Come, appunto, in Donkey Kong, l’obiettivo di questo brillante titolo realizzato dalla software house inglese Hewson è di raggiungere entro un tempo limite le cupole poste in cima alle torri.
Il motivo per queste difficili scalate è quanto mai prosaico: abusivismo edilizio extraterrestre. Il gioco è ambientato nel pianeta Nebulus, un mondo interamente coperto dalle acque di uno sterminato oceano e abitato da alieni anfibi che utilizzano come mezzi di trasporto e di pesca delle unità sottomarine. Il nebulese Pogo è il miglior dipendente della Destructo Corp. ed ha l’incarico di demolire le altissime torri costruite senza i necessari permessi (tutto l’universo è paese…).
Il nostro eroe per adempere alla sua missione deve superare un gran numero di droidi posti a guardia delle torri, tra cui uno fastidiosissimo che compie dei frequenti giri di ronda intorno a questi edifici cercando di sorprendere il demolitore che, per evitarlo, è costretto a togliersi rapidamente dalla sua “quota” salendo o scendendo, oppure ad entrare in una delle porte per attraversare la struttura e sbucare dalla parte opposta, facendo compiere, così, al fabbricato una rotazione di 180°. I robot guardiani non sono l’unica insidia che attende il nostro Pogo. Altre difficoltà gli vengono poste dalla struttura delle piattaforme, dal sistema di “ascensori”, dalla tendenza a scivolare all’indietro nei tratti in salita, dalle piattaforme “simpatiche” che scompaiono e dalla sua silhouette poco snella che in alcuni casi lo vede sbilanciato dal peso del suo voluminoso posteriore.
Una volta giunto a destinazione ed entrato nella cupola in cima alla torre, Pogo azionerà le cariche esplosive facendo sprofondare l’edificio nell’oceano. A questo punto potrà riguadagnare il suo sottomarino e recarsi alla volta della torre successiva facendo, nel frattempo, un po’ di pesca in un simpatico intermezzo bonus a scorrimento orizzontale.
Nebulus vanta, come abbiamo visto, 16 torri divise in due missioni di 8 edifici ciascuna. Si inizia il gioco con 3 tentativi a disposizione che è possibile incrementare con il punteggio. Ogni volta che Pogo cade nell’acqua ai piedi della torre oppure finisce il tempo si perde una vita. Il contatto con i guardiani provoca la caduta del protagonista al livello immediatamente inferiore, costringendolo a riprendere la sua faticosa scalata. In alcuni casi il nostro eroe cade per ben due livelli dal momento che questi siano particolarmente ravvicinati. Da notare che, talvolta, è necessario farsi colpire per raggiungere una piattaforma più in basso che, altrimenti, sarebbe stata irraggiungibile per proseguire da lì il proprio percorso. Inoltre, come già descritto, è spesso necessario utilizzare le porte per portarsi sull’altro lato della torre con tutti i rischi che a volte questa manovra comporta. Fondamentali per una buona riuscita sono: tempismo, attenzione, freddezza e, soprattutto, nessun problema di vertigini.
Il titolo Hewson è un “one-man-game” firmato nelle sue versioni originali per ZX Spectrum, Commodore 64, Atari ST e Amiga dal coder / game designer inglese John M. Philips, stesso autore, sotto il logo The Bitmap Brothers, dei successivi Z e Z: Steel Soldiers per PC. Nebulus riscuote un notevolissimo successo già nella versione C64 (1987), particolarmente apprezzata per l’audacia del concept e per l’impeccabile realizzazione tecnica. La versione Atari ST è immediatamente successiva e Philips impiega solo pochi mesi per la conversione con risultati assolutamente eccellenti.
Nebulus colpisce la comunità videoludica per il senso di profondità che riesce a dare tramite l’impressionante effetto di rotazione della torre. Le efficaci routines grafiche mantengono su due livelli distiniti le mura esterne della struttura, realizzate tramite animazioni sincronizzate dei singoli elementi costituenti il pattern grafico delle pareti stesse e tutti gli altri elementi che “sporgono” da essa (piattaforme, camminamenti, colonne portanti e ascensori) che, coerentemente, seguono la rotazione con una velocità maggiore rispetto al “corpo” dell’edificio. Il risultato è particolarmente convincente e non può certo lasciare indifferente il videogiocatore medio della fine degli anni ’80. Un platform game sviluppato intorno ad un edificio cilindrico che ruota in senso orario ed antiorario, infatti, è una novità assoluta per spettacolarità scenica è resa tridimensionale dell’ambiente di gioco.
