Lo sviluppatore nipponico riversa in questo action game molte delle situazioni classiche dei film di James Bond affiancando sezioni platform “alla Rolling Thunder”, in cui si guida il noto agente segreto armato della fida Walther PPK e della potentissima Golden Gun, a spettacolari livelli alternativi che vedono il protagonista in caduta libera in attesa di aprire il paracadute, lanciato a tutta velocità su una moto e immerso, in muta da sub, in acque marine pullulanti di squali e agguerritissimi nemici. Gli amanti dei James Bond movies noteranno le citazioni dai film in diverse situazioni e in boss particolarmente simili al gigantesco Jaws e al cinese Oddjob.
Gli stessi livelli “extra” sopra descritti rimandano a diverse pellicole dell’interminabile saga cinematografica nata dalla fantasia di Ian Fleming, per non parlare, poi, della Golden Gun, la super arma che il nostro agente può usare dopo aver raccolto un certo numero di bonus e solo per un tempo limitato.
La conversione su Atari ST di un coin-op tecnicamente molto ben realizzato come Sly Spy è stata attuata al prezzo di notevoli quanto inevitabili compromessi sul fronte audiovisivo. Dal punto di vista estetico il porting della Ocean / Software Creations si presenterebbe bene: gli sprite sono ben disegnati, i fondali sufficientemente dettagliati e i colori selezionati e distribuiti in modo da minimizzare i limiti cromatici della modalità 320X200 del sistema. È infatti pregevole l’utilizzo relativamente ampio e molto ben calibrato delle sfumature che, pur non discostandosi molto dallo standard di 16 colors on-screen, ammontano in alcune sezioni ad oltre 25 in contemporanea a tutto vantaggio del look complessivo.
Anche acusticamente questo porting è quantomeno dignitoso grazie a musiche (meglio evitare i pessimi FX in alternativa alle BGM) di livello qualitativo superiore alla media del 16 bit Atari che, tenuto conto delle severissime limitazioni del chip audio YM2149 (lo stesso utilizzato su MSX, Apple II, Amstrad CPC e ZX Spectrum), risultano tutto sommato accettabili.
La conversione, purtroppo, "frana" miseramente a causa della pessima gestione di scrolling e sprite (pur notevolmente ridotti di numero e animati con pochissimi frame) in mancanza di co-processori dedicati, non disponibili nei computer della linea ST.
Il risultato è una dinamica di gioco lenta in cui la fluidità è totalmente assente e il marcato sfarfallìo di scrolling ed elementi grafici regna sovrano. Sly Spy su Atari ST risente di un codice non sufficientemente ottimizzato per le caratteristiche dell’hardware. Una programmazione migliore, infatti, avrebbe potuto minimizzare i gravi problemi di questo porting, senza, in ogni caso, raggiungere la fedeltà al velocissimo coin-op, “missione”, fin dall’inizio, impossibile e degna dei più drammatici film di 007.
Il gameplay è ugualmente carente a causa di una difficoltà bassissima, di una fastidiosa ripetitività dei pattern dei nemici, di un’area di gioco ridotta e di diversi bug nelle collisioni che, in qualche caso, si alleano con la poco affidabile risposta ai comandi.
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