Il prologo della storia fa riferimento ad un videogioco prodotto nel 1991 da parte della Jaleco: Avenging Spirit.
Questo titolo non ha avuto un elevato successo nelle sale giochi, godendo di modesta celebrità, forse a causa di un impianto tecnico un po' sottotono.
Alcune idee che furono qui sviluppate non si ritrovano in altri coin-op. Esistevano molti videogiochi nei quali era possibile scegliere il proprio personaggio, ma in Avenging Spirit il discorso cambia in quanto la scelta del nostro avatar non è legata ad una ristretta cerchia iniziale ma contempla il complesso dei nemici del gioco.
All'inizio avremo la possibilità di controllare uno tra quattro personaggi, ognuno con armi e caratteristiche differenti, abbiamo:
Donna: può usare un calcio letale come arma a corto raggio e un salto elevato
Uomo “Rambo”: ha una mitraglietta a lungo raggio e un salto normale
Sacerdote con orecchie da coniglio: usa una bacchetta magica da cui esce un raggio energetico, lento ma potente, il salto non è elevato ma, grazie alla veste che si gonfia, plana lentamente
Ninja Blu: come arma usa gli shuriken, buon salto e buona agilità.
Col progredire nel gioco, sarà possibile usare altri personaggi, ma non a piacimento: per poter reincarnarci nei diversi nemici bisognerà attendere che l'energia del corpo del nemico arrivi a zero, da lì la possibilità di ritornare spirito e scegliere un altro personaggio, oppure potremo farlo al termine della nostra energia, con conseguente scritta “Game Over”. E, come si diceva nella sagre paesane, “Vai Ugo, butta zò un'altro gettone!”, per poter continuare.
Una pecularità, infatti, sono le due barre di energia a disposizione: quella superiore, di colore rosso, indica la nostra energia spiritica, che decrementa ogniqualvolta veniamo colpiti dalle armi nemiche e che cala quando siamo nella modalità spirito, e la barra inferiore di colore viola del nemico posseduto, che si riduce ad ogni colpo e che quando arriva a zero il personaggio muore liberando il nostro spirito. Durante gli scontri con i boss di fine livello, questa barra inferiore viene integrata con la barra dello spirito.
Il gameplay è comunque spesso lineare e talvolta il gioco viene in nostro aiuto se non sapremo che direzione prendere, facendo apparire delle frecce lampeggianti bianche. Trattandosi di un platform avremo ascensori, pavimenti che si muovono, zone con raggi laser, vicoli ciechi (pochi, a dire la verità) con gli immancabili aiuti quali: “power-up” (aumentano il salto o la potenza di fuoco), “energy drink” (che aumentano la nostra energia), bombe zonali (prendendole si azzerano i nemici sullo schermo) e chiavi (permettono di entrare nelle zone dei boss di fine livello).
I veri protagonisti del gioco sono i nemici che ci appariranno nel gioco, la grafica fumettosa e in stile “japan” li rende veramente simpatici con espressioni buffe e movimenti a volte impacciati, a volte fluidi.
Tra i più divertenti troviamo il fachiro che ha la possibilità di volare, l'esilarante piccolo vampiro che aprendo il mantello lancia tre pipistrelli ma fa intravedere un corpo coperto solo da dei boxer colorati, la donnina matrioska che lancia palle di neve e gli pseudo-Elvis con giacchetta nera e pantaloni rossi che quando vengono colpiti muoiono e dalla loro bocca esce schiuma bianca.
Ognuno ha le proprie caratteristiche e armi preferite: abbiamo i draghetti verdi o blu che sputano fuoco dalla bocca, hanno un corto raggio ma bloccano i colpi dei nemici, il sacerdote di colore azzurro che lancia una palla di energia che non si ferma e colpisce il nemico attraversandolo, il gangster nei colori viola o blu che spara da una mitraglietta molti colpi, il giocatore di baseball con la letale mazza ma solo a distanza ravvicinata, il soldato col lancia-granate in versione portamissili a zainetto, con missili a ricerca. Graficamente sono molto curati anche se con pochi frame di animazione, ma sufficienti.
I livelli non sono molti e impegnandosi un po' si riesce ad arrivare alla fine del gioco. L'ultimo livello è molto particolare, quando trovando la nostra amata legata in un magazzino trasferiremo il nostro spirito all'interno del suo corpo (molto divertente la scena in cui il nostro spirito se ne impossessa e lei si trasforma in una belva scatenata) e, dopo aver sconfitto il boss di fine livello, troveremo la pace. La musiche sono carine ma ripetitive e alla lunga stancano.
Le sue specifiche sono:
CPU Motorola 68000 (12mhz)
CPU Sound Motorola 68000 (7mhz)
Chip sonoro: Yamaha YM2151 (3,5mhz), due Oki6295 (30,303 Khz)
Orientamento schermo: orizzontale
Risoluzione video: 256x224 pixel con refresh 60hz
Colori palette: 1024
Giocatori: 2 ma alternati
Joystick 8 direzione e due pulsanti (fire e salto)
Il gioco venne convertito nel 1992 per il Gameboy Classic e nel Dicembre 2010 DotEmu ha rilasciato sulla piattaforma iPhone un porting inlcuso nella “Jaleco Arcade Series Volume 1”.
Il coin-op uscì in Giappone con il nome “Phantasm” e in Corea in versione bootleg con il nome di “Monky Elf”.