Reduce dai fasti di R-Type appena due anni prima, e dopo il rilascio di R-Type II lo stesso anno, Irem decide di battere il ferro finché è caldo e riproporre in sostanza la stessa formula, seppure con alcune innovazioni che ne giustificano la non appartenenza alla serie. In effetti, X Multiply è molto più vicino alla saga di quanto non lo siano certi capitoli ufficiali della serie, vedasi il raro coin-op R-Type LEO uscito nel 1992. Già di primo acchito, è evidente il tentativo di portare all'estremo l'estetica del loro fortunato sparatutto: l'ambientazione organica consente l'inserimento di nemici e paesaggi decisamente disgustosi e raccapriccianti, anche più degli ormai celebri Bydo. L'angoscia ha inizio già dalla schermata dei titoli, con due occhi fissi e gelidi che scrutano il giocatore, e prosegue con le musiche di sottofondo, cupe, rimbombanti e metalliche; non c'è da stupirsi che il gioco sia stato pubblicizzato come "horror shooting game".
Le innovazioni sono concentrate nell'armamentario: se il sistema di power-up con tre differenti armi è simile a quello del suo "predecessore spirituale" (con tanto di navicella sfigata da distruggere per ottenere il bonus che sta portando), l'astronave X-002 abbandona il Force Pod e i Bits della R-9 in favore di due "tentacoli" metallici superbamente animati. Non solo essi servono ad aumentare la potenza di fuoco, in quanto alle due loro estremità vi sono due pod che agiscono in contemporanea allo sparo principale, ma fungono anche da scudo, infatti, muovendo l'astronave in modo che venga circondata dalle due appendici, esse la proteggeranno da tutti i proiettili vaganti danneggiando nel contempo ogni nemico con cui entreranno in contatto. In pratica, agiscono come il Force e i Bits messi assieme, tuttavia sono in grado di proteggere quasi a 360° piuttosto che solo di fronte e di retro. All'inizio, potrebbe sembrare ostico governarli, invece Irem ha fatto come sempre un ottimo lavoro di design, per cui bastano poche partite e ci si ritroverà a comandarli con grande scioltezza. Il loro movimento ha proprio un che di naturale e ipnotico, tanto che durante i picchi di concentrazione sembra quasi che si muovano da soli, dimostrazione di quanto gli sviluppatori abbiano svolto bene il loro lavoro.
Il fatto che i tentacoli siano così versatili e utili implica, però, che le loro capacità debbano essere messe alla prova, ed è per questo che, rispetto a R-Type, la quantità di proiettili su schermo risulterà molto maggiore e, mentre allora la sopravvivenza era anche, e soprattutto, una questione di memorizzazione, X Multiply oltre a ciò richiede riflessi fulminei e colpo d'occhio in grado di scandagliare l'affollamento quasi costante di sprites ad ogni momento.
Come avrete probabilmente intuito, per il resto X Multiply ha in comune con R-Type la difficoltà estrema, i boss con le imprecazioni (del giocatore) incorporate (a partire dal primo), passaggi in cui sono necessarie delicate manovre per non schiantarsi e un aspetto distintivo del franchise, un gigantesco avversario da sorvolare e distruggere pezzo per pezzo: stavolta, però, non si tratta di una nave spaziale, ma di una mostruosa creatura a sua volta piena di parassiti che, per la "gioia" del giocatore, verrà affrontata immediatamente nel secondo stage (naturalmente, se si muore, il livello va ripetuto dall'inizio...). A volte si ha, però, l'impressione di un certo accanimento da parte dei designer: in un solo stage (il quinto per la precisione) abbiamo, nell'ordine, una sezione in cui spostare cristalli indistruttibili distruggendo la massa organica che li sorregge ed evitarli passando attraverso i buchi così creati e un'altra dove non solo dovremo evitare delle gocce che scendono dal soffitto ma anche gli schizzi da queste prodotti dal liquido sottostante! Gli sviluppatori hanno poi tratto ispirazione da un altro gioco da nevrosi istantanea, Ghosts 'n' Goblins, per la bastardata finale... il gioco per essere finito veramente deve essere completato 2 volte di seguito per un totale di 14 stage!
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