanno riacquisito i propri pattern di movimento, ma esattamente come nel coin-op alternano momenti di caccia a fasi di riposo in cui si dirigono ai quattro angoli dello schermo senza curarsi di noi. Inoltre, quando Ms. Pac-Man inghiotte una pillola gigante, gli adorabili spettri non solo diventano blu di paura e vulnerabili, ma si danno comprensibilmente alla fuga invertendo direzione all’istante, diversamente dai rincitrulliti del primo episodio per VCS che proseguivano indolenti come nulla fosse, anche a costo di correre incontro a morte certa nelle fauci dell’eroe giallo. E ancora, il passaggio tramite warp tunnel si rivela utile anche perché la nostra eroina lo percorre più velocemente dei suoi nemici, di modo che può servirsene per distanziarli. A voler essere pignoli, sembra mancare quell’incremento di velocità che in sala giochi caratterizzava i fantasmi col progredire dei livelli, ma si tratta di una sottigliezza.
Anche le scene d’intermezzo risultano tagliate, ma per quanto mi riguarda non lo trovo questo gran peccato, tanto più che al termine della partita viene offerta una schermata con il punteggio finale ed una coreografia animata in cui i fantasmi fanno un allegro girotondo intorno a Ms. Pac-Man: idea carina, e non spezza il ritmo del gioco in mezzo alla partita.
La difficoltà è sensibilmente più mite rispetto all’arcade, pur offrendo lo stesso numero di vite, ossia tre più una come bonus per i primi 10.000 punti, diversamente dalle più ardue conversioni per i cuginetti Atari 5200 e 7800 che concedono però da subito cinque tentativi. Fra l’altro qui per cambiare maze è sempre sufficiente completarlo per due soli stage consecutivi, mentre nell’originale da sala la progressione era ben diversa, col primo loop articolato secondo la sequenza: 1° maze due volte, 2° tre volte, 3° quattro volte, 4° quattro volte. La conseguenza di tutto ciò è un gradito regalo per i giocatori di livello medio-basso come chi scrive, dal momento che permette di apprezzare tutti e quattro i maze nello spazio di sette livelli in luogo dei dieci richiesti dal cabinato con una pretesa non esattamente alla portata di tutti. Per completezza riporto che oltre a quello di default sono disponibili altri tre livelli di difficoltà alternativi, rispettivamente con uno, due e tre fantasmi, ma è difficile non riconoscere l’insensata viltà di azzoppare a tal punto il gioco, snaturandolo pesantemente, e non stupisce che le icone distintive di queste modalità siano teneri musi d’orsacchiotti (uno per ogni fantasma presente), quasi a voler rimarcare che si tratta in fin dei conti di roba per poppanti.
Note
La meritoria opera riparatrice di Ms. Pac-Man ha dato il suo ultimo frutto nel 1999, quando con un hack della relativa rom Rob Kudla ha confezionato Pac-Man Arcade, conversione finalmente godibile del primo episodio di cui potete leggere QUI la recensione.
Ms. Pacman - VCS
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- Pubblicato: 12-04-2012, 11:30
- 12 commenti
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Ms. Pacman
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Bellissimo titolo e superclassico intramontabile che ho letteralmente consumato nella sua versione per Atari 8-bit family / Atari 5200. Fra l'altro, come giustamente menzionato nell'articolo, una delle differenze più importanti tra Pac-Man e Ms. Pac-Man è legata alla maggior "complessità" dei pattern che governano i "fantasmini"...Ultima modifica di AlextheLioNet; 12-04-2012, 14:55.
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Anch'io l'ho consumato all'epoca su Atari 2600, senza però apprezzare le differenze dalla meno riuscita conversione del primo Pac-Man visto che non la conoscevo neppure nella versione arcade (dovevo ancora entrare per la prima volta in una sala giochi ). Quindi diciamo che Ms. Pac-Man mi ha iniziato... Possiedo tuttora la cartuccia del 1982 (una silver label ). Complimenti per l'ottimo articolo!
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Sono uno dei pochi eretici che non si sono mai appassionati particolarmente ai vari Pac-Man, ma è in effetti molto interessante scoprire come sia stato possibile ottenere una formula sempre più vicina al coin-op nel tempo sempre sulla stessa console. Complimenti!
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Grazie!
è in effetti molto interessante scoprire come sia stato possibile ottenere una formula sempre più vicina al coin-op nel tempo sempre sulla stessa console
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Ottimo Ikaris ! [ ovviamente grazie per il link alla mia rece del gioco "confratello" ]
Concordo con i giudizi per i vari Pac-Man su VCS !
