Nascita in sintesi del picchiaduro a scorrimento: nel 1987 Double Dragon accende la miccia, l’esplosione due anni dopo grazie a Final Fight. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, ci riferiamo al debutto di un genere videoludico che nacque appunto negli anni ’80 per poi consolidarsi e deflagrare nel decennio successivo mantenendo pressoché intatte le proprie caratteristiche. Captain Commando si colloca nel 1991, successivamente al sopracitato Final Fight con il quale condivide le stesse origini Capcom, ovviamente le medesime meccaniche e del quale risulta probabilmente esserne il primo discendente spirituale.
Come già accennato, Capcom raccolse l’eredità di Double Dragon per poi levigarla e proporla al grande pubblico riscuotendo un successo maggiore, istituzionalizzando così il genere del fighting game orizzontale. Ciò che fece staccare questa tipologia di gioco di combattimento da quello classico ad incontri fu lo spazio percorribile dai lottatori: più precisamente, venne preso il ring dei titoli wrestling e questo venne esteso sullo stampo degli stage di natura platform, conservandone tuttavia le peculiari dinamiche degli scontri. Tutto questo comportò quindi la geniale compenetrazione tra la multi direzionalità dei tenzoni, tipica del wrestling videoludico, e l’esplorazione orizzontale del mondo platform. Per certi versi, il Karateka classe 1984 di Jordan Mechner era già andato molto vicino ad una simile concezione ma quel prodotto, proprio per le dissimili logiche dei duelli, finì per evolversi nel picchiaduro ad incontri di cui sempre Capcom, tra l’altro, fu tra le regine indiscusse.
Il gameplay di Captain Commando rispetta dunque fedelmente i canoni imposti da Final Fight, canoni che non sono altro che perfezionamenti del materiale già presente in Double Dragon. Dai tre pulsanti di quest’ultimo si passa a soli due tasti, uno per l’attacco (singolo colpo o combo a seconda del numero di pigiate) e l’altro per il salto. La medesima coppia di tasti, se premuti simultaneamente, è in grado di produrre una mossa speciale spazza tutto in cambio di una piccola fetta di energia. Con questi accorgimenti il ritmo si fa quindi più frenetico rispetto ai prodotti precedenti. Per questo motivo è ora visibile anche la barra vitale degli avversari, per una maggiore e rapida pianificazione degli scontri, così come sono semplificati il sistema delle prese, la cui esecuzione necessita solo della sovrapposizione con l’avversario, e il team up con gli amici che combattono sì in contemporanea ma senza collaborare (in Double Dragon era possibile bloccare un nemico alle spalle per farlo colpire dal compagno). Si affina maggiormente la caratterizzazione dei personaggi selezionabili il cui numero, rispetto al trio di Final Fight, sale di un’unità: il protagonista occhialuto è una figura storica, tanto da diventare nel tempo un’icona Capcom, ed è colui che da nome al gioco: Captain Commando. Trattasi della tradizionale figura bilanciata del lotto di lottatori adatta ai principianti, né forte né debole, né lento né veloce. Gli si affiancano poi due personaggi, accumunati dall’essere probabilmente i meglio delineati e gratificanti ovvero il ninja e una mummia decisamente funky. Chiude il cast quello che è sicuramente il combattente più macchinoso da utilizzare, un bebè alla guida di un mech vale a dire Baby Commando.
Parallelamente ad altri successivi picchiaduro a scorrimento, anche in questo caso ritroviamo l’opzione stilistica di un grottesco universo cyberpunk dove, partendo da elementi urbani o naturali famigliari (la banca, il museo di scienze naturali, il porto, le caverne) si assiste ad un amorale abuso tecnologico sempre più crescente al punto da coinvolgere sia i nemici che le ambientazioni. I protagonisti stessi oscillano in questa logica delle contraddizioni che vede un infante meccanizzato, una mummia agghindata per due tiri a canestro in strada, un ninja medievale e il capo della ciurma, uno sceriffo dalla tuta speciale alquanto kitsch. Gli avversari, dal canto loro, rispecchiano una scienza “sfuggita di mano” in grado di creare esseri tra l’umanoide e il mostruoso per certi versi molto simili a quanto visto nella celebre e robotica serie animata di Daitarn 3, meganoidi inclusi. A sottolineare le deviazioni aberranti della ricerca, si aggiunge una componente piuttosto splatter completamente assente in Final Fight. Rispetto a quest’ultimo, si registra anche una maggiore varietà nella tipologia di armi e mezzi trovati sul posto: niente di sconvolgente, sia chiaro, ma sufficiente per scostarsi un minimo dall’approccio mnemonico degli scontri corpo a corpo. Senza dilungarci nel descrivere un gameplay conosciuto pure dai sassi, annotiamo la presenza di una difficoltà equilibrata anche se forse non sufficientemente ardua per gli esperti. Grazie anche alle animazioni, più fluide e varie rispetto al recente passato, Captain Commando risulta essere un beat’em up a scorrimento godibile e frustrante il giusto. Come già detto, rispetto a Final Fight, l’incedere nell’avventura è anche leggermente meno statico per quanto ovviamente schematico dato il genere d’appartenenza. Si prende atto, infine, di un multiplayer estendibile fino ad un massimo di quattro giocatori con tutto ciò che ne consegue in termini strategici e di puro divertimento. Roba da non trascurare affatto.
