Quest’affascinante titolo d’esordio della FTL, software house nota soprattutto per aver dato i natali al rivoluzionario gioco di ruolo Dungeon Master, ci vede impersonare il povero Zed: un giovane schiavo condannato ad essere sfruttato nelle cave di vetro. Grazie ad un inaspettato colpo di fortuna, cioè all’aver ricevuto in eredità l’astronave di suo zio, la SunDog appunto, Zed può finalmente aspirare ad una vita migliore e conseguentemente alla libertà, non prima però di aver soddisfatto le clausole di un preesistente contratto stipulato dal sopraccitato parente ed un misterioso gruppo religioso. Tale accordo concerne, infatti, il pieno supporto e lo sviluppo di una remota colonia stanziata su un altrettanto ignoto sistema solare.
A livello strutturale, SunDog si presenta come una simulazione spaziale piuttosto complessa che racchiude in sé innumerevoli spunti strategici e ruolistici. All’inizio del gioco, ci viene chiesto di creare un profilo per il nostro alter ego specificandone il nome e distribuendo un certo quantitativo di skill-point fra i parametri fisici ed intellettuali che ci accompagneranno lungo il corso della partita, in particolare: forza, destrezza, intelligenza, fortuna e carisma.
L’avventura comincia a bordo della SunDog, fin dalle prime battute ci viene offerta una certa libertà d’azione. Premesso che non esiste un modo predeterminato per portarla a termine, il primo passo consiste nell’individuare il pianeta su cui è stanziato l’avamposto di cui dobbiamo prenderci cura. Una volta scovato il summenzionato corpo celeste, vi si atterra e se ne perlustra la superficie con la stiva semovente della nave. Quest’ultima, infatti, può sganciarsi dal resto dello scafo per poi essere pilotata come un normalissimo mezzo di trasporto. Ad un certo punto, dopo averne esplorato in lungo e in largo la superficie, scoveremo la piccola colonia. Recandoci al suo mercato generale, di volta in volta verremo a conoscenza di ciò che le necessità per prosperare e sopravvivere, in altre parole di cosa dovremo procurarci per accedere alla fase successiva del gioco. Questi beni o prodotti dovranno essere acquistati sui pianeti delle stelle limitrofe e recapitati sul posto tramite la già menzionata stiva mobile della SunDog.
Purtroppo, non riceviamo alcun compenso per ogni consegna effettuata, pertanto l’unico modo che abbiamo per racimolare i fondi necessari a soddisfare le richieste dell’avamposto consiste nel far cassa commerciando in altri beni più remunerativi, fermo restando l’esigua liquidità iniziale del nostro conto in banca. Le città disseminate sulla superficie dei vari pianeti, offrono diversi tipi d’esercizi commerciali, come ad esempio: negozi di ricambi, armerie, bar, ristoranti e persino banche. Lungo le vie di questi centri urbani, non sarà raro imbattersi in mendicanti e venditori ambulanti, sebbene la maggioranza degli incontri riguarderà dei teppisti con l’unica intenzione di derubarci. Comunque sia, ricorrendo ad opportune contromisure come le minacce o l’inganno, saremo in grado di scoraggiarli.
La risorsa più importante di cui necessità la colonia, sono i coloni criogenicamente ibernati. Questi, ovviamente, non possono essere acquistati come una normale merce, ma al contrario devono essere scovati sui pianeti delle stelle limitrofe. Nostro zio, infatti, li ha stoccati in appositi magazzini senza lasciare alcuna indicazione a riguardo. Per localizzarli, pertanto, saremo costretti a visitare i sistemi confinanti e ad investigare su ogni possibile oggetto riguardante il precedente capitano della SunDog. Ad ogni modo, non è assolutamente detto che i criogeni di cui abbiamo bisogno si trovino nella medesima città che stiamo visitando, alcuni, infatti, possono trovarsi in altri luoghi, su differenti isole o continenti, lontano dallo spazioporto in cui è attraccata la nave. Vista l’impossibilità della stiva semovente di superare gli ostacoli naturali ed i flutti di un pianeta, sarà necessario individuare degli altri modi per raggiungerli.
