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ID: 251188Un gioco enormemente sottovalutato. Nel 1979 i videogiocatori del mondo erano ancora ammaliati da Space Invaders, inauguratore del filone dei fixed shooter, e forse ancora oggi ci trasciniamo lo strascico della dimenticanza verso coloro i quali si impegnarono a migliorare il genere. Galaxian è un capolavoro, non famoso quanto la sua qualità meriterebbe, forse a causa di un’apparente scarsa originalità a far da maschera a un grande innovatore. Partiamo con ordine: comandiamo la classica nave spaziale e ci sono consentiti soltanto spostamenti laterali in perfetto accordo con le tendenze dettate dall’epoca. Siamo nello spazio, ma non fermi come in Space Invaders, ci muoviamo, a quanto pare anche piuttosto velocemente se consideriamo la rapidità con la quale le stelle scorrono sul display. Si, questa è la prima novità introdotta, una tangibile sensazione di movimento e un bel calcio nel sedere alla staticità dei giochi concorrenti. Lo scrolling, beh, bisogna ammettere che è piuttosto farlocco: in pratica le stelle sono rappresentate da singoli pixels che si muovono lungo la schermata di gioco a velocità differente le une dalle altre in modo da simulare una sorta di tridimensionalità, ciò non toglie che l’effetto sia riuscito con un considerevole aumento di spettacolarità. Sempre all’ambito grafico appartiene la novità più clamorosa: i colori!!! Fino ad allora per simulare variazioni cromatiche venivano usati una sorta di adesivi colorati letteralmente incollati al monitor e Galaxian non soltanto riusciva a fare tutto questo direttamente in hardware, ma si permetteva un grande sfoggio di altri artifici grafici: i colori erano tanti e vividi, gli sprites non più monocromatici e in numero elevato e come detto era anche simulato un movimento dello schermo. Chiaramente non mancavano nemmeno accompagnamenti sonori adeguati. Non si trattava solo di un tripudio audiovisivo: Galaxian affinò il modello di gioco introdotto da Space Invaders lavorando sul comportamento delle navi nemiche, non più statiche e vincolate a percorsi predefiniti, ma dotate di intelligenza artificiale, seppur rudimentale, capace di schivare talvolta i nostri colpi e di fare fuoco. In realtà, il loro movimento principale erano ancora il solito destra-sinistra continuato, ma questa volta non vi era una progressione verso il basso ogni volta che raggiungevano i bordi dello schermo, piuttosto rimanevano alla stessa altezza per esser difficili da colpire, ma si distaccavano saltuariamente dal gruppo per lanciarsi in letali attacchi nei nostri confronti, attacchi che potevano essere a base di laserate o anche tentativi di collisione con la nostra navicella. I nemici, seppure sempre gli stessi, erano organizzati in ranghi di diverso colore e forma, disposti dal basso verso l’alto in ordine di pericolosità, differenziati da un diverso movimento, una diversa frequenza di fuoco e una diversa velocità di discesa. In ultima fila vi erano persino delle navicelle gialle capaci di organizzare attacchi di squadra, piombandoci addosso accompagnate da due o più navicelle, dovessimo essere in grado di distruggerle saremmo ricompensati con un bel gruzzoletto di punti. I livelli sono praticamente tutti uguali, con il branco di astronavi nemiche in eterno movimento da distruggere e una volta conseguiti i nostri obiettivi accederemo alla fase successiva costituita dalle identiche tematiche ma con un’opposizione più tenace. Detto così potrebbe non sembrarlo, ma Galaxian è difficile, terribilmente difficile, meravigliosamente difficile e proprio in questa sfida sfacciata e immediata risiede il segreto della sua giocabilità: non ci verranno affatto concessi tempi morti, gli assalti dei nemici ci impediscono di rilassarci e in quei pochissimi minuti di durata della partita dovremo sudare per rimanere vivi. Si, riuscire a giocare a Galaxian per una decina di minuti è già roba da esperti, i punti avanzano poco a poco e superare la soglia dei diecimila vuol dire essere già niente male. Il record mondiale è di un essere, perché definirlo uomo appare incoerente, in grado di raggiungere la soglia dei quattrocentomila punti, semplicemente assurdo.

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Galaxian raggiunse le cinquantamila unità distribuite fra le sale giochi e fu una vera iattura per le tasche dei ragazzi che furono rapiti dalle meccaniche del titolo Namco. E’ un gioco contraddittorio, vincente nelle vendite, nella giocabilità, nel suo valore nonostante gli anni, ma incapace di essere celebrato quale uno degli esemplari famosi della storia videoludica. Quello che a noi interessa è che giocarlo oggi risulta ancora immensamente gratificante.

Altre versioni
Galaxian ha avuto la fortuna di essere stato convertito in versioni ufficialmente affidate a parti terze, probabilmente grazie alla meno protezionistica politica della Namco rispetto alla Atari, per tutte le macchine di quegli anni e, in versioni shareware o di pubblico dominio, anche per i sistemi successivi. Il grande successo riscosso all'epoca gli regalò degli immancabili sequel: Galaga, Gaplus, Galaga '88 e Galaxian 3, quest'ultimo molto differente, realizzato in 3d precedente renderizzato con tutte le animazioni in ray-tracing, fu convertito anche per Playstation ma con un accoglienza decisamente fredda.

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COMMENTO FINALE


"I colori entrano nei videogiochi assieme ad altre soluzioni grafiche d'avanguardia. Ma Galaxian non è solo tecnica ed offre al giocatore un godimento perverso fatto di partite brevi e furiose, con una curva di difficoltà ripide come poche. Il primo grande classico Namco."

Gianluca "musehead" Santilio




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