Prima che arrivassero i vari racing arcade alla Crazy Taxi e Eighteen (18) Wheeler: American Pro Trucker, il team AM1 di Sega sviluppò Harley-Davidson & L.A. Riders, per celebrare i 95 anni (1903-1998) della storica società motociclistica, quello che poi potremmo definire una sorta di racing open world arcade.
L’appassionato riders veniva messo in groppa di una delle cinque mitiche motociclette Harley, FLSTF Fat Boy, il famigerato 1948 FL Panhead, Dyna Wide Glide, XL1200S Sportster, e la moto della polizia la FXRP e si faceva accarezzare i capelli dal vento delle strade di una viva Los Angeles da girare (quasi) liberamente. Obiettivo principale: partire da un punto A e raggiungere un punto B il più velocemente possibile, nel frattempo passare per i checkpoint per estendere il tempo a disposizione e se ci va recuperare dei piccoli token a forma di logo Harley-Davidson per aumentare un po’ il punteggio. La strada da percorrere? A discrezione del giocatore, Los Angeles è grande e trafficata.
Semplice e accattivante.
A fine anni 90 (qui siamo nel 97) era logico affidare ad un titolo da sala giochi un gameplay più user friendly possibile e il gioco Sega non fa eccezione. Era adatto ai principianti che si approcciavano timidamente ad un gioco di guida, attratti dall’affascinante cabinato, che si barcamenavano a cercare un modo per raggiungere il primo checkpoint e inveendo contro il tempo che finiva. Poteva accontentare gli utenti smaliziati che imparavano le viette più veloci per recuperare tempo, mentre mettevano sotto pressione le proprie abilità di piloti cercando anche di recuperare i token nascosti per fare punteggio e scalare la classifica del gioco.
Tutto sommato, il gameplay era molto divertente all’epoca e lo è ancora adesso. La sfida principale è quella di evitare di urtare contro le auto che affollano le strade e soprattutto sulle autostrade dove si sfreccia alla massima velocità. Inoltre ottenere tutti i gettoni nascosti situati in aree segrete è un vero attentato alla pazienza e al tempo. A volte, quando si passa troppo tempo a raccogliere un token Harley messo in una posizione alquanto ardua (tipo dietro un cespuglio, fuori strada), si rallenterà inevitabilmente la propria velocità di guida, dando poche speranza per il raggiungimento del checkpoint e più di una volta non è sorto il dubbio che fosse più un gettone “trappola” per farti perdere tempo che qualcosa di utile. In fondo, i coin op servono a farti spendere il più possibile...
Non ci aiutano nella nostra missione contro il tempo l'inaffidabile rilevamento delle collisioni della nostra amata Harley con le auto, soprattutto quando si gira su strade molto trafficate (sbattere contro una macchina invisibile non è bellissimo) e soprattutto le frecce che indicano la strada che dovrebbero facilitarci il girare per Los Angeles, quando invece delle volte indicano l’obiettivo un po’ alla cazz. Più che altro sembra che indichino più come raggiungere la meta in linea d’aria che la strada da percorrere. Il mio consiglio è quello di guardare la mappa in basso a sinistra dello schermo per orientarsi.
Al netto di queste sbavature, normale amministrazione per un gioco 3D di fine anni 90, quello che veramente colpiva era tutto l’impianto tecnico che risulta sorprendentemente piacevole anche adesso. Los Angeles è riprodotta fedelmente per il suo tempo, e ogni parte della città è unica e credibile. C’è traffico, autobus, auto; elicotteri e aerei che riempiono il cielo, addirittura i pedoni che passeggiano per gli assolati marciapiede. I motociclisti e i loro abiti reagiscono al vento e le motociclette sono riprodotte fedelmente con gli specchietti e le parti lucide che accennano un rudimentale ma credibile riflesso. E ricordo quando vedevo solo gli screenshot sulle riviste che sembrava fotorealismo, figuratevi dal vivo. Come si faceva a non restare affascinati da cotanta bellezza?
E mentre un orecchiabile brano a metà strada tra l’heavy metal e i brani drammatici da inseguimenti anni 80 accompagna l’ammaliante suono del motore e un pazzo speaker sottolinea con simpatia le nostre prodezze, possiamo solo essere dispiaciuti di non aver avuto la possibilità di assaggiare questa ennesima pazzia SEGA.
Del cabinato di Harley-Davidson & L.A. Riders esistono due versioni: standard e deluxe. La differenza principale è che la versione deluxe ha una moto inclinabile che si sblocca proprio quando si avvia il gioco, mentre la versione standard si guida solo sterzando con il manubrio. Ovviamente dal vivo salire sulla moto con uno schermone da sogno faceva la sua porca figura e non deludeva. Ci mancava solo la giacca di pelle e la bandana e si era pronti a partire.