Top Hunter: Roddy & CathyRoddy e Cathy, due cacciatori di taglie spaziali (di sesso rispettivamente maschile e femminile), ricevono l’incarico di porre fine alle scorribande dei Klaptons, pirati intergalattici che saccheggiano il cosmo mettendolo a ferro e fuoco. Misty, Sly, Mr. Bigman e Dr. Burn, quattro membri di spicco della Colonia dei Pirati, hanno infatti preso il controllo di altrettanti pianeti e una grande ricompensa è prevista per la loro cattura: è compito dei due protagonisti interrompere le loro azioni criminose e bloccare l’espansione della Colonia.

Questo a grandi linee il plot di “Top Hunter: Roddy & Cathy”, pregevole action platform targato SNK, pubblicato nel 1994 per Neo Geo MVS e Neo Geo AES. Nei panni di Roddy (il ruolo di Cathy è riservato al Player 2), il giocatore deve attraversare i quattro pianeti e sconfiggerne i rispettivi Boss e le loro macchine da guerra, per riportare la pace nella Galassia. Ogni pianeta, liberamente selezionabile dal menù, corrisponde a una diversa ambientazione: foresta, ghiaccio, vento e fuoco. Ognuna di queste aree è divisa in due stage, al termine dei quali si incontra un Boss: alla fine del primo stage di ogni pianeta fronteggerete in uno scontro corpo a corpo una sorta di “vice Boss” (sempre lo stesso), mentre alla fine del secondo lo specifico Boss di quell’area vi assalirà a bordo di una particolare macchina da guerra, le cui caratteristiche sono ispirate all’ambientazione del livello. Come se non bastasse, prima di ogni scontro con il Boss, verrete attaccati da un “middle level Boss”: una nave volante, uno Yeti, dei sottomarini spara-siluri, dei cavalieri con enormi martelli, etc. In alcuni punti degli stage, nascosti sotto a delle cataste di legna, ci sono poi gli ingressi a dei “bonus game”, in cui si dovrà sostenere una classica sfida a tempo a bordo di un hoverboard. Al termine delle quattro aree di base, il giocatore dovrà addentrarsi nella Nave Madre del Capitano Klapton, sconfiggere nuovamente i quattro Boss precedentemente affrontati e battere infine il Capitano in persona.

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Tirando degli specifici ganci che penzolano dall’alto in ogni stage, è possibile ottenere extra time, power-up (il personaggio diventa color oro scintillante), bonus, ma anche malus, ad esempio sotto forma di piloni in cemento armato che cadono sulla nostra testa, di giganteschi massi che ci rotolano addosso, di bombe o di enormi lastre di metallo da abbattere o schivare. All’interno di casse dislocate nei livelli sono contenuti ulteriori oggetti sotto forma di cibo, che ristorerà la vostra energia vitale, e armi da utilizzare contro i nemici.
In realtà i due protagonisti si fanno letteralmente strada tra i pirati a mani nude, a suon di pugni e “mazzate”: Roddy è dotato di un particolare braccio estensibile, mentre Cathy è in possesso di una catena con cui colpisce i nemici, i quali, morendo, lasciano cadere delle monete, che andranno a incrementare il punteggio del giocatore. Oltre a ciò, i nostri alter ego digitali possono sollevare i propri avversari per scaraventarli a terra, raccogliere oggetti e casse da scagliare contro i pirati, saltare loro in testa in stile Super Mario e salire su alcuni mezzi robotici abbandonati dai nemici. Quest’ultimo aspetto fa sì che “Top Hunter” sia da molti considerato come vero e proprio precursore di quella che sarà la saga di “Metal Slug”, iniziata con il primo episodio nel 1996: anche il modo in cui il vostro mezzo andrà in avaria per i colpi subiti, fumando fino a esplodere, non può che far correre la mente proprio a questa serie.

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A fronte di uno schema di gioco a dire il vero abbastanza classico e apparentemente lineare, il titolo SNK introduce tuttavia alcuni interessanti elementi innovativi per il genere. Il primo è la possibilità di sfruttare lo stage anche in profondità, spostando il personaggio avanti e indietro sugli assi con un apposito tasto: il giocatore può quindi muoversi su due livelli (in primo piano e in secondo piano), saltando liberamente dall’uno all’altro a seconda delle esigenze: nemici, oggetti e power-up saranno presenti su entrambi i piani in cui ci troveremo ad agire. Tale caratteristica si era già vista nella serie di “Fatal Fury” e funziona esattamente nello stesso modo. Ovviamente anche i vostri avversari ne faranno uso: poter decidere su quale piano procedere aggiunge indubbiamente un pizzico di strategia al gioco, permettendo di scegliere quale siano la via e il metodo migliori per proseguire.
La seconda novità è anch’essa mutuata dai picchiaduro a incontri e consiste nella possibilità di far eseguire delle mosse speciali ai protagonisti, per mezzo della combinazione di joystick e tasti, in modo del tutto similare a titoli come “Street Fighter”, “The King of Fighters” o, appunto, “Fatal Fury”. Roddy e Cathy possono quindi lanciare palle di fuoco e onde energetiche o eseguire pugni del drago, attacchi che diventeranno ancora più potenti se il personaggio avrà raccolto il power-up: non si può non pensare agli “hadouken” e agli “shoryuken” di Ryu e Ken o alle “power wave” di Terry Bogard, anche perché tali tecniche si eseguono con le medesime combinazioni di tasti. Inoltre, premendo velocemente e ripetutamente il tasto attacco, il personaggio scaglierà una raffica di colpi, che ricorda molto i famosi “cento pugni di Hokuto” di Kenshiro. L’aspetto interessante di “Top Hunter”, quindi, è dato proprio dalla scelta di SNK di prendere elementi tipici del genere beat’em up per “tradurli” e adattarli al genere platform.

