Quindi, ricapitolando, dobbiamo muoverci lungo un labirinto cercando di raccogliere bandierine evitando, al contempo, gli avversari. Qualcuno ha detto Pac-Man? Beh, ovvio. Non siamo certo in presenza di un clone, ma possiamo tranquillamente parlare di variante. La vastità del circuito e il tema automobilistico camuffano questa tutt’altro che vaga somiglianza, ma i conti tornano. Il tracciato non è disseminato di pillole, anzi, le bandierine sono veramente molto distanti fra loro e altre differenze, soprattutto il fatto di non avere un immediato prospetto della situazione se non consultando il radar, sposta gli equilibri del gioco verso tattiche molto pianificate.
Abbiamo parlato dell’auspicato successo di Rally-X ai tempi del suo debutto: ma perché poi non fu così? La risposta va ricercata nella difficoltà di gioco: la spiccata intelligenza delle auto avversarie, la relativamente contenuta porzione di pista visualizzabile, il fattore carburante e controlli più complessi di un Pac-Man, fanno lievitare moltissimo il fattore sfida, raggiungendo molto velocemente punte di frustrazione. Qui le partite durano pochissimo ed è comprensibile gettare la spugna dopo qualche gettone. Rally-X è amato dagli hardcore gamers, ma risultò inappetibile per i giocatori dell’epoca e lo è ancor di più al giorno d’oggi, coccolati come siamo dalla generosa morbidezza con la quale i moderni giochi ci accolgono. Il design grafico, pur essendo perfettamente funzionale, appare poco ispirato e lontano dalla simpatia e dall’atipicità di Pac-Man.
Altre versioni
Non è stato un gioco di grande successo, di conseguenza anche le conversioni non sono certo fioccate. A parte una presenza più o meno costante nelle varie collezioni Namco, l’unico porting noto è quello per MSX, tra l’altro neanche particolarmente esaltante. Poco tempo dopo la sua pubblicazione, tuttavia, venne creata un quasi-seguito chiamato New Rally-X con tante piccole modifiche al gameplay correggendo molti difetti originali.
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