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ID: 251900Nel 1980, la Namco era scatenata. Rally-X, durante una mostra di videogiochi in anteprima, apparve un predestinato, riuscendo a catalizzare persino più attenzione dello stesso Pac-Man. Oggi, tuttavia, non può vantare nemmeno un minimo della notorietà del suo collega mangia palline. Scopriamo perché. In Rally-X guidiamo una piccola auto blu lungo un percorso non riconducibile ad alcun tipo di competizione, con una fitta rete di incroci dalle caratteristiche spiccatamente labirintiche. Non ci fossero state le macchinine, avremmo potuto pensare a tutto fuorché a un gioco di guida. Il nostro compito è raccogliere una serie di dieci bandierine disseminate lungo questa insolita pista, ognuna delle quali ci regalerà un numero di punti che incrementerà di cento per volta fino alla perdita di una vita. Ci sono bandiere semplici e bandiere speciali, contrassegnate con una S, che regalano più punti e che non sono segnalate sul radar. Sulla porzione sinistra del video, infatti, abbiamo una spartana rappresentazione del circuito con pixel che segnalano la presenza di bandierine e avversari. Si, naturalmente non saremo soli e la difficoltà principale sarà proprio rappresentata da alcune automobiline rosse capaci di abbatterci al minimo contatto con la nostra vettura. La situazione si complica perché godono di una velocità identica alla nostra, riuscendo ad accerchiarci con grande rapidità e sarà nostra cura studiare bene il circuito ed evitare pericolosi vicoli ciechi. Le uniche frecce al nostro arco sono una posizione di partenza leggermente più avanzata della loro e la possibilità di creare delle nuvole di fumo per bloccare temporaneamente i nostri avversari. Questo finisce col diminuire la quantità di carburante a nostra disposizione che, una volta esaurito, porrà fine alla nostra partita.

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Quindi, ricapitolando, dobbiamo muoverci lungo un labirinto cercando di raccogliere bandierine evitando, al contempo, gli avversari. Qualcuno ha detto Pac-Man? Beh, ovvio. Non siamo certo in presenza di un clone, ma possiamo tranquillamente parlare di variante. La vastità del circuito e il tema automobilistico camuffano questa tutt’altro che vaga somiglianza, ma i conti tornano. Il tracciato non è disseminato di pillole, anzi, le bandierine sono veramente molto distanti fra loro e altre differenze, soprattutto il fatto di non avere un immediato prospetto della situazione se non consultando il radar, sposta gli equilibri del gioco verso tattiche molto pianificate.
Abbiamo parlato dell’auspicato successo di Rally-X ai tempi del suo debutto: ma perché poi non fu così? La risposta va ricercata nella difficoltà di gioco: la spiccata intelligenza delle auto avversarie, la relativamente contenuta porzione di pista visualizzabile, il fattore carburante e controlli più complessi di un Pac-Man, fanno lievitare moltissimo il fattore sfida, raggiungendo molto velocemente punte di frustrazione. Qui le partite durano pochissimo ed è comprensibile gettare la spugna dopo qualche gettone. Rally-X è amato dagli hardcore gamers, ma risultò inappetibile per i giocatori dell’epoca e lo è ancor di più al giorno d’oggi, coccolati come siamo dalla generosa morbidezza con la quale i moderni giochi ci accolgono. Il design grafico, pur essendo perfettamente funzionale, appare poco ispirato e lontano dalla simpatia e dall’atipicità di Pac-Man.

Altre versioni
Non è stato un gioco di grande successo, di conseguenza anche le conversioni non sono certo fioccate. A parte una presenza più o meno costante nelle varie collezioni Namco, l’unico porting noto è quello per MSX, tra l’altro neanche particolarmente esaltante. Poco tempo dopo la sua pubblicazione, tuttavia, venne creata un quasi-seguito chiamato New Rally-X con tante piccole modifiche al gameplay correggendo molti difetti originali.

COMMENTO FINALE


"Carico di potenzialità, Rally-X sembrava un gioco privo di punti deboli. E’ stato inibito da piccolezze, singolarmente sopportabili, ma che insieme costituiscono un fastidioso ostacolo verso la piena godibilità. Non si può, d’altronde, escludere che, una volta acquisita la necessaria pratica con le meccaniche di gioco, si riesca a trarre una giusta dose di divertimento. Fosse stato ideato per una console, avrebbe potuto giustificare meglio la ripidità della sua curva di apprendimento. Così com’è, ha clamorosamente mancato l’appuntamento con i frequentatori di sale giochi."

Gianluca "musehead" Santilio




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