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Tali elementi, uniti anche all’accuratezza del lavoro svolto dai programmatori, fanno sì che questo titolo si affronti con piacere a ogni partita: il livello di difficoltà è ben tarato e il gioco non risulterà mai né troppo difficile né troppo facile tanto ai giocatori più abili quanto a quelli più improvvisati. L’atmosfera, in cui si riconosce chiaramente l’ascendenza culturale di matrice nipponica, mantiene alto l’interesse del giocatore durante l’avanzamento negli stage e dona al titolo una simpatico tono comico: come quando, ad esempio, i nemici si dimenano terrorizzati dopo che li abbiamo sollevati o diventano sottili come fogli di carta svolazzanti dopo essere stati schiacciati. Nella parte inferiore dello schermo è presente una “barra di progressione”, che indica la nostra esatta posizione all’interno del livello e rispetto al boss finale. In altro a sinistra, invece, è collocata una classica barra energetica a indicare la salute del personaggio, terminata la quale si perderà una vita (anche i Boss di fine livello hanno la propria barra di energia).

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La grafica del gioco è estremamente curata, come del resto in tutti i prodotti SNK della metà anni ’90: character design ben studiato e carismatico, dettaglio elevato, colori ben scelti dall’ampia tavolozza della macchina e saturi al punto giusto, livelli di parallasse perfettamente gestiti (anche se, a dire il vero, questi ultimi non sono poi molti).
La cura per i particolari è maniacale: le espressioni del volto e le reazioni tanto dei nostri alter ego quanto degli avversari; l’abbigliamento dei nemici, che cambia a seconda dello stage; tante accortezze, come ad esempio il fatto che il personaggio scivoli sulla superficie ghiacciata. Ogni pianeta è infatti caratterizzato dall’elemento che lo contraddistingue: il Pianeta della Foresta ha giganteschi alberi secolari che si stagliano sullo sfondo; il Pianeta del Ghiaccio, splendide distese ghiacciate; il Pianeta del Vento, enormi isole sospese solcate da maestose cascate, attraversate da folate di vento e collegate tra loro da mastodontiche catene; il Pianeta del Fuoco, enormi colate di lava liquida che scorrono sullo sfondo della miniera in cui ci addentriamo. Una vera gioia per gli occhi.
Moltissime sono le trovate utilizzate dai game designer per arricchire ogni stage: il vento che muove le foglie degli alberi, i “siparietti” che accadono lontano sullo sfondo mentre avanziamo negli stage, le scene d’intermezzo in stile “anime” tra un livello e l’altro, gli espedienti con cui i nemici ci attaccano a seconda dell’ambientazione (emergendo dal mare in muta da sub, planando in deltaplano sulle nostre teste, atterrando col paracadute, etc.) e così via.

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Come quella visiva, anche la controparte sonora è di alto livello: sia gli effetti che le musiche sono ottimamente realizzati tanto dal punto di vista tecnico che artistico. L’accompagnamento musicale è basato su melodie a tema ora simpatiche e orecchiabili, ora più tensive, ma comunque sempre ben integrate nel tessuto narrativo. I chip sonori della macchina sono stati spremuti a dovere con un perfetto utilizzo dei canali stereo e la distribuzione su di essi degli effetti audio, la cui posizione nello spazio può essere percepita chiaramente da un orecchio non distratto.

Oltre che per Neo Geo AES/MVS, “Top Hunter” è stato successivamente pubblicato anche per Neo Geo CD con una soundtrack migliorata, grazie alle possibilità offerte dal supporto ottico (da evidenziare che tale versione è però afflitta dai lunghi tempi di caricamento dovuti alle limitazioni hardware della suddetta console). Il titolo è stato nuovamente edito nel 2007 per la Wii Virtual Console e incluso nel 2008 all’interno della raccolta “SNK Arcade Classics Vol. 1” (pubblicata per Wii, Playstation 2 e PSP), che mi sento di consigliare a tutti per la generale qualità dei giochi in essa racchiusi.

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COMMENTO FINALE


"Tra i pochi titoli per Neo Geo a essere targati con il logo “The 100 Mega Shock” per le dimensioni oltre i 100 megabit della cartuccia/scheda (davvero notevoli per l’epoca, poi sostituite dai 716 megabit della serie “Giga Power”), “Top Hunter” è un action platform molto piacevole da giocare e interessante da analizzare, soprattutto per le innovazioni introdotte nel genere. Ineccepibile dal punto di vista tecnico e artistico, soddisferà sia gli amanti dei platform che i giocatori occasionali. Unica pecca che si può riscontrare è forse una certa ripetitività nelle meccaniche di gioco che, a lungo andare, potrebbe stancare. A parte questo, “Top Hunter” è un titolo più che buono nella softeca del Neo Geo, costituita per la maggior parte da picchiaduro a incontri. Fruibile anche in una delle riedizioni uscite nel corso degli anni, mantiene però intatto il suo fascino solo se giocato sull’hardware originale.