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ID: 251393Ognuno di noi avrà giocato al “gioco del quindici”, quel supporto quadrato contenente tasselli numerati da disporre ordinatamente. Ne abbiamo visti di diversi e in molteplici contesti, compresi i nostri amati videogiochi. Le avventure grafiche in primis si sono spesso concesse puzzles basati su questo principio, con numeri sostituiti da immagini da ricostruire, ma le prime implementazioni del “gioco del quindici” furono quelle elementari, semplici trasposizioni del concetto. Nel 1982, la giapponesissima Konami elaborò una variante: prese i tasselli e sostituì i numeri con delle rappresentazioni di binari ferroviari, frammenti di un percorso da costruire e rendere continuo. Questo tracciato fu inteso per essere percorso da un treno con la missione di prelevare i passeggeri presenti in ogni livello, per l’occasione dislocati ai bordi estremi dell’area di gioco, in quella che nel gioco originale poteva essere la cornice del riquadro coi tasselli. Per consentire al treno di raggiungere i passeggeri bisognava costruire un percorso fluido, privo di interruzioni e, ovviamente, indirizzato verso le zone richieste. Il treno procede lungo i binari ad una velocità modesta e, almeno inizialmente, il tempo per pianificare una traiettoria franca è abbondante, soprattutto grazie agli aiuti visivi previsti che ci mostrano la porzione combinata di tracciato sicuro. I tasselli contengono segmenti differenti e prevedono, come da tradizione, una casella completamente vuota necessaria allo spostamento dei vari pezzi, ma anche un blocco contenente un vicolo cieco, da evitare nella maniera più assoluta.
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I passeggeri sono disposti sui quattro bordi dell’area di gioco, a due coppie per lato. Per i primi istanti di partita, essi attenderanno inerti il nostro passaggio, ma, una volta trascorsa una quantità di tempo prestabilita, lasceranno il posto ad un timer che segnerà il countdown per la loro sparizione. Ciò, chiaramente, comporterà un ammanco di punti, ma, cosa ben più grave, causerà l’aggiunta di un binario al nostro trenino, con tutte le derivanti complicazioni in fatto di spostamento. Con l’avanzare dei livelli, la difficoltà verrà amplificata dal debutto di nuovi e più complessi tasselli che metteranno a dura prova la nostra capacità di pianificazione. Il gameplay di Locomotion funziona, soprattutto grazie agli aiuti grafici che facilitano l’individuazione del tracciato costruito. Il prodotto si lascia giocare disinvoltamente, ma difetta di attrattiva a lungo termine. La parte estetica non c’è di grande aiuto: ogni cosa è disegnata pensando all’essenzialità, vuoi pure per la necessità di offrire un riscontro grafico meno confuso possibile, ma si avverte la mancanza di ispirazione artistica. Inoltre, la forma quadrata dell’area di gioco lascia una cospicua porzione dello schermo vuota, incomprensibilmente priva di elementi decorativi ulteriori al misero punteggio, che risalta ancora di più a causa della disposizione verticale dello schermo. Il sonoro non risalta per doti particolari, funzionale e poco più. La simpatia che Locomotion desta nel giocatore è tanto immediata quanto volatile: si comincia la partita, si apprezza la semplicità e l’originalità del concept e ci si concentra su qualcos’altro. Il motivo principale risiede nella monotonia invadente, fatta di attese ed azioni sempre uguali, con un equilibrio troppo tendente alle prime. Di solito ci si ritrova con lunghe porzioni di tracciato ben costruite che ci fanno praticamente assistere al cammino del treno ed attimi di caos successivi alla riscossione dei passeggeri, in cerca di una combinazione di tasselli tale da far illuminare un’altra porzione più lunga possibile, dopodiché ancora pausa e via di questo passo. Come dicevo, all’inizio funziona anche abbastanza bene, ma è dura divertirsi a lungo. La simpatia, a volte, non basta.
COMMENTO FINALE


"L'idea di portare nelle sale il “gioco del quindici” non era male, ma la limitatezza del concetto originale impedisce al riadattamento di intrattenere a lungo. Essenziale all'estremo nella realizzazione tecnica, la schermata di gioco poteva essere abbellita senza difficoltà. Simpatico ma senza stile, può andar bene giusto per qualche partita sporadica."

Gianluca "Musehead" Santilio


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