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ID: 257428Gli anni ‘80 furono caratterizzati dallo stranissimo fenomeno del “rambismo”. Sulla scia dei successi incredibili dei film di Sylvester Stallone, in quegli anni si assistette infatti ad un proliferare di soggetti a tema militaresco in cui un solitario “eroe”, di solito dal fisico palestratissimo e dalla espressione facciale ridotta all’essenziale (con mitragliatore o senza), combatteva orde di nemici a colpi di granate e pallottole, per ripristinare la libertà, fare giustizia, liberare commilitoni prigionieri in qualche sperdutissimo anfratto (di solito una giungla tropicale) del mondo.
Questo clichè generò una valanga di pellicole di dubbio gusto artistico ma di efficacissima penetrazione commerciale. Erano gli anni di Reagan come presidente degli USA e della Guerra Fredda e, forse per esorcizzare il pericolo incombente di una guerra termonucleare globale, al cinema ed in TV proliferavano i temi militaristico/avventurosi.
L’industria dei videogiochi, ovviamente, non poteva rimanere immune a questo trend e altrettanto immancabilmente si assistette ad un proliferare di titoli (su qualsiasi piattaforma di gioco) ad ambientazione militare. Uno di questi in particolare ottenne un successo strepitoso in sala giochi e fu convertito, in virtù di tale successo, su praticamente ogni sistema di gioco casalingo.
Il nome di tale campione d’incassi e splendido gioco è Operation Wolf, ad opera della giapponese Taito.

Ricordo che entrando nella mia sala giochi preferita, un giorno di venti e più anni fa, la mia attenzione fu attratta da un capannello di gente che si accalcava su di un cabinato abbastanza imponente, da cui provenivano realistici rumori di esplosioni di granate, urla di feriti e raffiche di proiettile. Mi avvicinai e, con grande meraviglia, scoprii che il gioco in questione non solo era grandioso dal punto di vista sonoro, eccezionale (per l’epoca) dal punto di vista grafico ma risultava addirittura superlativo in quanto il tutto si giocava tramite la fedele riproduzione di una mitraglietta UZI a raggi infrarossi (da quel giorno in poi tutti i ragazzi avrebbero saputo cos’era un “UZI”) con tanto di meccanismo di vibrazione e force feed-back !
Giocare ad un gioco di guerra imbracciando realmente un mitra con tanto di realistici effetti di fuoco e di eplosioni, sparati (è proprio il caso di dirlo!) a tutto volume da potenti casse stereofoniche che rendevano ancora più coinvolgente la simulazione, fu un’esperienza indimenticabile e fantastica, che spinse milioni di video-giocatori in tutto il mondo ad infilare ognuno decine e decine di monetine nel cabinato nella speranza/certezza di ripercorrere le gesta eroiche di John J. Rambo in persona:assolutamente impagabile per noi ragazzini degli anni ’80!

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Dal punto di vista tecnico Operation Wolf era un “banale” gioco di tiro al bersaglio in cui si dovevano “ripulire” sei quadri in sequenza dai soldati e mezzi nemici, tutti rappresentati a video con una grafica incredibilmente dettagliata e definita e con sprite addirittura enormi (i soldati in primo piano) e ottimamente animati: dal deposito munizioni all’immancabile giungla, passando per un villaggio da liberare, fino ad arrivare all’agognato aeroporto da dove fuggire dopo aver liberato gli altrettanto immancabili ostaggi. Il tutto era tuttavia realizzato in misura così sublime ed eccitante, grazie all’incredibile “controller” di cui godeva il cabinato, che fecero di Operation Wolf non solo un’innovazione sostanziale ma una vera e propria pietra miliare dei giochi questo tipo, ancora oggi in grado di divertire chiunque.
A contribuire al successo del gioco, oltre ad una realizzazione tecnica di primissimo piano (indimenticabili il suono “metallico” dei proiettili sulle armature dei mezzi blindati e le schermate grafiche di fine-quadro che rappresentarono la classica “ciliegina sulla torta”) e alla riproduzione con force-feedback dell’UZI, Taito ci mise anche tutta la propria sapienza nell’ideare e realizzare un game play semplice ma in grado di coinvolgere totalmente il giocatore e bilanciare il tutto con un livello di difficoltà calibrato alla perfezione.
Operation Wolf rappresentò e tuttora rappresenta, in definitiva, una delle gemme più sfolgoranti non soltanto nei giochi stile “tiro al bersaglio” ma dell’intera industria video-ludica degli anni ’80, letteralmente in grado di trasformare moltitudini di ragazzini entusiasti in tanti “Commando” agguerriti.

