Moon Patrol è un videogioco insolito persino al giorno d'oggi. Nonostante il nostro compito, secondo la sceneggiatura, sia quello di tenere sotto controllo una porzione di terreno lunare, il gameplay si svolge lungo uno scenario inquadrato lateralmente, sul quale ci muoviamo con la nostra buggy da fantascienza. Non si può descrivere l'azione di gioco senza una gustosa nota tecnica: Moon Patrol è accreditato quale primo videogioco della storia ad aver introdotto il parallasse (seppure di poco, visto che Jungle Hunt gli fu pressochè contemporaneo), perdipiù multistrato. La grafica propone tonalità accese, a partire dalla nostra originale vettura, dipinta di un viola inconfondibile. Potremmo credere di trovarci in qualsiasi zona dell'universo, persino sulla Terra, ma certo mai sulla Luna, considerando il verdeggiante strato collinoso in secondo piano o il familiare terriccio sotto le nostre ruote. Gradevole anche l'incedere del nostro veicolo, specialmente nel dettaglio delle ruote che ben reagiscono alle asperità del terreno con un effetto inaspettatamente verosimile.
Il nostro mezzo può sparare, è chiaro. Premendo l'apposito pulsante esploderemo due colpi, uno in avanti, l'altro in alto, fondamentali per liberare di ostacoli la nostra traiettoria e per sbarazzarci dei nemici che sorvoleranno la nostra posizione. La schiera degli avversari si arricchirà di nuove presenze con l'avanzare dei livelli, per un totale di tre tipologie di nemici volanti e due terrestri (questi ultimi solo avanti nel gioco). Il loro atteggiamento non è dei più aggressivi, si limiteranno a rivolgerci contro un po' di missili e qualche bomba, ma senza frequenze asfissianti. Proprio le bombe, tuttavia, possono finire col rinforzare la nostra nemesi più spietata: lo scenario. La nostra moon buggy si muove lungo un percorso eufemisticamente descrivibile come accidentato, pieno di fossi di varia profondità ed estensione e formazioni rocciose letali. Le esplosioni scatenate dai nostri nemici possono incidere sullo stato dello scenario, arricchendolo di bei crateri pronti a toglierci preziose vite. Il problema principale non è quello di saltare le buche, quanto piuttosto lo scavalcare gli ammassi di roccia che ci si pareranno innanzi: ve ne sono di vario tipo, di varie dimensioni e persino distruttibili, peccato che la frequenza di fuoco di cui siamo capaci possa rivelarsi insufficiente per garantire un numero di colpi utile a demolirli.
I comandi della moon buggy sono elementari: oltre al già citato tasto di fuoco, ci sarà consentito saltare e variare la velocità della nostra andatura. La possibilità di accelerare e la peculiare struttura che suddivide gli stage rendono Moon Patrol un prodotto assai simile ad un gioco di corse, pur non condividendone gli obiettivi. I livelli sono frazionati in segmenti e sottosegmenti: quelli principali segnano una sorta di checkpoint e variazioni rilevanti ai fini del gameplay, mentre i secondi fungono da indicatori dell'avanzamento del percorso secondo un consueto ordine alfabetico. Una volta attraversato il tracciato dalla A alla Z, accederemo alla Champion Course, un nuovo percorso (o una nuova ronda, se vogliamo aderire alla sceneggiatura) sensibilmente più complicato.
Moon Patrol non è un gioco frenetico. Il quieto incedere delle difficoltà lo rende godibile ed appetibile anche per i giocatori meno tenaci. Necessario riconoscergli il merito di aver introdotto un'inedita tipologia di gioco, oltre alle menzionate novità tecniche, che riesce ad intrattenere senza scadere nel semplicistico. Non v'è dubbio che permanga un velo di monotonia sulle sessioni di gioco prolungate, dato che i nemici presenti negli stage avanzati poco contribuiscono a rinnovare l'interesse del giocatore. Altrettanto vero è che la morbida curva di difficoltà ci mostra tutte le carte del gioco prima ancora che il giocatore giunga ad un livello di sfida consistente, riducendo l'interesse a lungo termine, riservando un cospicuo incentivo alla rigiocabilità solo agli irriducibili dell'high score.
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