Graficamente stiamo parlando di un lavoro che è tra i primi rappresentanti di quello stile figurativo, riconoscibile e prettamente Capcom, che accompagnerà la casa nipponica nei dorati, per lei, anni ’90. Costruito sulla prima versione della storica scheda CPS (Capcom Play System), Captain Commando mette in mostra quell’estetica bidimensionale, assai colorata, tamarra e formalmente basilare, che distinguerà tutte le proprie produzioni 2D uscite nel decennio in questione. Non è quindi esattamente un caso che, in quegli anni, la software house giapponese abbia spesso sposato progetti legati ai fumetti trovando facilmente un punto di raccordo proprio nell’aspetto visivo divenuto nel tempo vero marchio distintivo. Ovviamente l’influenza di Final Fight sulla cosmesi generale è inevitabile oltre che palpabile (vedersi per esempio l’identica rappresentazione della mappa degli stage) ma globalmente si percepisce una qualità maggiore rispetto a quest’ultimo grazie ad un netto incremento di dettagli, animazioni e dimensioni. I protagonisti infatti, così come le varie ambientazioni, denotano un miglioramento, non solo in termini quantitativi, ma anche a livello puramente grafico con anatomie e volumi vistosamente più raffinati e precisi. Questo perfezionamento sarà destinato a crescere sempre più tuttavia, a distanza di un ventennio, la baracca riesce a reggere ancora brillantemente. Ciò che probabilmente mostra il fianco alla critica è invece il character design degli avversari, soprattutto quello dei boss, i quali non erano memorabili allora quindi figuriamoci adesso. Anche il profilo sonoro forse non è il massimo annoverando effetti nella norma e musiche non in grado di incidere al di fuori del contesto dei ceffoni.
Captain Commando - Arcade
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- Pubblicato: 06-10-2013, 22:55
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Captain Commando
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Bellissimo picchiaduro a scorrimento che, da assiduo frequentatore delle sale giochi anni '90, non ho mancato certo di gettonare da solo e con amici. Al tempo la Capcom era pressoché infallibile... ed era difficile non apprezzare questi titoli. Oltre a Captain Commando, che ricordo più o meno della stessa difficoltà di Final Fight (ma probabilmente la cosa dipende dal fatto che non l'ho approfondito abbastanza), c'erano titoli del calibro di Warriors of Fate, Cadillacs and Dinosaurs e The Punisher... Capcom, senza dimenticare il mitico Vendetta di Konami, ci viziava! Mi dispiace solo di non aver mai trovato il cabinato di Captain Commando per 4 giocatori...
Ottima recensione che condivido totalmente!
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Originariamente inviato da AlextheLioNet... c'erano titoli del calibro di Warriors of Fate, Cadillacs and Dinosaurs e The Punisher... Capcom, senza dimenticare il mitico Vendetta di Konami, ci viziava! Mi dispiace solo di non aver mai trovato il cabinato di Captain Commando per 4 giocatori...
Gran bei giochi, specialmente Warriors of Fate (alias Tenchi wo kurau II, alias Dynasty wars II, presente su Saturn e PSX in una rara ed eccellente conversione solo per il mercato jap, purtroppo per soli due giocatori) di cui sono molto appassionato, ma non dimentichiamo le grandiose serie medievali tra cui Knights of the round, King of dragons, e su altre macchine più potenti la splendida serie arcade di Dungeons & Dragons.
Ottimo gioco e ottima recensione !!!!!
http://www.satakore.com/sega-saturn-...takai-JPN.htmlUltima modifica di akarabat; 07-10-2013, 00:58.
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Bellissimo picchiaduro a scorrimento che, da assiduo frequentatore delle sale giochi anni '90, non ho mancato certo di gettonare da solo e con amici.
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Originariamente inviato da akarabatBè, il cabinato per quattro giocatori lo hai a casa giocando con la versione PSX e il multitap..... diciamo che su un 40 pollici non è niente male... eh eh....Ultima modifica di AlextheLioNet; 07-10-2013, 16:07.
