Il gioco, che risultò pionieristico nel genere negli anni ’80, ebbe un successo clamoroso nelle sale giochi di tutto il mondo (ricordo ancora la fila sotto il bar dove passavo le vacanze estive, una vera guerra per farsi una partita).
Come forse ci si sarebbe dovuti aspettare double dragon diede origine a diversi seguiti, spin-off e conversioni per qualsiasi macchina da gioco esistente all’epoca incluso il Gig-Tiger .
Opportuno è ricordare come il successo del franchise portò anche alla realizzazione di un inguardabile film con attori in carne e ossa degno di essere custodito nella peggiore “trashoteca” di un collezionista che si reputi tale e di una serie a cartoni animati che risultò, se possibile, ancora peggiore.
Dopo l’incredibile successo raggiunto negli anni che furono il marchio double dragon sembrava essersi però perso nei meandri del tempo.
Ecco invece che, nell’anno 2002 la software house Evoga insieme a SNK-PLAYMORE decise di rimettere mano ad un franchise importante come quello di DD riproponendone un seguito spirituale: Rage of the dragons..
Rage of the Dragons si distacca pero’ dal classico stile picchiaduro a scorrimento portando la serie verso il picchia picchia ad incontri classico con la novità, però che la modalità principale del gioco è di tipologia Tag (in stile x-men vs street fighter per intenderci)…in parole povere avrete a disposizione due personaggi che si alternano liberamente in campo per dare origini a combo e mosse in contemporanea dai nomi più strambi quali Duplex team combo, surrender nel quale uno dei vostri lottatori si arrenderà cedendo i propri power up al compagno e First impact , mossa quest’ultima che scatenerà l’inferno su schermo tramite la semplice pressione dei tasto “calcio forte” e “pungo forte” simultaneamente. Ovviamente, affiancate alle supermosse in tag sono presenti pure le comuni special moves realizzabili con i classici “mezzo giro” e il “ sinistra-destra” del controller.
Caratteristica interessante del gioco è inoltre la possibilità di “distruggere” seppur in modo limitato alcuni elementi presenti nello scenario quali muri, recinzioni e bidoni dell’immondizia scaraventandoci contro il malcapitato avversario di turno e ampliando così pure l’area di gioco.
Graficamente parlando Rage of the Dragons sfoggia una grafica più che discreta ma sicuramente inferiore ad altri giochi che girano sullo stesso hardware quali l’immenso Garou: mark of the wolves e a mio avviso anche a KOF2002 tanto per citarne uno dello stesso periodo.
Per quanto riguarda il sonoro invece ho trovato le musiche del gioco, si orecchiabili, ma nessuna mi ha colpito in particolare,fatta eccezione forse per quella dello stage finale.
Parlando del roster dei personaggi oltre agli ovvi Billy e Jimmy sono presenti altri 13 combattenti più l’immancabile, fortissimo e gigantesco boss finale di nome Jhoann che a tal proposito in fase di pre-recensione non sono riuscito proprio a battere (meglio così non faccio spoiler sul finale).
La recensione tiene conto della versione arcade del gioco, nella controparte uscita per neogeo sono presenti, oltre allo story mode, le modalità pratice, VS e options.
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