Se mi concedi (e questa è la mia giusta punizione per essermene sempre "fregato" della pagina del Forum inerente alle "prenotazioni" per le recensioni...) ho un po' di materiale aggiuntivo che giaceva "latente" nei meandri dei miei Hard Disk...
La mia avventura con Ms.Pac-Man inizia nell'inverno del 1983, quando STANCO dell' orribile (ma comunque STRAgiocato ! !) Pac-Man, decisi di procedere all'aqcuisto della versione "al femminile" !
Ho detto "acquisto"... ma non fu esattamente così...
In quei freddi giorni andai alla festa di compleanno di un'amico, il quale come regalo più gradito ebbe, manco a dirlo, un bel 2600 (uno dei primi esemplari di "Vader" in Italia) nuovo di pacca !!!
Ed ecco che, in maniera molto SUBDOLA, "fregai" (letteralmente!) la garanzia della console all'amico in questione... Il poverino era del tutto ignaro di ciò che poteva significare quell'altrimenti poco importante cartoncino (l'assistenza alle console Atari era pressochè inesistente! Solo da lì a un'annetto circa cominceranno a farsi strada centri realmente specializzati nella riparazione dei VCS...). In effetti solo chi acquistava riviste "del settore" (poche, anzi: POCHISSIME, a dire il vero) poteva scorgere tra le pagine di suddette riviste una interessantissima pubblicità dell'Atari Italia... Eccola qui per Voi, restaurata, come sono solito fare, per l'occasione e datata Novembre 1983 (VideoGiochi n°9):
... ed in men che non si dica ecco arrivare a casa mia una fiammante (oddio... adesso ha i suoi anni e non è più così tanto "fiammante" ) cartuccia della pallina gialla truccata, con guantini, stivaletti e fiocco rossi !!!
Ah, sì ! Dimenticavo... mi arrivò pure l'Atari Card, ovviamente registrata a mio nome !
E, per merito di quest'altra pubblicità, potei acquistare due giochi (Vanguard e Pole Position) praticamente a metà prezzo !
[ Quest'altra pubblicità esula, invece, dal discorso Ms.pac-man e/o Atari Card... ma mi permise lo stesso di avere Mario Bros e Jungle Hunt pagando uno soltanto dei due giochi !
]
Visti i prezzi ?
Provate a dare un'occhiata a questa scansione riguardante i listini di un noto negozio di Milano (sì, ok... il volantino dice anche Torino, ma lì non ci sono proprio mai andato "solo" per comprare un videogame ). I "locali" più anziani dovrebbero ricordarselo
Be', "bando alle ciance" e leggiaoci un po' questa paginetta MOOOLTo interessante, anch' essa datata Novembre '83... Gli Arcade Awards !!! Gli "Oscar" del videogioco, a quell' epoca :
Ms.Pac-Man: MIGLIOR GIOCO DELL'ANNO, categoria giochi con meno di 16Kbytes di memoria !
Ahhh, Pac-man & soci sono stati una vera "pacchia" per me ! Figuratevi che anni fa mi ero pure costruito un mini-cabinato con le fattezze del coin-op di "mamma" Bally-Midway (o perlomeno della sua parte superiore... ) con iol mio VCS "in bella mostra" !
E per finire eccovi la mia Pac-collezione per VCS
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Spettacolo MAC.....essendo dell'85 non ho mai vissuto quei bei tempi andati, ma la situazione doveva essere MOOLTO diversa da ora.
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Oltre 170 versioni diverse di Pac-man e proprio quella per VCS, attesissima, si è rivelata mal convertita... per fortuna che Ms Pac-Man ha messo un po le cose a posto! Le mie versioni preferite restano Pac-Man per NES e Ms Pac-Man per Atari 700. Ottimo articolo.
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Originariamente inviato da MacDLSAHo detto "acquisto"... ma non fu esattamente così...
In quei freddi giorni andai alla festa di compleanno di un'amico, il quale come regalo più gradito ebbe, manco a dirlo, un bel 2600 (uno dei primi esemplari di "Vader" in Italia) nuovo di pacca !!!
Ed ecco che, in maniera molto SUBDOLA, "fregai" (letteralmente!) la garanzia della console all'amico in questione... Il poverino era del tutto ignaro di ciò che poteva significare quell'altrimenti poco importante cartoncino...
Questo titolo uscì quando i rettangolini di Break Out erano in fase di obsolescenza, il VCS era la consolle perfetta per le conversioni rilasciate dal '72 all'81 massimo. Già graficamente si vedeva la netta differenza di questa "MS. Carmen Russo del videogioco" dalla versione coin-op alla versione home per VCS... è inutile descrivere le caratteristiche tecniche del VCS 2600 paragonate a quelle dei sistemi coin-op dei primi anni 80 sennò ritorna la storica frustrazione degli atariani quarantenni!
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