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Belle Rece per un videogioco e per una software che negli anni 90 ci ha deliziato di un genere che ne era la regina... non è il mio preferito ,un pò troppo eccentrico ,il mio preferito rimane il capostipite Final Fight .Giocato in sala e sul Mame e in un versione ISO scaricata per PSX,ottima conversione e un vero peccato ,che non mi riesca a trovarlo originale a prezzo decente
Mi pare ci sia stata un conversione Snes?
Ragà secondo voi quali erano i milgiori Beat-em-up da sala? I cabinati Konami o Capcom?
Per me Capcom ,non c'è ombra di dubbio ,ma ricordo un Asterix Konami che un anno mi divertì molto...
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Originariamente inviato da maxtex74Ragà secondo voi quali erano i milgiori Beat-em-up da sala? I cabinati Konami o Capcom?
Secondo me Capcom... senza nulla togliere a TMNT, Vendetta, Asterix e Violent Storm della mitica Konami
Per quanto riguarda le conversioni di Captain Commando, anch'io sapevo di quella per Super Nintendo (e leggendo uno dei post precedenti ho scoperto che c'è anche un porting per PSX):
http://superfamicom.org/info/captain-commandoUltima modifica di AlextheLioNet; 07-10-2013, 20:46.
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Originariamente inviato da AlextheLioNetSecondo me Capcom... senza nulla togliere a TMNT, Vendetta, Asterix e Violent Storm della mitica Konami
Per quanto riguarda le conversioni di Captain Commando, anch'io sapevo di quella per Super Nintendo (e leggendo uno dei post precedenti ho scoperto che c'è anche un porting per PSX):
http://superfamicom.org/info/captain-commando
E' del 98 ed uscito solo in Giappone
http://ks23364.kimsufi.com/psxdata/d...sc-j_list.html
Già mitica Konami e mitica Capcom
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Originariamente inviato da maxtex74Come non lo sapevi? Da uno come te mi aspetto conoscenze illimitateUltima modifica di AlextheLioNet; 08-10-2013, 18:48.
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Io adoravo, ovviamente Final Fight, ma anche Cadillacs & Dinosaurs. Molto bello anche The Punisher anche se difficilotto: non ci stavo dietro economicamente
Captain Commando rimane comunque nei bei ricordi, ha retto piuttosto bene il passare del tempo.
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Mitico !!
Tra i picchiaduro Capcom era il mio preferito.. dopo Final Fight.
Reale distinzione tra i vari personaggi impersonabili e variazione sensibile delle tattiche da adottare, usando uno piuttosto che l'altro.
Ottima grafica e sonoro sufficiente, difficoltà adeguata.. riuscivo a finirlo con una sola monetina (200 lire all'epoca, nella sala dove andavo io) solo utilizzando la mummia, con la quale mi trovavo benissimo.
Che ricordi.. ottima recensione !
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Concordo con gli altri commenti... davvero un bel gioco! Non vorrei sbagliarmi, ma se non ricordo male, il personaggio di Captain Commando avrebbe dovuto essere la mascotte ufficiale della Capcom, ma il titolo non ebbe un grandissimo successo (anche se leggendo i commenti qui sopra era abbastanza gettonato) e la mascotte rimase Megaman.
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Originariamente inviato da Homerdoh46Concordo con gli altri commenti... davvero un bel gioco! Non vorrei sbagliarmi, ma se non ricordo male, il personaggio di Captain Commando avrebbe dovuto essere la mascotte ufficiale della Capcom, ma il titolo non ebbe un grandissimo successo (anche se leggendo i commenti qui sopra era abbastanza gettonato) e la mascotte rimase Megaman.
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Complimenti per la recensione, e interessante anche il raffronto tra i Meganoidi di Daitarn 3 e gli scagnozzi di Scumocide, non ci avevo mai pensato.
Personalmente CC rientra nella categoria di giochi che mi entusiasmarono da fanciullo ma, rivisti ora, mi appaiono poco esaltanti nonostante alcune trovate curiose come i mech; oltre agli storici Cadillacs & Dinosaurs e The Punisher di Capcom ho preferito l'ultimo picchiapicchia a scorrimento per le sale, Battle Circuit. Sarebbe bello leggere una tua opinione anche su quello!
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Originariamente inviato da BoyakkiComplimenti per la recensione, e interessante anche il raffronto tra i Meganoidi di Daitarn 3 e gli scagnozzi di Scumocide, non ci avevo mai pensato.
Personalmente CC rientra nella categoria di giochi che mi entusiasmarono da fanciullo ma, rivisti ora, mi appaiono poco esaltanti nonostante alcune trovate curiose come i mech; oltre agli storici Cadillacs & Dinosaurs e The Punisher di Capcom ho preferito l'ultimo picchiapicchia a scorrimento per le sale, Battle Circuit. Sarebbe bello leggere una tua opinione anche su quello!
Riguardo Battle Circuit ti confesserò: non c'ho mai giocato.
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