Su Atari ST la grafica del titolo Hewson viene notevolmente migliorata rispetto a quella del C64, grazie anche ad un utilizzo dei colori molto più ampio degli standard che vincolerebbero la modalità low-res (320X200) a 16 tonalità su schermo. Nebulus, infatti, utilizza dei software tricks per visualizzare fino a 50 colori a video con effetti di “gradiente” sul fondale che ricordano quelli ottenuti su Amiga tramite il chip custom Copper. La fluidità quasi perfetta dei complessi movimenti della torre, la mancanza del classico sfarfallio “stile-ST” in quelli degli sprites, la presenza di preziosismi grafici come il riflesso di edificio e ambiente circostante nell’acqua, i pregevoli effetti di distorsione applicati sui suddetti e, infine, il fluido scorrimento orizzontale in parallasse del bonus stage testimoniano la cura posta da Philips nella realizzazione di questa superba conversione. La perizia dimostrata dal coder inglese è, poi, accentuata dalle caratteristiche del 16 bit Atari che, a differenza dell’Amiga, non dispone di chips custom dedicati per la gestione di sprites e scrolling e deve far gravare la gestione della grafica sulla sola CPU Motorola 68000.
Tenuto conto dei severi limiti del chip audio dell’Atari ST, il sonoro, curato dal solito Philips, è dignitoso: simpatica musichetta dei titoli, discreti jingles digitalizzati, e passabili FX in sintesi.
Il gameplay di Nebulus è particolarmente intrigante per il suo mescolare la classica azione da gioco di piattaforme con elementi “puzzle” che vedono in giocatore impegnato a “risolvere” ogni torre, adottando un approccio diverso a seconda dei tipo di insidie presenti e del percorsi possibili (particolarmente diversificati nelle torri finali e in buona parte della “Mission #2” che vede il raddoppio delle porte in numerosi piani degli edifici con conseguente ricchezza di bivi e vicoli ciechi).
La difficoltà è sapientemente tarata su un livello severo ma non frustrante che premia il giocatore che persevera, stimolandolo a riprovare.
Versione Amiga
La conversione di Nebulus per Amiga è uno dei pochi porting da Atari ST che, grazie all’eccellente realizzazione tecnica del titolo Hewson su quest’ultimo home computer, non soffre dei difetti tipici della mancata riprogrammazione in vista delle più avanzate specifiche tecniche del 16 bit Commodore. La grafica è, infatti, sostanzialmente identica per colori e dettaglio con la sola differenza di velocità che, su Amiga, è leggermente superiore. Miglioramenti più sostanziali si riscontrano nel sonoro che beneficia di un timbro meno metallico e di suoni più corposi e gradevoli.
Altre versioni
Il successo di Nebulus è testimoniato anche dal gran numero di conversioni e rifacimenti.
Il titolo Hewson, oltre che per C64, Atari ST e Amiga, è convertito anche per ZX Spectrum, Amstrad CPC 464, PC DOS (CGA e EGA) e Acorn Archimedes.
Per Atari 7800 il gioco è ribattezzato Tower Toppler, realizzato dalla Triffix e distribuito dalla U.S. Gold. Le versioni NES e Game Boy sono realizzate dalla Hiro e vendute con il nome di Castelian (Kyorochan Land per Famicon).
Recentemente, Nebulus è stato oggetto di remake per PC Windows, Mac e Linux (questo rifacimento è gratuito e scaricabile dal sito: http://toppler.sourceforge.net/#downloads ).
È, inoltre, disponibile dal 2005 una versione di questo titolo per smartphones con sistema operativo Symbian e, infine, sempre in ambito mobile, il già citato e recentissimo remake per iPhone (Power Toppler).