Quando un qualsiasi retrogiocatore degno di questo nome, nonché affezionato di mamma SEGA, chiude gli occhi e pensa a Golden Axe non ricorda solo la storia di tre eroi che tentano la disperata lotta e vendetta contro il tiranno Death=Adder e il suo esercito, ma viene portato direttamente indietro nel tempo, quando era un ragazzino che davanti al coin-op, con il gettone tra le dita, non vedeva l’ora di entrare in un mondo fantasy fatto di lotta, urla, fiamme e sangue. Perché Ax=Battler, Tyris=Flare e Gilius=Thunderhead sono la mitologia SEGA. Golden Axe è il retrogaming, un colosso Arcade di fine anni 80.
Il titolo SEGA seguiva gli stilemi del picchiaduro a scorrimento tanto cari a Technos e al suo iconico Double Dragon, ma li riadattava e li sposava con un immaginario fantasy debitore del film Conan il Barbaro. Arrivava nelle sale giochi l’hack’n’slash secondo SEGA, nel quale armi e stregoneria coesistevano armoniosamente. E fin dai primi istanti il giocatore veniva immerso in un mondo che sprigionava epicità da ogni pixel, come nessun esponente del genere per l’epoca. Inserivi il gettone e la morte ti offriva la possibilità di scegliere il guerriero che doveva affiancarti nella disperata impresa e ognuno dotato di parametri distintivi classici del genere: il forte, il bilanciato, il veloce.
Alex (Kidd?) prima di morire ci dirà che il re e la principessa sono stati attaccati da Death=Adder che ha fatto sua l’ascia d’oro, il simbolo della nostra vendetta. Da lì in poi iniziava un’avventura lunga 5 stage fatti di villaggi in fiamme, città situate su tartarughe giganti e aquile volanti, affrontando barbari, scheletri, amazzoni, guerrieri corazzati, giganti. Riprendere in mano adesso il titolo SEGA è rendersi conto che bastava poco per iniettare varietà in un picchiaduro a scorrimento. Perché in Golden Axe erano sufficienti pochi tasti per combattere, saltare, correre (cosa abbastanza inedita per l’epoca) e la combinazione di questi elementi produceva un altro set di importanti mosse.
Anche la magia era un forte elemento di varietà ed era uno dei tratti che più caratterizzavano i nostri tre guerrieri. Ognuno di loro era portatore di una magia elementale: Ax la terra, Tyris il fuoco e Gilius il fulmine. A seconda di quanto fosse piena la barra della magia il nostro alter ego con una posa plastica faceva partire una sorta di evocazione magica diversa per potenza e varietà, con l’attacco più potente sferrato dalla mitica amazzone Tyris. Ad aiutare i nostri eroi nell’impresa c’erano anche delle creature mitologiche, un drago e degli strani esseri bipedi chiamati Bizarrians, da cavalcare (e cavalcabili anche dal nemico) e dotate di attacco e salto. Ed è importate notare come la magia variabile, la cavalcatura delle creature, la corsa con relativi attacchi fossero quegli elementi distintivi che arricchivano il format del rullacartoni e che famosi esponenti del genere dopo non hanno minimamente preso in considerazione. SEGA era avanti quando si parlava di coin-op, lo è sempre stata, non solo nell’aspetto tecnico, ma anche nell’implementare le idee.