Un altro problema con cui ci dobbiamo barcamenare, riguarda la manutenzione dell’astronave. Già dalle battute iniziali, infatti, ci rendiamo subito conto di come numerosi sistemi di bordo necessitino di riparazioni. Lo stato della nave, ad ogni modo, permette di viaggiare senza grossi problemi, ma una condizione più efficiente diverrà una vera e propria priorità quando avremo a che fare con i pirati che infestano le principali rotte commerciali, sia nel caso decidessimo di combatterli o evitarli. Le riparazioni di solito consistono nel sostituire i componenti danneggiati con dei ricambi acquistati in appositi negozi di componentistica, il problema sta però nell’elevato costo di questi pezzi. Le prestazioni della SundDog, inoltre, potranno essere migliorate installandovi dei ritrovati tecnologici più evoluti. I radar più all’avanguardia, ad esempio, ci consentiranno di atterrare in ogni città, non più solo in quelle munite di spazioporto. Per entrare in possesso di queste tecnologie avanzate, saremo costretti a visitare i mondi più lontani e remoti, gli unici a presentare dei negozi in cui trovare questi componenti esotici. Per localizzarli dovremo chiedere delucidazioni ai gestori dei bar.
Le rotte spaziali, come premesso, sono battute dai pirati, quindi, presto o tardi, dovremo fare i conti anche con essi. Comunque sia, c’è offerta la possibilità di persuaderli a desistere, di minacciarli o di evitarli. Come ultima spiaggia, possiamo anche disfarci del carico così da lasciarlo alla mercé dei criminali, perdendo però ogni investimento effettuato su di esso. Se la SunDog è in buone condizioni, si può prendere in considerazione l’idea del combattimento. L’astronave presenta due sistemi d’armamento: cannoni e laser, fermo restando la presenza degli scudi protettivi. Ogni colpo ricevuto dagli avversari, causerà naturalmente dei danni allo scafo, mentre nel frattempo il sostentamento degli scudi darà fondo alle riserve di carburante. Se il combattimento avviene nei pressi di un pianeta, la SunDog può atterrarvi sopra sana e salva. I pirati, ad ogni modo, ci infastidiranno solamente nel caso stessimo trasportando qualcosa d’interessante, un’altra possibile tattica elusiva consiste nel distruggere una nave pirata inseguitrice, cosi che le rimanenti concentrino la loro attenzione sul carico che quest’ultima stava trasportando.
L’interfaccia di controllo di SunDog sfrutta un sistema basato sull’impiego del mouse, delle icone e di una serie di finestre sovrapponibili denominato ZoomAction. Quest’ultimo viene impiegato per gestire ogni aspetto del gioco: dal controllo dell’astronave al girovagare tra gli edifici della città, piuttosto che per i pianeti di un particolare sistema solare. Le varie funzioni del gioco vengono attivate con i pulsanti del mouse e le rispettive finestre finiscono col sovrapporsi sistematicamente l’una sopra l’altra. Cliccando su un edificio, se ne visualizza ad esempio l’interno, così che il giocatore possa spostarvisi dentro ed interagire con le persone che vi risiedono. Alcuni tipi d’azioni, come ad esempio le riparazioni, l’acquisto dei ricambi ed il consumo del cibo, si effettuano con il trascinamento delle rispettive icone. L’interazione con i personaggi non giocanti avviene per mezzo di appositi elenchi in cui figurano le diverse risposte inerenti ad un particolare argomento.
SunDog - Atari ST
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- Pubblicato: 30-04-2015, 16:48
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SunDog
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Interessante questa è una chicca che Bert aveva già menzionato nei commenti al mio speciale sugli Atari ST "Home Computer Atari (Parte 2)". Fino al gennaio dello scorso anno, ovvero fino a quel particolare commento dov'era citato, non ne avevo mai sentito parlare. Ma è inevitabile che così fosse... e non solo per il gran numero di titoli sviluppati anche per Atari ST. Vedo dalla scheda finale, infatti, che SunDog è datato 1985. Ebbene nel 1985 non possedevo ancora l'ST, con il 1040STFM, il modello da me acquistato di lì a 2 anni, ancora di là da venire, visto che esordì nel 1986. C'è poi da dire che, anche se il titolo FTL fosse stato relativamente più recente, probabilmente non mi avrebbe dato nell'occhio, visto che il genere di riferimento, ovvero i simulazioni spaziali, mi è sempre stato totalmente estraneo
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