Come abbiamo già detto, numerose furono le conversioni del gioco per i sistemi casalinghi. Ecco le principali che, nonostante realizzate tutte molto bene, soffrivano di un unico, grande difetto: non avevano la riproduzione dell’UZI !


Commodore 64:


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ID: 257431UZI a parte, la conversione di Operation Wolf sul piccolo 8-bit Commodore (ad opera di Ocean) fu un successone dal punto di vista tecnico (buona la riproduzione della grafica e del sonoro originali, anche se lontana dai fasti del coin-op) ma soprattutto dal punto di vista della giocabilità. Operation Wolf risultò infatti godibilissimo anche con il joystick (un mirino a video sostituiva la mitraglietta ad infrarossi) con un’azione sostenuta e coinvolgente. Davvero un’ottima realizzazione ed un buona conversione.


ZX Spectrum/Amstrad CPC


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ID: 257430Anche gli utenti ZX poterono disporre di un’ottima conversione del bellissimo arcade Taito. La grafica, seppur monocromatica, risultava molto più simile al coin-op di quella del C64 e leggermente più definita, anche se a livello sonoro la versione Commodore era decisamente superiore (grazie al buon vecchio SID). Anche dal punto di vista della giocabilità questa versione risulta ottima per la fluidità del mirino e l’ottimo settaggio della difficoltà. Ancora una buona conversione dunque.
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ID: 257438Per quanto riguarda la versione CPC, stranamente (e fortunatamente), Ocean decise di non utilizzare il codice sorgente della versione ZX come di solito avveniva, ma di programmare il gioco direttamente sulla macchina sulla quale doveva , utilizzandone tutte le potenzialità. Il risultato fu una conversione che per l’utenza Amstrad fu addirittura epocale! Ad una grafica simile a quella per C64 ma molto più colorata e ad una buona riproduzione del sonoro originale, si affiancava una giocabilità di primordine. Tra le conversioni per home-computer ad 8-bit, tra l’altro, quella per Amstrad CPC è l’unica a riprodurre anche la “mappa” di gioco che compare all’inizio di ciascun livello e dunque senz’altro si può considerare come la migliore versione.


MSX

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ID: 257439Per questo computer, di versioni di Operation Wolf ne esistono addirittura due ! La prima, la versione ufficiale, è uscita in concomitanza con tutte le altre per i sistemi casalinghi dell’epoca nel 1988. Dal punto di vista squisitamente tecnico, questa versione è praticamente identica a quella per ZX Spectrum, monocromia compresa e quindi presenta le stesse qualità. Ebbe scarso successo e fu presto dimenticata.
Grazie a volenterosi e appassionati programmatori amatoriali (i “ToyBox”), tuttavia, nel 2006 fu resa disponibile anche una seconda versione, rivista e corretta. Programmata per partecipare all’annuale concorso per nuovi titoli su MSX (“MSX Dev”), questa versione è disponibile in rete gratuitamente. Tecnicamente risulta ben fatta e le differenze con la versione ufficiale sono molte. Questa versione non ufficiale è a colori e non monocromatica e presenta un introduzione incredibilmente simile al Coin-Op con tanto di mappa di gioco; a livello generale si piazza a metà strada tra la versione ZX e quella Amstrad. Questa versione rappresenta comunque più una curiosità che un “must have”.


