Gals PanicSono sicuro che se doveste dialogare con qualcuno poco avvezzo di videogiochi ma che però scopre che voi “ne sapete” vi chiederà candidamente il nome di quel titolo in sala giochi dove si potevano vedere le donne nude. Non solo potere della patata che fa brillare la memoria, ma anche perché un videogioco come Gals Panic ha avuto un impatto forte per le fragili menti del giovane giocatore con il testosterone a mille.

Adesso la facciamo facile, basta una ricerca sulla rete, un paio di click e tette e culi sono li solo pronti ad essere ammirati dai nostri occhi porcelli. Ma immaginatevi un bambino/ragazzino alla fine del 1990 che andava in sala giochi e con fare timido si avvicinava al titolo Kaneko vergognandosi come un ladro. Per la prima volta riusciva a vedere un capezzolo, sentire urla piacenti. Era qualcosa di curioso, strabiliante, intrigante: videogiochi e donne nude, ditemi dove devo firmare.

Eppure se dovessimo analizzare però le doti tecniche non è che stiamo parlando di un capolavoro della storia dei videogiochi. Eppure è lì, nei ricordi di molti giocatori da sala, occasionali e non. In più non era neanche uno dei generi più in voga nel periodo: Gals Panic era un semplice ma ipnotico puzzle game.

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I programmatori Kaneko presero in prestito Volfied, titolo Taito del 1989 che si rifaceva al vecchio e poco conosciuto Qix, uscito ben 10 anni prima, e lo portarono in salsa soft erotica. Tramite un piccolo puntatore il giocatore doveva svelare i contorni dell’immagine della ragazza evitando ostacoli e nemici fino ad arrivare almeno all’80% dell’immagine. Più facile a dirsi che a farsi in quanto i nemici si muovevano, tecnicamente parlando, alla cazzo. Imprevedibilità alle stelle. Comunque bastava che il giocatore, una volta scelta la ragazza da “scontornare”, finisse tre volte il livello per vedere pian piano la ragazza avere sempre meno vestiti fino al topless.

In più, siccome quelle carogne dei programmatori sapevano che avevano a che fare con piccoli arrapati, gli facevano passare tutta la fantasia sostituendo delle volte i disegni delle modelle giapponesi con varie mostruosità, come una rana, la pecora, un coccodrillo, un maiale super sexy!

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Ma un gioco a prima vista semplice nascondeva tempistica e ragionamento, riflessi e fortuna. Il giocatore tirava fuori tutta la scienza spinto dalla voglia di vedere come fosse la modella sotto quella sagoma. Divertimento e sfida. Gals Panic come metafora del corteggiamento? I mostri sono gli ostacoli della vita e lo “scontornamento” progressivo la conoscenza della ragazza, fino a quando non ce la da? Forse.

Sta di fatto che ogni volta che parlerò con qualcuno di sala giochi ci sarà sempre chi mi chiederà il titolo di quel gioco dove c’erano le ragazze nude.


COMMENTO FINALE


"Gals Panic è stato l’incontro riuscito in sala giochi del puzzle game e il soft erotico. L’opera Kaneko divertiva e ipnotizzava il giocatore con un gameplay semplice ma al tempo stesso impegnativo e intrigante. Non era il puzzle game più bello del periodo, ma ha fatto breccia nella testa di molti giocatori che da bambini vedevano in Gals Panic il loro primo approccio verso le “femmine nude”. Indimenticabile."