Ma quello che, secondo chi vi scrive, è il vero miracolo di SEGA con Golden Axe è di avergli infuso personalità, un’anima, e per un picchiaduro a scorrimento non è scontato, anzi è un grande pregio. Perché Golden Axe è Golden Axe, un’icona del retrogaming che ha fatto il giro di console e home computer tanto della meritata fama. È l’incredibile perizia di SEGA ad aver raccontato con pochi mezzi l’impresa di 3 guerrieri emozionando il giocatore facendolo sentire parte del gioco. È difficile da spiegare a chi non ha mai provato il titolo SEGA. Ma sono tanti i momenti memorabili: dalla magica scena della penna che disegna il nostro percorso sulla mappa, la rabbia nel vedere gente scappare dai villaggi dalle angherie dei mostri, ma che ci fa sentire ancora più forti perché possiamo salvarli, le urla strazianti dei nemici uccisi, le notti di riposo al fuoco tra uno stage all’altro nella quale ci fanno compagnia i piccoli Goblin (da prendere a calci) portatori di tesori come l’energia o le ampolle blu per la nostra barra della magia, la posa stilosa dei nostri eroi quando lanciano una magia, gli stage che emanano tensione e disperazione, la geniale scena finale! Tutto questo accompagnato da una colonna sonora pazzesca, a tratti trionfale, a tratti avventurosa, ma in generale epica, come tutto il gioco, del resto. Il titolo Sega non sarebbe stato lo stesso senza una colonna sonora così ben scritta. Già dall’inizio la mitica Wilderness gasava il giocatore e credetemi far roteare una spada a destra e a manca mentre la musica ti incalzava era una delle cose più divertenti da fare in una fumosa sala giochi di quel tempo.
Golden Axe - Arcade
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- Pubblicato: 06-10-2017, 00:15
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Golden Axe
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Dato che mi sono accostato al genere con Final Fight e poi ne ho seguito il più da vicino possibile il filone con Streets of Rage e Vedetta, Golden Axe è uno di quei titoli che al tempo mi sono parsi leggerissimamente "passatelli" (un po' come Double Dragon -ma DD al tempo mi parve decisamente "passatello"-) e che quindi non ho mai approfondito più di tanto. Curiosamente ho giocato più il II° e il III° su Mega Drive, ma senza particolari entusiasmi In ogni modo, come giustamente sottolineato, questa è e resta un'indiscutibile pietra miliareUltima modifica di AlextheLioNet; 06-10-2017, 01:38.
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Uno dei primi giochi, insieme ad Altered Beast, che giocai quando iniziai a frequentare le prime sale giochi della mia città. Lo ricordo in particolare su un bellissimo cabinato in maxi schermo dove si faceva a turno per giocarci. Poi, in ambito domestico, non era male l'adattamento per Amiga mentre risultava essere spettacolare quello per Mega Drive, cui diedero se non erro qualcosa come 97% sul Kappa speciale console. Pietra miliare fondante la mia formazione videoludica.
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l'unico ga vicino casa mia (per forza di cose data l'età ci spostavamo solo a piedi...) era in un baretto malfamato dove non andavo mai volentieri. motivo per cui ho giocato ga arcade seriamente solo molti anni dopo su mame e solo dopo anni passati a divertirmi sulla versione md. quella si che resterà sempre nel mio cuore, il primo gioco serio per un md da poco acquistato, dopo quel mezzo demo che era altered beast (un gioco così facile che anche a livello hard lo finivi in meno di dieci minuti...) caruccio quanto vuoi ma dopo un paio di giorni aveva già stancato. ga invece si che era un vero gioco, e lo reputo migliore dell'arcade sotto tutti i punti di vista. se ovviamente perde qualcosa in grafica, guadagna con una giocabilità più raffinata, e soprattutto con i nuovi livelli, senza dimenticare l'extra game. l'unica cosa che invidio al coin op sono i nemici che restano pietrificati dopo morti, per il resto md version tutta la vita.
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Quanti gettoni ho speso per il seguito!
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Io lo avevo per dos. Da amante dei picchiaduro a scorrimento, ci giocai ovviamente volto. Memorabile la canzone iniziale. Un titolo seminale, sicuramente per l'ambientazione. Knights of the Round della Capcom ne ha poi ripreso le meccaniche trapiantandole nella saga di Artù.
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Anche per me la prima volta che lo trovai in un angolo di una giostra per bambini fu amore a prima vista. Sono passati quasi trent'anni ma ricordo tutto. Consumato fino alla nausea sia in sala che su Megadrive. Col senno di poi, uno dei più facili picchiaduro a scorrimento di sempre, ma il suo fascino lo rende immortale.
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