Sega Master System/NES

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ID: 257435Le versioni sulle console 8-bit di Sega e Nintendo sono molto simili tra loro eccetto per una minima differenza cromatica (leggermente più colorata e definita e, quindi, più simile all’arcade quella del Master System). Entrambe risultano buone conversioni, anche se abbastanza lontane dal coin-op sia per stile grafico che per effetti sonori. C’è da dire tuttavia che queste Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

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ID: 257436versioni riproducono in modo convincente le furiose sparatorie proposte dal coin-op originale e tutta la sua adrenalinica azione. Da segnalare la presenza delle cut-scene di intermezzo tra un quadro ed un altro e la riproduzione della mappa di gioco. Da segnalare anche che la giocabilità è aumentata grazie alla possibilità di utilizzare la pistola a infrarossi: non sarà un UZI, ma è pur sempre qualcosa.


PC Engine

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ID: 257437La conversione per l’ ibrido NEC (processore 8 bit, ma caratteristiche hardware degne di un 16-bit) risulta a dir poco straordinaria. Oltre ad una conversione pressoché perfetta della grafica e, in misura inferiore, del sonoro originali, questa versione è contraddistinta da un eccezionale giocabilità. L’azione è fluida, frenetica ed altamente coinvolgente, con in più il tocco di classe di avere la possibilità di scegliere di poter affrontare i primi quattro quadri non necessariamente nel rigoroso ordine sequenziale imposto dal coin-op. Questo semplice stratagemma aggiunge un pizzico di strategia in più, anche considerando che è possibile continuare il gioco soltanto due volte.
Operation Wolf su PC Engine conferma in pieno la reputazione di macchina “da conversioni” per eccellenza del gioiellino NEC e la migliore versione in assoluto per il mercato casalingo dell’originale arcade Taito.


Amiga/Atari ST

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ID: 257429Le versioni anche questa volta sono praticamente identiche. Per fortuna la versione Atari ST risultò ben programmata ed eccezionalmente simile al coin-op, sia per quanto riguarda la grafica che la giocabilità (tranne per l’aspetto sonoro, che in alcuni casi risulta addirittura pessimo, come nel caso della “grida” dei soldati colpiti). Da questo punto di vista in particolare la versione per il gioiello Commodore soffre il porting diretto del codice principale dal rivale Atari e, di conseguenza, questa versione risulta essere un po’ meno fluida e più imprecisa nella rivelazione di collisione del mirino con gli sprite nemici. E’un vero peccato, perché altrimenti su Amiga si sarebbe potuto tranquillamente parlare di “arcade-perfect” essendo la grafica e soprattutto il sonoro praticamente quasi identici al coin-op. Il porting su entrambe le piattaforme risulta, comunque, godibile ed ampiamente giocabile (leggermente inferiore la versione Amiga per via del difetto sopracitato). Da segnalare la presenza in queste versioni (cosi come in quelle Master System, NES e PC Engine) di un quadro “aggiuntivo” rispetto all’arcade, che si attiva casualmente nel caso si “venga scoperti” dal nemico tra un quadro e l’altro tradizionale.


COMMENTO FINALE


"Bellissimo da vedere e incredibile da giocare: una vera e propria pietra miliare ! Operation Wolf può tranquillamente fregiarsi di questo (purtroppo abusato) appellativo. Questo gioco davvero possiede tutte le caratteristiche che ne fanno un titolo seminale (grafica e sonoro curatissimi, giocabilità eccelsa, originalità e grado di coinvolgimento del giocatore ai massimi livelli) ma è anche in grado, come pochi altri giochi davvero classici, di sintetizzare lo “spirito” di un’epoca, continuando a regalare emozioni anche a distanza di anni! Giocare a Operation Wolf è sempre un piacere anche al giorno d’oggi grazie alla sua formula vincente, che abbina semplicità e giocabilità. Peccato solo che i giocatori moderni non potranno apprezzarlo a pieno: per farlo sarebbe necessario possedere il cabinato originale con tanto di UZI e solo pochi fortunati possono permetterselo. Per tutti gli altri c’è sempre la strada dell’emulazione, ma vi assicuro che non sarà MAI la stessa cosa."